Il luogo, Lione, sar� per tre giorni un laboratorio del dialogo. I protagonisti, i rappresentanti delle pi� grandi religioni e della cultura laica, da domani fino a marted� saranno fabbri della pace, tessitori del dialogo e pittori del nuovo umanesimo. Ritorna per il diciannovesimo anno consecutivo, infatti, l'incontro internazionale �Uomini e religioni�. Un evento nato dal seme dell'incontro ecumenico interreligioso voluto ad Assisi nel 1986 da Giovanni Paolo II e costantemente riproposto ogni anno in diverse citt� europee dalla Comunit� di Sant'Egidio, toccando per tre volte Roma (1987, 1988 e 1996), due Milano (1993 e 2004) e poi citt� diverse come Gerusalemme (1995) o Varsavia (1989) Bucarest (1998) e Palermo (2002). �Il coraggio di un umanesimo di pace� � il tema che quest'anno coaguler� intorno a s� le numerose riflessioni e discussioni proposte in questi giorni, rilanciando e ridefinendo il tema affrontato dodici mesi fa a Milano: �Il coraggio di un nuovo umanesimo�. A spiegare il motivo che orienta tutto il cammino degli incontri internazionale sin dal 1987 e il filo rosso che legher� i momenti di scambio in programma a Lione � lo stesso fondatore della Comunit� di Sant'Egidio, Andrea Riccardi, che ieri � intervenuto alla conferenza stampa di presentazione dell'evento: �Oggi la soluzione pi� realistica, anche perch� l'unica alternativa a un mondo ridotto a muri e guerre - ha sottolineato - � proprio quella di ricostruire l'arte del convivere. E non si tratta di utopia ma di faticosa realizzazione�. Una fatica che prender� il via domani pomeriggio alle 16,30 con gli interventi, tra gli altri, di Jean-Dominique Durand, presidente della �Fondation Fourvi�re�, del cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, di Bruno Bottai, presidente della �Fondazione Balzan�, di Rowan D. Williams, arcivescovo di Canterbury e primate della Comunione anglicana, di Armando Emilio Guebuza, presidente della Repubblica del Mozambico, diSimone Veil, membro della Corte Costitu zionale, ex presidente del Parlamento Europeo. �Ho partecipato all'incontro di Milano dell'anno scorso - ha detto il cardinale Barbarin - e ho visto come solo nel clima creato dall'incontro "Uomini e religioni" sia possibile ricostruire le ragioni del dialogo in un confronto franco. Una consapevolezza che ci ha spinto ad aprire le porte di Lione a questo evento�. E il tono interreligioso sar� dato dalla prima delle ventiquattro tavole rotonde che animeranno i giorni di Lione. �Le religioni per un nuovo umanesimo� sar� il tema sul quale Bruno Frappat, presidente dell'editrice Bayard, interrogher� il cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell'unit� dei cristiani, Yona Metzger, rabbino capo d'Israele, ed Ezzeddin Ibrahim, consigliere presidenziale degli Emirati Arabi Uniti. Incontro interreligioso ma memore della tradizione sociale della Francia, che quest'anno ricorda i cento anni dalla legge sulla laicit�, con il totale disimpegno della Stato nei confronti delle religioni. A ricordarlo, ieri, � stato Jean-Dominique Durand: �Lione ospita la Chiesa primaziale di Francia - ha sottolineato il responsabile dell'ente che si occupa del patrimonio della cattedrale della citt� -, la pi� antica diocesi francese. Ma questa � anche la citt� dell'Ottocento operaio. Due tradizioni che si incontrano proprio sul campo dell'attenzione sociale. E proprio su quest'ultima dimensione lo spirito promosso dalla Comunit� di Sant'Egidio si riconoscer� in questi giorni�. Due patrimoni diversi che nell'incontro e nel dialogo possono fornire al mondo una risposta sui temi pi� attuali e urgenti. Come ha spiegato ieri alla conferenza stampa Mario Marazziti, della Comunit� fondata da Riccardi: �In maniera particolare quest'anno vorremmo indicare la via per uscire da una globalizzazione sempre pi� diffusa eppure incapace di trovare una sintesi animata dalla giustizia, al di l� delle logiche di mercato�. Un obiettivo che vedr� sul tavolo delle discussioni te mi come l'eredit� di Giovanni Paolo II, il volto attuale del Libano, i diritti umani, la situazione dell'Africa e lo scandalo delle cure negate ai malati di Aids, il rapporto tra umanesimo e laicismo, l'11 settembre, lo tsunami. Un intenso lavoro, che sar� segnato dalla memoria del genocidio degli Armeni, di cui ricorre il 90� anniversario, accanto al ricordo del 60� da Auschwitz e da Hiroshima, e che terminer� marted� con la cerimonia finale al teatro gallo-romano, il luogo da dove il 4 ottobre 1986 Giovanni Paolo II lanci� l'appello per un giorno di tregua in tutti i conflitti del mondo in occasione dell'incontro interreligioso di Assisi.
Matteo Liut
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