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12/11/2005 |
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Beira, capoluogo della regione di Sofala, nel centro del Mozambico, � il 4 ottobre 2005, festa nazionale nel tredicesimo anniversario delle firma degli accordi di pace dopo una guerra civile durata sedici anni che ha fatto un milione di morti. Una manifestazione organizzata dalla Comunit� di Sant�Egidio vede tanti giovani sfilare dalla piazza del Municipio al palazzetto dello sport. Sono tanti, festosi e ordinati. Cantano: �Quatro de outubro a paz chegou em Mo�ambique, quatro de outubro Sant�Egidio � o nome da paz�. Si perch� il 4 di ottobre del 1992 la pace �irruppe� in Mozambico, e la Comunit� di Sant�Egidio, artefice della mediazione, rappresenta in questo Paese il nome della pace. Oggi il Mozambico � una terra pacificata, con un tasso di sviluppo economico che � uno dei pi� alti tra i Paesi africani, dove la popolazione mite e allegra sembra non aver mai vissuto sedici anni di guerra e di terrore. Purtroppo, in questi anni di vita pacifica, una grave epidemia di AIDS ha colpito la popolazione, seminando morte e povert�. Si calcola che il 15% dei 19 milioni di abitanti abbia contratto il virus, circa 3 milioni di persone, un mozambicano su sette. E� come un�altra guerra che ha fatto pi� vittime del conflitto fratricida tra il Frelimo e la Renamo. Il programma DREAM (Drug Resource Enhancement against AIDS and Malnutrition) avviato da alcuni anni dalla Comunit� di Sant�Egidio, � per tanti mozambicani una buona notizia, in quanto permette di accedere gratuitamente a quelle cure che in Europa esistono e che invece sono negate agli africani. E�un sogno che per tanti � diventato realt�: quella di essere curati, di poter guardare al domani con fiducia e speranza. Il programma prevede di intervenire sulle giovani donne che sono le pi� colpite dal virus, al duplice scopo di salvare la loro vita e consentire ad esse di partorire ed allevare bambini senza AIDS, insomma con il programma DREAM si vuole salvare il futuro ed alleviare il presente di tanti mozambicani. La regione di Sofala, � la zona del Mozambico dove l�AIDS ha il pi� alto tasso di diffusione. Per questo, uno dei centri del progetto � stato realizzato in questa zona, nella localit� di Manga Chingussura alla periferia di Beira. Anche la Campania ha fatto al sua parte: parrocchie, farmacie, gente comune. Tante persone hanno accolto con generosit� e simpatia la proposta di DREAM, credendo che � possibile vincere la battaglia contro l�AIDS in Africa, senza cedere al pessimismo e al senso di impotenza che nelle societ� occidentali, sembra aver contagiato molti. Il programma DREAM ha tracciato una strada, ha fatto intravedere come si possa trasformare l�epidemia HIV da tragedia di dimensioni bibliche in una chance, ridisegnando un modello di sistema sanitario fatto su misura per l�Africa. Vediamo medici, infermieri ed altro personale ritrovare le ragioni del proprio lavoro. Negli ultimi mesi il coordinamento delle varie attivit� coinvolge sempre pi� gli africani, e questo � un aspetto di grande rilevanza. Sono persone che hanno scelto di non fuggire dal loro Paese, ma cercano di costruire un futuro per se stessi e per i loro concittadini nella loro terra, lavorando con tenacia e passione. Ne abbiamo incontrati tanti in questi giorni, come i giovani della Comunit� di Sant�Egidio che abbiamo accompagnato nelle anguste e sovraffollate prigioni africane, che abbiamo visto distribuire cibo e sapone ai poveri mendicanti della citt� e che insegnano ai bambini di strada a studiare e a diventare uomini di pace. DREAM � un ponte di solidariet� che unisce l�Europa e la Campania all�Africa. Nei prossimi mesi verranno aperti altri centri in Nigeria e Guinea Conakry che si aggiungeranno a quelli gi� esistenti in Mozambico, Malawi, Guinea Bissau e Tanzania. E� un contagio di una nuova speranza di cui l�Africa ha bisogno, che rende migliore l�Africa e tutti noi.
Antonio Mattone
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