�Vivere e lavorare per gli altri riabilita qualunque esistenza umana, attivando energie insospettate che vanno a colmare grandi vuoti d�amore, causa primaria di molti mali del mondo. E spesso le risposte pi� sorprendenti si hanno proprio tra i pi� miseri ed emarginati, quelli che non a caso finiscono per affollare i luoghi di detenzione, sedi simbolo della criminalizzazione della povert�. Anna Ruocco � una volontaria della Comunit� di San�Egidio. Insegnante elementare di sostegno, da qualche anno � a contatto con i detenuti del carcere napoletano di Poggioreale, dove ieri pomeriggio, nella cappella della casa circondariale, ha partecipato a un incontro organizzato dalla sua Comunit� sul problema della pena di morte nel mondo. Con lei, tra gli altri, anche il direttore Salvatore Acerra, disponibile ad una singolare iniziativa di riflessione che - ulteriore tappa di un cammino di amicizia iniziato con la proiezione di un video sulle drammatiche condizioni dei manicomi in Albania, proseguito con una intensa Via Crucis e con un toccante pranzo di Natale all�interno della struttura penitenziaria - ha coinvolto un centinaio di detenuti, i religiosi e cappellani del carcere, gli agenti di custodia e Stefania Tallei, pedagogista e referente della Comunit� di S. Egidio sui problemi della detenzione e della pena capitale. �Abbiamo scelto Napoli, e Poggioreale, perch� qui la nostra campagna per la moratoria e l�abolizione della pena capitale ha trovato la maggiore solidariet�, dice Stefania Tallei, spiegando che delle 20mila adesioni raccolte tra il 1998 e il �99 nelle carceri italiane - le firme complessive sono ora a quota oltre 5 milioni -, pi� di 4mila venivano da Napoli: �Un primato encomiabile, segno di una sensibilit� misconosciuta all�esterno e testimonianza che tutti possono fare qualcosa per gli altri, quando si tratta di difendere il valore della vita, di tutte le vite. Purch� si spezzi l�isolamento dei detenuti, li si sappia ascoltare e li si coinvolga in iniziative per costruire una societ� diversa, pi� umana�. Perch� in fondo il carcere � lo specchio oscuro della citt� che l�ospita, e l�inasprimento della repressione - fino alla pena capitale vigente in molti Paesi del mondo - � solo un segnale dell�impotenza ad arginare la violenza. Per Anna e Stefania la strada � invece un�altra: �C�� bisogno di parlare al cuore di tutti, per umanizzare questa citt� che sembra diventare sempre pi� violenta - concludono -. E riflettere sulla barbarie della pena di morte, da pi� parti invocata di nuovo come risposta a una criminalit� disumana, pu� aiutare a capire che la violenza genera solo altra violenza�.
Donatella Trotta
Donatella Trotta
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