Comunità di S.Egidio


 

01/07/2005


Sant'Egidio, vicina ai disabili mentali con il �Movimento degli amici�

 

Essere amici condividendo la preparazione ai sacramenti. Questa � uno degli scopi del �Movimento degli amici� della comunit� di Sant'Egidio. Un'amicizia speciale quella che lega le persone di questo movimento: da pi� di trent'anni coinvolge infatti nelle sue attivit� i disabili mentali. La catechesi e la preparazione ai Sacramenti sono il frutto pi� bello di questa amicizia.

Nei giorni scorsi, nel corso di una solenne liturgia, presieduta dal vescovo di Terni, Vincenzo Paglia, hanno ricevuto il sacramento della Cresima undici adulti, tra cui alcuni disabili mentali. L'intuizione del Movimento degli amici sta �nella convinzione che il Vangelo sia per tutti e che non esistano ostacoli insormontabili nella comunicazione della Buona Notizia, anche a chi ha problemi di handicap mentale�, afferma Giuseppe Di Pompeo, coordinatore del Movimento.

La partecipazione alla cerimonia nella basilica di Santa Maria in Trastevere ne � stata una riprova. Si percepiva una fede che, pur non sapendo sempre esprimersi in modo articolato, riconosce nell'incontro con il Signore il tesoro della propria vita. �Un impegno generoso ed evangelico aiuta a vivere l'handicap in modo diverso - continua Di Pompeo - senza ignorarlo, ma senza esserne schiacciati�.

Il vescovo Paglia, dopo aver paragonato la festosa partecipazione alla celebrazione con la gioia delle folle che incontravano Ges�, ha osservato: �Ci si potrebbe chiedere, anche alla luce di una condizione di particolare debolezza, come si possano guarire gli infermi, risuscitare i morti, scacciare i demoni, come dice il Vangelo. Ma ogni giorno incontriamo persone per le quali la solitudine � come una morte, la tristezza � come una lebbra. Noi possiamo guarirli con la nostra amicizia. Siamo stati curati dall'amicizia del Signore e della Comunit�, abbiamo vinto la tristezza nella nostra vita e ora siamo chiamati a prenderci cura degli altri�. Proprio nei volti degli �altri�, presenti alla celebrazione questa sconfitta della solitudine era tangibile.

Filippo Sbrana