inviato a LIONE
E' all'ombra di un terrorismo che appare sempre pi� minaccioso che la Comunit� di Sant'Egidio ha aperto ieri la sua diciannovesima edizione dell'incontro internazionale �Uomini e Religioni�. Il rapporto con l'Islam dal cui seno nasce la minaccia alla pace mondiale � un punto centrale. Ma � possibile realmente un dialogo? Lo abbiamo chiesto ad Andrea Riccardi, il fondatore della Comunit�.
�Non nascondo che stiamo vivendo un periodo in cui l'Islam, sembra attraversare un momento di malattia, una fase di grave turbolenza. Proprio per questo bisogna vincere la diffidenza che � cresciuta fra mondi e religioni, un terreno pericoloso, utile a coloro che vogliono scavare fossati, usare le religioni per battersi, dominare grazie alla morte e alla violenza. Come dice il mio amico Mohammed Talbi: "quando si spezzano le penne, � l�ora dei coltelli"; � la miseria del pensiero�.
Il dialogo pu� fermare le bombe?
�Affermare che lo scontro di civilt�, e anche quello fisico, violento, siano inevitabili, potrebbe apparire realistico. Ma non coraggio, � una reazione di paura. La violenza non � coraggio. Ora, le religioni, che fino a qualche anno fa venivano considerate in via di sparizione, o tutt'al pi� fenomeni di folclore, sono tornate sulla scena del mondo. E hanno qualche cosa di pauroso perch� possono essere o benzina per il fuoco della guerra, o acqua per spegnere l�incendio. Per questo siamo qui, per dare la risposta di Assisi 1986: uno accanto all�altro, non pi� uno contro l�altro�.
Assisi era nel 1986, e oggi siamo a quattro anni dall'11 settembre 2001...
�Se non ci fosse stata Assisi, e il lavoro dopo, la situazione sarebbe assai pi� grave. Molto pi� grave. Gli uomini di religione spesso possono restare prigionieri dei loro mondi, anche in un conflitto; e quindi incontrarsi prima ha avuto... � stata una pace preventiva. Bisogna che questo continui ancora di pi� intensamente dopo Madrid, dopo Londra� Ci saranno uomini che testimoniano la fede e il dolore della violenza�.
Ma a questi incontri, che parte dell'Islam � presente? Certo non i terroristi.
�Il mondo musulmano, pi� di un miliardo di credenti - non � tutto eguale; questa � una semplificazione che vuole Bin Laden, che vuole presentare un Islam globale terrorista e violento. Un Islam sradicato dalle tradizioni dei diversi paesi. L'Islam che viene qui? Non abbiamo cercato il musulmano "buono", che ti viene a dire salaam, salaam, pace pace pace; qui cerchiamo di parlare con i tanti volti dell�Islam. Se avessimo davanti un Islam globale e violento, l�unica soluzione sarebbe la guerra e l�espulsione dei musulmani. Ma noi siamo convinti che ci sia una pluralit� di Islam, una pluralit� di mondi musulmani�.
L'impressione che si ha di Benedetto XVI � che privilegi l'identit� al dialogo. E' vera?
�Ha parlato di dialogo e amicizia con ebrei e musulmani a Colonia. Se preferisce l�identit� � perch� il Papa non � il Segretario generale dell�Unesco, che favorisce il dialogo fra le civilt�. Il papa deve confermare i fratelli nella fede e comunicare il Vangelo. Questo � il suo primo compito. Ma siccome il papa � un grande cristiano, ed � testimone dell�amore di Ges�, � anche qualcuno che esorta gli uomini a parlarsi, a incontrarsi a essere amici. Non vedo una contraddizione fra le due cose. Certo se vogliamo ridurre la chiesa cattolica a un�agenzia dell�Unesco, e il Papa al suo Direttore Generale, allora no. Dobbiamo stare attenti, perch� c'� stata in passato una banalizzazione, una folclorizzazione del dialogo, una buffoneria. Qui abbiamo un dialogo di popolo. Vogliamo fare un dialogo in cui i popoli si riconoscano. Nelle differenze. E �le differenze non si riducono con le guerre. Ma la lezione � proprio questa: non c'� niente al mondo, neanche una religione, che possa essere egemone. Niente egemonie in un mondo globalizzato: siamo numerosi e diversi, e dobbiamo vivere insieme�
Marco Tosatti
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