Comunità di S.Egidio


 

14/09/2005

NEL NOME DI DIO, CERCATE LA PACE E RIFIUTATE L'ODIO.
QUESTO L'APPELLO DELLE RELIGIONI DA LIONE, DOVE SI E' CONCLUSO L'INCONTRO INTERNAZIONALE PROMOSSO DALLA COMUNIT� DI SANT'EGIDIO

 

Per pregare, per dialogare, per far crescere un umanesimo di pace : per questo uomini e donne di religioni differenti si sono ritrovati per tre giorni a Lione in Francia, dove ieri sera con la firma dell'appello di pace, si � concluso il 19.mo appuntamento con "Uomini e Religioni", l'annuale incontro organizzato dalla Comunit� di Sant'Egidio. Ce ne parla Francesca Sabatinelli:

Da Assisi 1986 a Lione 2005, il grido � lo stesso: le religioni non vogliono la violenza e la guerra; la vita umana � sacra. L'appello di pace si leva dal teatro gallo-romano che accoglie i leader delle religioni mondiali, uniti anche attorno alla memoria di Giovanni Paolo II, colui che fu maestro di dialogo e testimone della santit� della pace. Pace senza la quale, e' l'appello, questo mondo diviene disumano. Le religioni dicono ancora una volta che per legittimare la violenza non si deve usare il nome di Dio, chiedono il rispetto della vita umana ma anche quello per i luoghi santi della vita spirituale, deplorando la distruzione dei luoghi religiosi dell'una o dell'altra comunit�, chiedono ai responsabili politici della Terra di ascoltare il grido di chi soffre per guerra o terrorismo. Il mondo e' lontano dagli obiettivi del millennio che si era dato per abbattere la povert�.

Di fronte ai conflitti, alla povert� non bisogna rassegnarsi, sollecita Andrea Riccardi, il mondo pu� cambiare. E a Lione si ribadisce che il nome di Dio � un nome di pace. Una aspirazione suggellata da un evento particolare tra cattolici e protestanti nella basilica di Fourviere, in passato simbolo dell'incomprensione tra le due confessioni: una targa di riconciliazione posta dalla diocesi di Lione nella cripta, laddove tra alcuni medaglioni raffiguranti le eresie ve ne � uno che mostra un Lutero "ladro e mercante". Nel teatro risuona un appello a non ripetere ci� che accadde 60 anni fa ad Auschwitz: � quello di Benjamin Orenstein, ebreo polacco sopravvissuto al campo di sterminio. I suoi sono stati 60 anni trascorsi nel dolore per aver perso i propri cari, e nella speranza che tutto ci� non si ripeta pi�. E poi l'altro orrore del 1945: l'attacco atomico su Hiroshima. Lo ricorda Kojun Handa, un rappresentante del buddismo giapponese, quando parla di una tale agonia da aver reso i sopravvissuti invidiosi di coloro che erano morti. Si deve chiedere l'immediata abolizione delle armi nucleari, dice Handa, ci si deve oppor-re alla guerra e all'antagonismo tra uomini. Una traccia la regala l'insegnamento di Fr�re Roger, fondatore della comunit� di Taiz�, che a Lione viene riproposto dal suo successore Fr�re Alois: "cerca di comprendere piuttosto che cercare di essere compreso".

Da Lione, Francesca Sabatinelli, per la Radio Vaticana.

Ma quale cammino � stato fatto in quasi 20 anni di Incontri organizzati dalla Comunit� di Sant'Egidio? Francesca Sabatinelli lo ha chiesto al fondatore della Comunit� il prof. Andrea Riccardi:

R. - Ci sono stati dei salti incredibili. Penso, ad esempio, al fatto che nell'86 e '87 non si riuscivano a mettere insieme musulmani ed ebrei, soprattutto i musulmani si rifiutavano di venire se c'erano gli ebrei. Ricordo che, in clima di Guerra Fredda, dest� grande stupore la presenza del rappresentante del Patriarcato di Mosca. C'era il sospetto che lo spirito di Assisi fosse sincretismo, si pensava che questa fosse una parata di signori con bei vestiti vario-pinti: in realt� questo � stato un cammino profondo, che ha avvicinato gli uomini ed ha fatto scaturire energie di pace. Sono nate iniziative di pace. Io non voglio, per�, essere ossessionato dai risultati, da una sorta di contabilit�, perch� sono convinto che il dialogo d� risultati in profondit�, nel tempo, sul lungo periodo. E secondo me li sta dando. Se non avessimo avuto questo movimento di incontro, di amicizia, di conoscenza, noi all'11 settembre e all'idea dello scontro di societ� saremmo arrivati senza paracadute, senza conoscerci, lasciandoci prendere dalle logiche dei conflitti. Direi, invece, che anche il cordoglio verso gli Stati Uniti dopo 1'11 settembre e il dialogo hanno manifestato questa amicizia che c'� fra i diversi mondi religiosi.

D. - Questa 19.ma edizione come la riassumiamo?

R. - Io la riassumerei cos�: dopo 1'l1 settembre - giorno che ha cambiato il mondo - le religioni con il loro cammino, con il loro cammino anzitutto di fede, dicono che non c'� un mondo umano senza la fede e senza la preghiera. Ricordiamo il grande insegnamento di Serafino di Sarov: "Cerca la pace in te stesso e attorno a te migliaia la troveranno". Se l'uomo trova la pace nel suo cuore � pi� forte per lottare nella pace.

Francesca Sabatinelli