Comunità di S.Egidio


 

20/05/2005

IL DOCENTE ANDREA RICCARDI, TRA I FONDATORI DI SANT'EGIDIO, CONSIGLIA DI PONDERARE LE SCELTE SU UN TEMA ASSAI COMPLESSO
�Chi ha deciso per l'astensione non fa una crociata anti-scienza
�Non si tratta di uno scontro tra libero pensiero e oscurantismo� �Sono argomenti difficili, sui quali deve decidere il Parlamento�

 

Non andr� a votare, il 12 giugno. Sono convinto che ci troviamo di fronte a una materia estremamente delicata, una materia che riguarda la vita e il futuro dell'uomo. Questa legge � una legge perfettibile, imperfetta; ma sono convinto che questi temi non possono diventare motivo di una battaglia a colpi d'ascia�. Andrea Riccardi, docente di Storia del cristianesimo e fondatore della Comunit� di Sant'Egidio, difende la scelta della Chiesa.

�Penso che nel sostenere l'astensione non ci sia immoralit�. Innanzitutto, non si tratta di un voto politico: � un referendum. Chiunque pu� proporre un referendum su qualunque tema, se raccoglie le firme, ma non pu� costringerci ad andare a votare. Non soltanto l'astensione � legittima, ma ha un significato preciso. L'accusa secondo cui il non voto incoraggia l'evasione dal dovere civile, non ha nulla a che vedere con la realt�. Astenersi � un modo di dire "no" all'abuso del sistema referendario.

Non credo che quanti annunciano di non andare a votare si comportino da cattivi maestri; penso che invece si un comportino da persone oneste�.

Che cosa pensa dei cattolici che andranno alle urne?

�Detto questo, non voglio demonizzare chi vota "No" o chi vota "S�". Ma voglio dire: riflettiamo con attenzione. Ci sono storie di dolore e di sofferenza, di solitudine, ma non facciamone delle caricature. N� penso si debba andare a una crociata. Questa indicazione del non voto, che sento mia, non � da crociata. Anzi, � proprio una scelta anti-crociata�.

I fautori del �S� sostengono che il fronte del �No�, o dell'astensione, sia contro lo sviluppo scientifico. Che cosa risponde?

�Non ci troviamo in presenza della crociata del "libero pensiero" contro l'oscurantismo".

Proprio perch� si tratta di temi molto difficili e tecnici, la scienza non � consolidata. Eppure in questo dibattito sul referendum qualcuno sta spacciando che la scienza abbia gi� trovato una via, quasi si trattasse di qualcosa di magico.

Invece questa � una materia aperta. Si vedr� in futuro che cosa accadr�, ma per ora le poche analisi certe sono a favore delle cellule staminali adulte. Mi auguro che la vittoria del non voto porti a considerare questi temi come argomenti sui quali non si decide a sciabolate. Ripeto, non siamo di fronte allo scontro tra inquisizione e libero pensiero; e non � nemmeno la sfida tra cattolici da una parte e laici dall'altra�.

Come si pu� risolvere un tema come questo? In pratica, che cosa 'propone, professor Riccardi?

�Certi argomenti devono essere regolati in maniera ponderata, all'interno di una convivenza civile. In Parlamento si raccolgono le posizioni pi� diverse per arrivare a una sintesi meditata. Penso che il Paese deve avere il coraggio di trovare una camera di compensazione su questi temi: la pi� nobile e pi� alta � quella parlamentare�.

Che sensazioni ricava dalla campagna referendaria?

�Lo strumento referendario porta a proporre una caricaturizzazione dell'avversario.

Sembra che in base all'esito del referendum il "povero amico malato" posso guarire domani.

E invece il "povero amico malato" ha un problema che non verr� risolto n� da un voto n� dall'altro. E voglio aggiungere un altro elemento, dalla mia esperienza diretta. A Sant'Egidio abbiamo un vasto movimento di disabili. Proprio qui davanti, la trattoria degli amici � gestita da disabili. Abbiamo ascoltato la loro voce; e se passasse una certa concezione "scientifica" della vita, che diventa eugenetica, dicono: noi non ci saremmo. Nella cultura che viene diffusa con la campagna referendaria non si aiuta nessuno a convivere con i problemi�.

Se il �S� vincesse, che cosa accadrebbe?

�Questa del referendum � soltanto la prima battaglia: si vuole aprire la strada dell'eugenetica. Ci troviamo di fronte a un cammino irto di difficolt�, con cadute di disumanit�. Perci� questo cammino va gestito con una cabina di regia che non sia di scontri e mozioni, ma consenta un approfondimento ben ponderato. La vita non pu� essere appiattita in una pseudo razionalit� scientifica. Questa � una prima battaglia, dicevo: poi avremo il discorso degli anziani, della lunga vita. In questa societ� la lunga vita, che era un dono e un successo, sta diventando una maledizione. Il sistema sociale, il sistema paramedico, la crisi economica dicono agli anziani: voi siete di troppo, voi vivete troppo. C'� una tentazione su chi "non serve pi�" che porter� all'utilitarismo, all'eutanasia. Ora discutiamo su quando inizia la vita. Ma c'� il rischio che si arrivi a stabilire anche questo: quando un anziano non ragiona pi�, non ha pi� vita? Quando un disabile non riesce a mangiare da solo, e se non � imboccato muore, non � pi� vita? Il discorso sull'embrione, il discorso sui disabili, il discorso sugli anziani sono frontiere di umanit�. Altrimenti, in maniera civile e razionale la nostra societ� rischia di nuovo di imbarbarirsi�.

Marco Tosatti