Comunità di S.Egidio


 

20/04/2005


La preghiera del Popolo di Dio

 

L'attesa � scritta nei cuori e nel clima che si vive in queste ore a Roma e in tutto il mondo. � corale, ma non fa clamore: � prima di tutto un'attesa religiosa. � in corso il Conclave. Non si tratta solo di sapere chi sar� il nuovo Papa, ma di accoglierlo come si accoglie un padre. Staremo come tutti a guardare quel comignolo, sul tetto della cappella Sistina, e aspetteremo la fumata bianca, che questa volta, per annunciare l'avvenuta elezione, sar� accompagnata dal suono delle campane a festa. Ma lo faremo come pellegrini, giunti a San Pietro dopo aver percorso insieme a tanti un cammino spirituale. Perch� le settimane appena trascorse sono state un pellegrinaggio del cuore che ci ha preparato all'attesa.

Guardando a questi giorni si capisce meglio la grandezza della Chiesa, un tempo difficile durante il quale non solo i cattolici ma tutto il mondo si � ritrovato improvvisamente orfano di un Papa grande: Giovanni Paolo II � stato e continuer� ad essere un importante punto di riferimento. Per il suo magistero, per tutta la sua vita, per la sua morte.

Il pellegrinaggio � cominciato quando aspettavamo davanti alla finestra del suo appartamento, in ansia per la sua salute, ma, dopo il triste annuncio di quella sera del 2 aprile, � continuato trasformandosi in un omaggio senza fine, alla Basilica di San Pietro e ora alla sua tomba, nelle Grotte Vaticane. Ci siamo ritrovati in un popolo, che � il popolo di Dio, in mezzo a tanti fedeli giunti a Roma da ogni angolo della terra, ma sentendo anche la vicinanza di un grande numero di uomini e donne di altre religioni e la simpatia di molti non credenti. Durante i solenni funerali tutta la terra ha guardato a quel Vangelo aperto sul feretro a Piazza San Pietro come ultimo saluto a Giovanni Paolo II.

I cardinali si sono poi riuniti nelle congregazioni generali, negli incontri di preghiera durante i Novendiali e in altri momenti. Si � discusso della Chiesa, ed � prevalso un grande senso di responsabilit� insieme alla consapevolezza che si stava vivendo un momento storico. Ma mentre i media si affannavano a fare ipotesi sul nome del futuro pontefice e la stampa cercava di capire che cosa sarebbe successo una volta intimato l'extra omnes, cio� l'inizio del Conclave nella Cappella Sistina, quel pellegrinaggio non ha diminuito la sua forza comunicando a tutto il mondo un sentimento molto diverso dalla semplice curiosit� di chi fa pronostici, ma anche dal pur legittimo interesse di chi vuole capire pi� a fondo la vita della Chiesa.

Quell'incessante omaggio � stato prima di tutto una lezione che ci indica come vivere le prossime ore: per i credenti anche l'attesa di conoscere il nome del nuovo Papa non � un atteggiamento superficiale ma profondamente religioso. In queste ore si prega per la Chiesa, per il suo futuro, per i suoi pastori. Dice l'antico libro dei Proverbi: "l'attesa dei giusti finir� in gioia" (10, 28). C'� un popolo di giusti che attende l'annuncio del "gaudium magnum", della grande gioia: quella di avere il Papa. Questo popolo, che vive in ogni terra e in ogni latitudine, � unito nell'attesa e compone nel mondo un'unica famiglia senza frontiere, che va al di l� delle divisioni politiche e delle guerre fra le nazioni. � il momento in cui contemplare questo mistero custodito dal popolo di Dio, consapevoli che chiunque sar� l'eletto si iscriver� in una lunga storia, quella della successione dell'apostolo Pietro. Sar� Vescovo di Roma e al tempo stesso pastore universale, servo dei servi di Dio. � ci� che pi� importa agli occhi dei fedeli che lo attendono con questo spirito, cio� con un sentimento di profonda unit� e di rinnovata speranza per il futuro della Chiesa.

Non si pu� pensare al Conclave come ad un'elezione qualsiasi. Se cos� fosse non ci sarebbe quella compostezza in piazza, la coscienza che si sta assistendo ad un evento non solo terreno. L'attesa � religiosa ed � attesa di un popolo. Dice il Salmo: "Fin dal mattino t'invoco e sto in attesa" (5, 4). � un popolo in attesa orante. � l'attesa delle sentinelle del mattino, figura di ogni credente. Non si pu� vivere senza attendere qualcosa e qualcuno. � forse questo uno dei problemi pi� grandi e pi� complessi che sono posti al mondo contemporaneo: si vive troppo spesso senza aspettarsi qualcosa di nuovo dal futuro, senza credere che la realt� possa cambiare, schiacciati sul presente, incapaci di alzare lo sguardo.

L'attesa insegna tante cose. Innanzitutto che non siamo noi a decidere e possedere tutto. Esiste anche il mistero di scelte e decisioni che avvengono secondo altre logiche e altre ispirazioni. Tale mistero va rispettato e vissuto con partecipazione. Quella di questi giorni � un'attesa che si inserisce nel grande tempo della Pasqua, che � anche tempo di gioia, di novit� e di futuro. La Chiesa unita lo vive con la fiducia e la speranza delle sentinelle del mattino pronte ad annunciare una grande gioia e un nuovo giorno: quello in cui tutti avremo un nuovo buon pastore.

Marco Impagliazzo