Comunità di S.Egidio


 

24/11/2005


Pasta, latte e vecchi cappotti: la lunga fila dei nuovi poveri

 

ITALIANI soprattutto. Magari impiegati. Gli stipendi che non bastano, le pensioni meno che mai: ed ecco che si mettono in coda davanti alle comunit� per prendere cibo, vestiti, per avere tachipirina oppure una visita dentistica. A Sant'Egidio, a Roma, sono sempre di pi�: e l'emergenza � per gli ultra 65enni.

Emesto ci vede poco, ha gli occhi velati dalla cataratta. Ma non salta mai il turno della beneficenza. �Senza la spesa di Sant'Egidio - racconta l'anziano signore - il mio stomaco resterebbe vuoto troppo a lungo. Dalla mia tavola gi� ho dovuto togliere il pesce, la carne e la frutta che mi piace tanto, soprattutto la mela cotta. Che vuol farci, la pensione che prendo non mi consente di scialacquare�.

Ernesto abita alla Magliana, � uno dei tanti nuovi poveri di Roma. Sono circa 800 i pensionati che due volte al mese - sempre il marted� mattina e divisi in due gruppi di 400 per non creare la ressa - la-sciano la periferia o gli appartamenti del centro per raggiungere Trastevere. Via Anicia, per l'esattezza. Una strada appartata a pochi passi da Piazza Mastai e dal ministero dell'Istruzione. Qui, al civico 7 c'� la sede del Centro �Genti di pace� della Comunit� di Sant'Egidio. Un porto-ne quasi anonimo, di fronte all'Associazione nazionale Bersaglieri, ma miracoloso per chi pur avendo una casa non riesce ad arrivare a fine mese.

Se si percorre questa via nei giorni della distribuzione della razione alimentare (marted� mattina gli italiani, il pomeriggio gli immigrati e il venerd� pomeriggio gli zingari) sembra di essere in un altro mondo. Una massa di gente in fila per un pacco di pasta, un litro di latte, due scatolette di tonno e un cappotto usato. Ed � festa grande quando dalla borsa di Sant'Egidio s'intravede anche l'olio o un "piede" di lattuga. �Purtroppo la povert� � diffusa�, sottolinea Francesca Zuccari, una dei 15mila volontari romani che fanno benificenza per fratellanza e vicinanza senza essere stipendiati. E si scopre che, paradossalmente, mentre diminuisce il numero degli immigrati bisognosi sale quello dei nostri connazionali. Il Centro � in funzione dagli anni 80. Ma � soprattutto in questi ultimi anni che l'affluenza � cresciuta a dismisura. 497 sono state le persone italiane che lo scorso han-no chiesto cibo e vestiti per la prima volta: anziani il 38%, famiglie in difficolt� il 30%, senza casa il 29%, invalidi il 3%. Ora invece a �colpire� � l'immenso bisogno degli ultra 65enni.

�Gli anziani con l'alloggio che assistiamo sono sempre di pi�: hanno superato ormai il 50%. Quel 38% del 2004 � solo un ricordo� - precisa Zuccari. E i pensionati non vanno al Centro solo per riempiere il carrello della spesa. Enzina, 61 anni, � arrivata in via Anicia da Fiumicino. �Una mia amica mi ha detto che qui c'� il podologo, � vero?, ma c'� anche il dentista�?, chiede all'operatore della Comunit� che distribuisce il tagliando con il numeretto a chi � in fila per il pacco-cucina. Massimiliano, invece, occhiali spessi e un bustone in mano chiede di poter aver accesso alla lavanderia: �Ci sono le lavatrici che lavano e asciugano i panni, marca "Eletrolux Wascator". Ho portato le lenzuola e gli asciugamani - spiega -. Chiss� semi fanno il bucato! Altrimenti mi tocca litigare con mia zia, gi� non ci sopportiamo... Abito con lei da quando sono stato sfrattato. Quando ero giovane facevo l'elettricista ma non mi hanno pagato i contributi. Solo cinque annidi marchette. Volevo uccidermi per la disperazione quando mi hanno dato la pensione sociale. Ma poi ho saputo di Sant'Egidio...�.

E il passaparola a tenere banco. I poveri che arrivano per la prima volta vengono accolti da un operatore per un breve colloquio. �Gli italiani, spesso, piangono nel raccontarci il loro disagio - dice Daniela Pompei -. Vorrebbero mantenere l'anonimato per evitare che i parenti lo sappiano. Ma noi prendiamo il nome so-lo per poterli aiutare meglio, fornendo consigli in caso di sfratto o assistenza legale in caso di lesione di un diritto negato. Ma non insistiamo pi� di tanto se non vogliono�.

Gli immigrati, invece, la tessera di Sant'Egidio la vogliono eccome: grazie a quel pezzo di carta hanno diritto di cittadinanza.

Lucrezia, impiegata

�Sono qui di nascosto, non posso dire a mia figlia di scegliere tra merenda e cena�

Sul marciapiede della fame non c'� pi� posto. Lucrezia indossa occhiali scuri ma non bastano a nascondere il suo imbarazzo. Cammina nervosamente sue gi� per via Anicia tirandosi dietro un carrello della spesa. Spera di poterlo riempire di viveri e indumenti e tornare a casa in tempo per apparecchiare la tavola. Perch� lei, impiegata, tailleur verde acqua, borsa in tinta con le scarpe, fa tutto di nascosto: �Mia figlia va al liceo e non posso di certo dirle che deve scegliere tra la merenda con le amiche e la cena�, dice sottovoce. Lucrezia mostra il tagliando che ha tra le mani al volontario della comunit�, che le spiega: �Lei signora ha il numero 95, resti qui infila, prima prende il pacco-cucina... �. Via Anicia in qualche modo la protegge: �Per fortuna che non ci sono negozi�. Quando arriva il suo turno sono quasi le 11. Si avvicina al banco dei poveri ed esce dal portone pi� serena. Dentro un sacchetto c'� una busta di latte a lunga conservazione, due scatolette di tonno e una di cannellini. Un pezzo di provolone, un pacco di biscotti: �Ho risparmiato almeno 15 euro, con qualche altro sacrificio forse riuscir� a dare a mia figlia la paghetta che si aspetta. Se mischio i fagioli con il tonno, posso evitare di cucinare anche la pasta. Certo, se ci fosse stato anche un frutto o l'olio... �. Per visitare il guardaroba c'� un'altra fila da fare. �Vado a vedere se trovo qualcosa -dice ancora Lucrezia - . L'altra volta ho preso delle tendine bellissime, ricamate amano, proprio come quelle che compri da Anticoli. Ma questo era un lusso di tre anni fa: oggi sono ad un passo da fare debiti�.

Davide, disoccupato

�Sono emigrato in Germania, poi il ritorno: droga, furti e dalla strada non scappi pi��

�Voglio scappare, non ce la faccio pi�! Chi vive in strada non pu� fare alcun programma, pu� soltanto sognare. Ma quando riapri gli occhi ti accorgi che ogni giorno � uguale. Vai alle mense, ti fai la doccia della beneficienza, ti prendi i vestiti puliti che ti regalano ...Alla fine per� tutto questo diventa un vortice che ti risucchia e tu entri in depressione, invecchi prima del tempo�. Davide, 36 anni, catanese, sta seduto su un panca della mensa di via Dandolo. E racconta la sua odissea, la sua voglia di voltare pagina. �Sono emigrato in Germania negli anni 90 quando sono rimasto orfano. Ho girato varie citt� alla ricerca di fortuna. Ho lavorato nelle fabbriche, ho fatto il guardiano notturno... Poi sono tornato in Italia, a Roma. Speravo chissach� e invece... Eccomi qui con un marchio addosso. Perch� � inutile nasconderselo: la vita che fai ti si legge in faccia. Ed io di errori ne ho fatti tanti, l'ammetto�. Droga, alcool, furti. �S�, per sopravvivere. Quando non hai niente non puoi fare nient'altro. E l'unico modo per tirare a campare. Ero tossicodipendente e avevo bisogno di soldi. Di lavorare neanche a parlarne: chi mai d� lavoro a chi s'impasticca? Ora per� ho smesso�. La svolta, la scorsa estate: �In una mensa sociale ho conosciuto una ragazza che � in cura ad un Centro d'igiene mentale ed � ospite di un signore con problemi psichiatrici a Torrevecchia. Ci ho vissuto anche io per qualche tempo con loro. Adesso per� la convivenza � diventata insostenibile. Ritorno in strada per stanotte, senza neanche la compagnia del mio cane�.

Gli immigrati

Godwin, Mukarajxe e gli altri: �Sant'Egidio � la nostra casa aperta�

Godwin (Dio vince, nella traduzione italiana) stringe la mano di Joy, nigeriana, appena arrivata dall'Italia. Si fa largo tra la folla di immigrati che aspettano il loro turno per farsi una doccia e mettere nella lavasciuga i vestiti che hanno indosso, e bussa alla porta dell'ufficio per la tutela dei diritti. �Goodwin, bentornato!�, lo saluta Daniela. �Ti presento mia moglie - � la risposta del nigeriano -. Ci siamo sposati pochi giorni fa�. Lui, 33 anni, fino a qualche anno fa non perdeva un pasto a via Dandolo. Oggi, invece, � lui che aiuta chi sta peggio: � il portiere della �Tenda di Abramo�, la casa di accoglienza per stranieri di piazza Santa Maria in Trastevere e appena pu� d� una mano dove serve: riempie le tessere d'iscrizione a �Genti di pace�, spiega ai suoi connazionali che possono eleggere Sant'Egidio come domicilio se non hanno una casa. Mukarajxe Jamal, 37 anni, invece, � disoccupato. Arriva a Roma da Ladispoli, dove ha una moglie e tre bambini piccoli. Entra nel portone di via Anicia sperando di trovare anche dei pannolini. Ma sono finiti. Va via facendo una scorta di omogeneizzati e magliette per i figli. Ma prima di salutare lascia a tutti il suo cellulare: 33... �Posso fare qualsiasi cosa. Ho fatto il cameriere all'Hilton ma anche l'assistente ad un signore anziano. Se sapete qualcosa, che cercano un buon lavoratore, vi prego chiamatemi�. C'� la fila anche all'ambulatorio. Le visite le fa Sandro Mancinelli, professore associato a Tor Vergata. �La Tachipirina � il farmaco pi� richiesto, ma qui difficilmente arriva - spiega Mancinelli -. Abbiamo pi� che altro sciroppi per la tosse e medicinali che il sistema sanitario non passa. Ma per quelli pi� comuni siamo costretti a fare la ricetta�.

I disabili

Concetta, Claudio e Elio: con la musica e la pittura gli �amici� della Comunit� mai soli

Elio parla in continuazione, talmente veloce che le parole hanno un suono meccanico. Claudio, invece, ha un sorriso bellissimo che regala al mondo quando incontra qualcuno che gli fa simpatia: solo allora il suo volto si illumina e lo vedi dondolare ad un passo dal tuo naso. Elio e Claudio sono persone diversamente abili. �Gli amici�, come li chiamano a Sant'Egidio. Li incontriamo gioved� pomeriggio all'istituto �Maria Adelaide� alla Garbatella, a Roma. Qui, per due ore, �gli amici� si riuniscono per stare insieme: parlare, porre problemi quotidiani, cantare, fare festa e dipingere. Hanno tutti un handicap mentale. Molti al mattino lavorano: Paola � puericultrice al Policlinico Umberto I�, Elio fa il giardiniere comunale, Giampaolo il commesso alla Conad in una periferia. Mirko, Piero e Concetta, invece, frequentano una scuola speciale.

�Concetta l'ho conosciuta che aveva 6 anni - racconta Luca, uno dei volontari di Sant'Egidio - . Ha un ritardo cognitivo, l'abbiamo seguita passo passo fino all'adolescenza. Una storia difficile, dei servizi sociali neanche a parlarne. Ma noi non l'abbiamo mai abbandonata. Andavamo fino a Velletri a trovarla. Certo, - continua Luca - non potevamo intrometterci pi� di tanto ma eravamo gli amici e volevamo aiutarla. Dopo la morte della madre siamo riusciti ad evitare che fosse rinchiusa in un istituto�. A Concetta piace tantissimo la scuola di pittura. E molto legata a Sabina, un'altra volontaria: con lei si apre di pi�, a suo modo le fa capire quando ha un problema che l'assilla. La pittura poi � la sua forza. �Disegna con le dita in un modo incredibile - sottolinea Giuseppe - anche lui operatore di Sant'Egidio -Accosta i colori in un modo davvero particolare�.

Non solo cibo: anche una �diplomazia parallela� per la pace

La Comunit� di Sant'Egidio nasce nel 1968 tra gli studenti del liceo classico Virgilio attorno ad Andrea Riccardi, il fondatore. Dal 1973 ha la sua sede centrale a Trastevere, nel cuore di Roma, nell'antico monastero di Sant'Egidio. La pace, la solidariet� con i poveri, il Vangelo, la preghiera, l'ecumenismo e il dialogo interreligioso sono gli elementi che caratterizzano la Comunit�, riconosciuta nel 1983 dal Pontificio Consiglio dei laici, organo della Santa Sede. La Comunit�, nota anche per la sua attivit� di diplomazia �non ufficiale� in 70 paesi. Gli aderenti sono oggi oltre 50mila; di cui 15 mila a Roma. Tutta l'attivit� della Comunit� ruota attorno alla preghiera. Il servizio ai disagiati � l'altra caratteristica di Sant'Egidio. Sull'esempio di Riccardi che nel '68 con un piccolo gruppo di liceali and� tra i poveri delle periferie e delle baraccopoli romane, oggi l'attenzione ai poveri vuole dire occuparsi anche del destino dei paesi poveri. E poi pace, ecumenismo e il dialogo interreligioso. Con risultati significativi come quello conseguito nel 1992. E stato grazie alla mediazione condotta dalla Comunit� di sant'Egidio che � stato possibile porre fine alla guerra civile che ha insanguinato per molti anni il Mozambico.

Maristella Iervasi