Comunità di S.Egidio


 

11/09/2005


Da qui l'appello di pace di Wojtyla

 

�In questo giorno della festa di san Francesco, apostolo della pace evangelica, da questa citt� di Lione, al termine della nostra celebrazione ecumenica, desidero lanciare solennemente a tutte le parti in conflitto nel mondo un appello ardente e pressante affinch� esse osservino, "almeno durante tutta la giornata del 27 ottobre, una tregua completa dei combattimenti"�. Era il 4 ottobre 1986, mancavano 23 giorni all'incontro ecumenico interreligioso di Assisi e Giovanni Paolo II si rivolgeva cos� al mondo intero da Lione, durante il suo viaggio apostolico in Francia.

A 19 anni di distanza l'incontro �Uomini e religioni�, che grazie all'impegno della Comunit� di Sant'Egidio ha raccolto l'eredit� dello spirito di Assisi, si tiene proprio nella citt� da dove Wojtyla volle preparare il mondo al grande evento. �Lancio con fiducia questo appello, perch� credo al valore e all'efficacia spirituale dei segni - continuava il Papa nel 1986 -. La tregua del 27 ottobre sia un incitamento, per le parti in conflitto a intraprendere o a proseguire una riflessione sui motivi che le spingono a ricercare attraverso la forza, con il suo seguito di miserie umane, quello che potrebbero invece ottenere attraverso i negoziati sinceri e il ricorso agli altri mezzi offerti dal diritto�.

Un discorso, quello del Pontefice, che prima ancora dell'incontro di Assisi, voleva tracciare il cammino di crescita del dialogo interreligioso. �Negli anni "Uomini e religioni" ha visto allargarsi il dialogo includendo il pensiero umanista - ha sottolineato ieri Mario Marazziti, della Comunit� di Sant'Egidio, durante la conferenza stampa di presentazione dell'evento a Lione -. I temi religiosi si sono sempre pi� intrecciati con i nodi, le difficolt� e le sofferenze del mondo. Per costruire un umanesimo in grado di offrire una via di uscita dal terrorismo e dalla guerra�. Una questione, quella del terrorismo, niente affatto estranea e sconosciuta neppure 19 anni fa: �Rivolgo quest'appello anche a coloro che cercano di raggiungere i loro scopi con il terrorismo o altre forme di violenza - sottolineava con forza Giovanni Paolo II il 4 ottobre 1986 -. Possano queste persone e i loro mandatari, possano tutti i popoli e le fazioni in guerra ascoltare l'appello che Dio rivolge alla loro coscienza�. La pace, insomma, come sottolineato anche ieri dal cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, �� un bene supremo che appartiene a tutti�