Comunità di S.Egidio


 

28/05/2005


Le giornate di Sant'Egidio a Genova �Dove sono gli aiuti promessi dal G8?� Dimenticata la tragedia degli Stati poveri

 

Genova�Dove sono finiti gli aiuti promessi all'Africa in questa stessa sala durante il G8 genovese?�. Mette subito il dito nella piaga, il presidente della Provincia, Alessandro Repetto, aprendo il convegno "Il futuro dell'Africa tra guerre dimenticate e guerra alla povert�" che si � tenuto ieri pomeriggio nel Salone del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale nell'ambito delle giornate di Italia Africa 2005, organizzate dalla Comunit� di Sant'Egidio. Iniziative analoghe si sono tenute infatti, oltre che nella Capitale - dove sono giunti anche Tony Blair e Bob Geldof - e nella nostra citt�, pure a Padova, Napoli, Matera, Bruxelles e Barcellona. E a Genova proseguono oggi.

Dimenticate, le promesse di sostegno e cancellazione del debito ai paesi africani, soprattutto in Italia che come ha denunciato Bob Geldof (che vent'anni fa organizz� il mitico Live Aid per l'Etiopia lanciando la moda dello spettacolo solidale e oggi fa parte della Commission for Africa voluta da Blair in vista del prossimo G8 che si terr� a luglio in Scozia) si colloca all'ultimo posto fra i 22 paesi pi� ricchi del mondo, dando solo il 2,43 % del prodotto interno lordo contro il 7,34 della Francia e l'8,91 del Giappone. Cos� come � dimenticata in generale la tragedia dell'Africa, dove ogni giorno muoiono migliaia di persone di guerra e di fame nell'indifferenza generale.

Un continente abitato da 800 milioni di persone, che fa notizia solo �se accade che un turista europeo venga mangiato da un coccodrillo�. Lo ha denunciato ieri a Palazzo Ducale don Matteo Zuppi della Comunit� di Sant'Egidio, uno degli artefici della pace in Mozambico, che ha preso il microfono dopo l'assessore alla cultura del Comune di Genova Luca Borzani, il vicepresidente della Regione Liguria Massimiliano Costa, il prorettore dell'Universit� di Genova, Adriano Giovannelli e l'antropologa Giovanna Parodi Da Passano.

Il religioso � appena tornato dal Congo, straziato dalla prima guerra mondiale africana che ha coinvolto anche i sette paesi confinanti, una delle emergenze dell'intero continente insieme alla crisi umanitaria del Darfur (Sudan occidentale) tornata in auge per un po' ai tempi del Festival di Sanremo. E per un Sudan del Sud che oggi muove i primi passi verso la pace dopo 21 anni di un conflitto sanguinoso che l'ha ridotto in macerie, c'� un Nord Uganda in piena guerra civile. E una Somalia, che con l'Italia ha un legame speciale, in completa anarchia dai tempi dell'intervento americano. Conflitti che diventano un modus vivendi, e una fonte di reddito per i signori della guerra, e poi malattie e povert�, legate l'una all'altra a filo doppio. Tanto che �se dovessimo disegnare delle cartine dell'Africa pi� colpita da queste tre disgrazie e poi sovrapporle esse coinciderebbero�. Ha detto ancora don Zuppi, che ha sottolineato le responsabilit� storiche del nord del mondo, dalla tratta degli schiavi al colonialismo all'attuale disinteresse. O carit� pelosa, visto che i pochi aiuti dei governi, Italia compresa, sono da spendere obbligatoriamente nei paesi donatori.

Nel corso del convegno sono poi stati letti ai molti presenti i "soliti" dati agghiaccianti: l'aspettativa di vita media di un cittadino dello Zambia � di 25 anni (mentre di un giapponese � di 85). Nel Botswana 21 persone su 100 sono malate di Aids, quindi 30-35 su 100 sono sieropositive. In Uganda 279 bambini su 1000 non arrivano ai 5 anni d'et�. Eppure basterebbe poco: un pozzo costa 2000 euro, con 25 si pu� comprare libri e materiale scolastico per una classe intera. E ora la Commission for Africa chiede agli stati ricchi lo 0,7 del reddito annuo da impiegare in scuole, cliniche, formazione dei giovani, aiuti all'agricoltura e alle piccole imprese. Cio� mezzo pacchetto di gomme da masticare al giorno per ogni cittadino del mondo industrializzato. Lo otterr�?

Lucia Compagnino