Il tempo � benevolo. Fa caldo, ma la sera si sta proprio bene. I giorni di aria immota, afa a 90 e caldo insopportabile sono stati finora davvero pochi, una benedizione per non sa che cosa � l�aria condizionata, per chi si muove solo con l�autobus e per chi non esce di casa. E� un bene per chi in vacanza non ci va mai.
A Roma 250 mila, pi� o meno, hanno pi� di 75 anni, e gli ultracentenari non sono pi� cos� rari. Molti di loro in vacanza non ci vanno. E� un segno della grande civilt� raggiunta, di come potrebbe essere la vita senza la violenza delle guerre, dell�inquinamento, dell�eccesso di competizione e, di certo, senza indifferenza. E� l�et� in pi�. E noi rappresentiamo bene un paese che fa a gara con il Giappone per longevit�, anche se in Giappone, pare, l�alto numero di anziani ha provocato una �delocation� verso le Filippine in isole affittate per gestire un problema sociale che si preferisce, a volte, avere fuori casa.
Roma, d�estate, � ancor pi� la citt� degli anziani. All�improvviso, gli anziani diventano i padroni di Roma, mentre un pezzo di citt� chiude. Padroni gentili, che non sono invidiosi dei giovani che riempiono le Capannelle o l�Appia Antica per Laura Pausini e Caetano Veloso. Padroni che non si sbracciano per il bel concerto di Giorgia o per vedere, sempre all�Auditorium, Brian Wilson, un mito per un�intera generazione di bevitori di Coca Cola al suono di �Ba-Ba-Ba-Barbara Ann�. Gli anziani possono essere i padroni della citt� e tutta la capitale potrebbe avvantaggiarsene. Perch� se i tempi di attesa nelle Asl e negli uffici postali diventassero a misura loro, anche gli altri ne godrebbero. Se vi fossero panche sufficienti per sedersi quando si deve aspettare, se dall�altra parte del vetro e sui tavoli le informazioni fossero sempre dette e scritte per chi ci vede o sente un po� meno. Potrebbero essere i padroni della citt� se smettessimo di avere paura della vecchiaia.
Ne abbiamo paura perch� svela la debolezza e la dipendenza dagli altri, mentre cerchiamo di nasconderlo agli altri e a noi stessi con tutte le nostre forze. Debolezza e dipendenza dagli altri, per�, non sono maledizioni, sono solo un dato normale - anche se ormai lo si nega - perch� questo � il sentire (sbagliato) prevalente. Debolezza e dipendenza dagli altri sarebbero la normale condizione della vita, che negli anziani diventa pi� acuta, pi� scoperta. Dobbiamo essergli grati per questo. Ci aiutano a costruire una vita meno artificiale. Anche meno violenta.
Il Comune ha smesso di avere paura dei vecchi e comincia a farne una priorit�. Chi ha fatto di Roma un laboratorio della citt� del futuro con programmi come �Sol s� soli no�, mettendo in rete persone, servizi e amministrazioni, dai portieri degli stabili alla Regione e al Ministero della Salute, di certo ha smesso da un pezzo di avere paura dei vecchi e della vecchiaia. Si avviano a diventare normali le campagne estive (e invernali) per fare crescere �i servizi di prossimit��. Ma la chiave di tutto, per evitare che l�estate e la vecchiaia si trasformino in un pericolo e in una �maledizione� sta nella rottura dell�isolamento e nella re-invenzione di un�intera citt� con gli anziani, invece che senza � e per questo contro - gli anziani. Sta nella capacit� di inventare l�acqua calda, il buon vicinato, nella scintilla di un interesse umano che prenda il posto della paura e del disprezzo, del sarcasmo o dell�indifferenza. I telefoni della solidariet� raccontano mille volte al giorno come parlarsi diventa una grande medicina, suonare la porta o chiedersi come sta quello del quarto piano senza ascensore, anche. Ridare agli anziani la citt�, davvero � un guadagno per tutti.
Mario Marazziti
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