Comunità di S.Egidio


 

30/10/2005

Il Sinodo dell'Anno dell'Eucaristia
Che cosa vuol dire cambiare per la Chiesa?

 

Il Sinodo sull'Eucaristia � forse il segno che la Chiesa ha scelto di concentrarsi sulla sua vita interna? E una questione emergente tra quanti, dopo l'evento, si interrogano su di esso. Si chiedono: che cosa cambia? Ma a questo livello c'� una domanda pi� profonda: che cosa vuoi dire cambiare per la Chiesa? Cambiare non vuol dire adattarsi a quella che sembra essere l'agenda dettata dalla cosiddetta opinione pubblica. Questa agenda, tra l'altro, � qualcosa di cangiante secondo gli umori, i tempi, le congiunture. In realt� il cambiamento nella vita della Chiesa � qualcosa di profondo e di originale, ben diverso dagli adattamenti richiesti di volta in volta.

Ma a che serve un Sinodo allora, se non si decide niente di nuovo? Qui si tocca un punto qualificante della comunione e della comunicazione nella Chiesa. Quando si ribadisce che il Sinodo non � un'assemblea parlamentare, non si vuol dire solo che non vota leggi o non decide secondo le prassi delle democrazie liberali. Il Sinodo � un evento di comunione ecclesiale. Per questo la sua qualit� spirituale � decisiva. Il dibattito dei Padri, gli interventi, le tre settimane di riunione. l'insieme dell'evento sono stati attraversati da un forte clima spirituale.

I Vescovi non si parlano solo a distanza: non affidano le loro preoccupazioni. le loro gioie solo a messaggi attraverso la stampa, non esprimono posizioni cristallizzate e contrapposte. I Vescovi non dibattono in maniera ideologica, come fazioni di un senato mondiale; ma a partire dalla realt� della propria esperienza pastorale, si interrogano insieme sul bene della Chiesa. L'incontro dei Vescovi con il Santo Padre ha gi� di per s� un valore di comunione: vedersi direttamente, pregare insieme, ascoltarsi con pazienza, conoscersi, allargare il proprio orizzonte... L'unit� della Chiesa � stata detta e vissuta, durante il Sinodo, in lingue diverse, a partire da mondi cristiani differenti, che si sono messi in relazione tra loro e si sono espressi attraverso i Vescovi attorno all'Eucaristia. L'incontro diretto e la preghiera comune sono parte irrinunciabile nella vita della Chiesa. Vedersi e parlarsi � importante. I mezzi di comunicazione di un mondo globalizzato non hanno sostituito l'incontro personale, quello che fece salire l'apostolo Paolo a Gerusalemme per incontrare Pietro e gli altri.

Innanzi tutto i Padri hanno vissuto ed hanno riaffermato lo �stupore� di fronte al grande dono dell'Eucaristia. E' un'espressione evangelica (lo stupore di fronte ai miracoli e alla persona di Ges�), suggerita dal relatore generale. il Card. Scola, che ben esprime la presa di coscienza di un dono totalmente gratuito. Nel Messaggio si ammonisce: �Nessuno si consideri padrone della liturgia della Chiesa�. La coscienza di gratuit� fa la vita della Chiesa e la connota in modo tutto particolare in un mondo dove, invece. tutto si vende e tutto si compra. Il Sinodo ha riproposto che tutto parte da Dio,

dal dono che fa di se stesso, dono gratuito. Lo stupore si accompagna sempre allo scandalo, in senso paolino, che avviene nella nostra mentalit� e nella nostra cultura. In fondo una logica mercantilistica e economicistica viene scandalizzata; ma � una logica sempre pronta ad entrare nel nostro pensiero ecclesiale, scardinando quella che � la coscienza stupita del gran dono di Dio. In questa prospettiva si coglie il significato spirituale del Sinodo, che avr� un riverbero nelle diverse Chiese particolari e nei pi� vari ambienti cristiani. A partire dall'Eucaristia ci si � immersi nuovamente in quella cultura della gratuit� che accompagna la fede cristiana. Questo deve emergere dal cuore dei cristiani e brillare sul volto della Chiesa come gioia. Sarebbe un grande cambiamento (questo � il modo di cambiare della Chiesa): vivere la gioia di cui Benedetto XVI parla spesso e che il Sinodo ha evocato.

Il Sinodo dei Vescovi si � concentrato su una tematica ad intra, intima. Ma, nella logica della vita ecclesiale, la concentrazione ad intra non � dimenticanza di quanto � ad extra: anzi i due aspetti sono profondamente connessi. Nel messaggio finale si � parlato di una presa di coscienza �delle situazioni drammatiche e di sofferenze causate dalle guerre, la fame, le differenti forme di terrorismo e di ingiustizia, che colpiscono la vita quotidiana di centinaia di milioni di persone�. Lo scenario della secolarizzazione dei paesi occidentali � stato pi� volte evocato. Questo � avvenuto perch� i contemporanei, cristiani e non cristiani, ricchi e poveri, sono stati presenti al Sinodo, come lo sono in qualche misura nella preghiera, quando si celebra l'Eucaristia.

Quando la Chiesa si raccoglie nell'Eucaristia, si apre con grande amore a tutti. La Chiesa, che trova nello �spezzare del pane� il suo cuore, si proietta ad extra con il volto gioioso e rinnovato nell'incontro con il Signore vivo. Il messaggio sinodale si rivolge a tutti i cristiani, ai sacerdoti, ai consacrati, ai giovani, alle famiglie, ai seminaristi, agli ammalati e ai disabili: a tutti parla di rinnovamento �dell'entusiasmo apostolico e missionario�. Quando la Chiesa si raccoglie attorno all'Eucaristia, ritrova la commozione profonda per le folle, quella di Ges� mostrataci dal racconto evangelico. E la commozione che le fa comunicare il Vangelo, che la fa essere vicina a chi soffre.

Lungo questa strada essa non � chiamata a dare ci� che non ha, quindi ad adattarsi alle logiche della cultura di questo mondo. a fare l'analisi dei bisogni su cui misurare la propria offerta, ad imitare le istituzioni internazionali o politiche. Come l'apostolo Pietro innanzi all'uomo storpio seduto presso la porta del tempio di Gerusalemme, essa dice all'umanit� del tempo presente: "Non possiedo n� oro n� argento, ma quello che ho te lo do, nel nome di Ges� Cristo, il Nazareno, alzati e cammina" (At 3. 4). Non ha la moneta corrente di questo mondo: ma d� con gioia quello che ha ricevuto dal suo Signore.

Andrea Riccardi