Comunità di S.Egidio


 

17/10/2005


Da S. Maria in Trastevere alla Sinagoga.

 

Un tragitto breve, oggi amato da turisti e romani, molti dei quali ignari del fatto che, invece, sessantadue anni fa, quello stesso percorso signific� la morte per la maggior parte dei 1021 ebrei romani, vittime delle Leggi Razziali, deportati nei campi di sterminio. Solo in 17 tornarono a Roma. Era il 16 ottobre del 1943 quando i nazifascisti entrarono nelle case degli ebrei romani e diedero loro 20 minuti di tempo per raccogliere gli oggetti personali. Venti minuti per dire addio alla propria casa, al proprio lavoro, ai propri cari. Venti minuti per dire addio alla vita. Per non dimenticare quei tragici momenti che segnarono l�inizio della Shoa nella Capitale, si � svolta ieri una fiaccolata silenziosa lungo il percorso della deportazione del 16 ottobre del 1943. Un momento intenso, promosso dalla Comunit� di S. Egidio, al quale hanno partecipato il sindaco Walter Veltroni, il presidente della Regione Piero Marrazzo, l�assessore alle Politiche sociali della Provincia, Claudio Cecchini, il Rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, il presidente dell�Unione delle comunit� ebraiche italiane Amos Luzzatto, il cardinale Walter Kasper, presidente della Pontificia Commissione per i rapporti religiosi con l�Ebraismo, Leone Paserman, presidente della Comunit� ebraica di Roma, Andrea Riccardi, della Comunit� di S. Egidio. � stato poi letto un messaggio del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. �Ogni anno sempre pi� persone partecipano alla marcia - ha sottolineato Veltroni - segno che la memoria si rafforza, sulla via del dialogo e della pace�. Il presidente Marrazzo, ha voluto partecipare con la figlia �come cittadino per ricordare un atto barbarico e impedire che si ripeta nuovamente�.

Susanna Novelli