Il Movimento degli Amici della Comunit� di Sant'Egidio organizza annualmente quello che � diventato, ormai da tempo, un appuntamento importante nel mondo dei disabili di Roma e del La-zio; un incontro vissuto nel segno dell'amore, della fraternit� e dell'amicizia, una festa che sale dal cuore e che nasce dalla gioia dell'incontro con Ges�, con la sua Parola capace di trasfigurare la grigia esistenza di chi � segnato dalla malattia e dalla solitudine in una vita felice e piena di colori.
Quest'anno la solenne liturgia, tenutasi domenica mattina nella splendida Basilica di Santa Maria in Trastevere, � stata caratterizzata dalla presenza di un-dici adulti tra portatori di handicap e non, che hanno ricevuto il Sacramento della Cresima. Una scelta in sintonia con quanto si legge nel documento �L'iniziazione cristiana alle persone disabili� � pubblicato di recente dall'Ufficio catechistico nazionale della Conferenza Episcopale Italiana e presentato qualche mese fa a Bologna � dove la presenza congiunta dei disabili e non disabili � considerata una ricchezza per la vita ecclesiale.
La Santa Messa, concelebrata da don Matteo Zuppi, parroco della Basilica, � stata presieduta da Monsignor Vincenzo Paglia, Vescovo di Terni-Narni-Amelia nonch� consigliere spirituale della Comunit� di Sant'Egidio.
Pi� di mille le persone che hanno partecipato alla Celebrazione Eucaristica, di cui seicento disabili provenienti da di-
verse zone di Roma, dalla provincia e dalla regione.
Tra i presenti: Oscar Luigi Scalfaro, gi� presidente della Repubblica, Marco Impagliazzo, presidente della Comunit� di Sant'Egidio; Antonella Antezza, responsabile del Movimento degli Amici.
Un clima festoso ha subito inondato le navate della Basilica gremita di fedeli: applausi, canti modulati su musiche africane (Mozambico) eseguite al ritmo del suono del tamburo. Tanti i sorrisi sui volti accesi di felicit� di disabili e non: un dono della grazia del Signore ed espressione tangibile del Suo messaggio d'amore che raggiunge il cuore di
ogni uomo.
�L'elemento pi� significativo di questa liturgia � ha commentato Filippo Sbrana, volontario del Movimento degli Ami-ci � � la gioia e la partecipazione festosa di coloro che si riuniscono per questa occasione; Io si percepisce dai canti e dai volti sorridenti da cui traspare la gioia dell'incontro con il Signore, che � la testimonianza di come il Vangelo tra-sfiguri la vita di tutti gli uomini. Il Van-gelo, infatti, � veramente la risposta alle domande di tutti, come appare in modo evidente nella vita dei disabili mentali; molte volte si tratta di persone che hanno difficolt� concrete, che sono segnate da gravi malattie, ma nonostante questo si vede chiaramente come il Vangelo riesca a toccare il loro cuore e a rendere la loro vita gioiosa, serena, pienamente partecipe dell'incontro con gli altri e con il Signore�.
La Celebrazione Eucaristica � stata dominata dall'immagine dello Spirito Santo, spirito d'amore e d'amicizia, che discende sui dodici apostoli, cos� come rappresentato nella bellissima icona del-la Pentecoste � abitualmente custodita nella chiesa di Sant'Egidio � esposta ai piedi dell'altare.
�Allora Ges� ne radun� dodici ha esordito Monsignor Paglia � voi. siete invece undici, ma in realt� siete dodici, in quanto il dodicesimo � la Comunit�, che siamo tutti noi; Ges�, infatti, vuole che l'amore scenda su tutti ed ecco per-ch�, oggi, in certo modo si realizza la pagina del Vangelo che abbiamo ascoltato. Facciamo festa � ha aggiunto il Ve-scovo � perch� undici nostri amici so-no circondati dall'amore di Ges� e dal nostro amore. Oggi, questa fiammella di fuoco, che vediamo raffigurata nell'icona della Pentecoste, scende dentro di noi, ci comunica una forza nuova che ci rende tutti pi� forti e ci fa diventare � come si sente dire � "artisti dell'amicizia". Roma � pi� bella con noi, senza di noi sarebbe triste e grigia. Santa Maria in Trastevere � ha concluso Monsignor Paglia � che � un po' nel cuore della Comunit�, diventa, oggi, il luogo dell'amore e 'dell'amicizia, ciascuno di noi pu� dirsi davvero amico di Ges�, amico del Signore che continua a camminare
per le strade e le piazze creando festa, solidariet�, fraternit� fra tutti. E cos� che il Vangelo � diventato scuola per noi, una scuola vera, perch� questa scuola cambia il cuore e la vita, cambia intimamente ciascuno di noi e coloro che incontriamo. Questo significa festa per noi e io sono certo che ogni volta che obbediamo al Vangelo, qui a Roma e ovunque nel mondo, si applaude al Signore che � tornato in mezzo a noi�.
I disabili del Movimento degli Amici condividono con tutti i membri della Comunit� di Sant'Egidio l'impegno verso i pi� bisognosi, partendo dall'idea ispiratrice della Comunit� che �nessuno � tanto povero da non poter aiutare gli altri�. Molte di queste attivit�, che li ve-
dono protagonisti, sono state richiamate nell'offertorio: un'immagine grande del continente africano, simbolo del loro impegno di adozione a distanza in Madagascar; un disegno di una colomba che rompe le sbarre, con riferimento al loro impegno contro la pena capitale e a sostegno dei condannati a morte, in particolare del loro amico, John Perry.
�L'amicizia guarisce da tutti i mali � ci ha detto Maria Di Profio, disabile del Movimento degli Amici � e non conosce diversit� n� barriere, ma conosce � colori della vita che sono infiniti. Grazie agli Amici della Comunit� di Sant'Egidio ho capito che le diversit�, le difficolt� possono diventare una forza. Noi, infatti, facciamo tante cose anche per aiuta-re gli altri pi� sfortunati di noi, come andare a trovare gli anziani, la domenica dopo la messa, che vivono nell'Istituto Cottolengo�.
L'abitudine di andare a trovare anziani e disabili, che vivono la solitudine dello sradicamento dalla propria famiglia, � un impegno costante dei disabili del Movimento degli Amici.
Dopo la Santa Messa 250 disabili provenienti da 10 tra istituti e strutture residenziali (Nomentana Hospital, Rsa Villa Monica) sono stati ospitati dagli Amici nei locali parrocchiali della Basilica; i disabili della Comunit� hanno servito loro il pranzo, espressione concreta di questo servizio fraterno a chi vive una condizione pi� difficile.
Pier Vincenzo Rosiello
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