Comunità di S.Egidio


 

Il Sannio

04/12/2005

Alla Rocca dei Rettori i rappresentanti della Comunit� di Sant�Egidio hanno portato la loro toccante testimonianza a favore di una cultura della pace e dell�amore
Aboliamo la pena di morte per un mondo non violento

 

E' un tema soltanto apparentemente distante dalla nostra realt� - in cui la pena di morte � stata abolita da diverso tempo � quello dell'impegno civile, per l'abrogazione della pena capitale nel mondo e, nel frattempo, per la moratoria della stessa, in quelle nazioni in cui � ancora prevista ed applicata, portata avanti dalla Comunit� di Sant'Egidio. Ma non � cos�. E infatti, dello scottante argomento se ne � discusso in un incontro presso la Rocca dei Rettori. �La tendenza a credere di poter risolvere i problemi della violenza diffusa nella societ�, degli scontri presenti sullo scenario internazionale, cercando un capro espiatorio da identificare con il Male e da eliminare, incombe anche nel nostro quotidiano.� - ha osservato Giuseppe Brancaccio, della Comunit� di Sant'Egidio. Egli ha inoltre spiegato quanto importante sia �l'impegno per l'abolizione della pena che diventa un prezioso sforzo interiore nel contrastare la cultura dell'occhio per l'occhio con quella della riconciliazione�. Affermazioni ulteriormente arricchite dalla testimonianza di impegno di Rosanna Speltre, altra giovane esponente dell'associazione cristiana, impegnata nella difesa dei diritti civili. �La pena di morte � ha dichiarato Speltre - � lo strumento attraverso il quale molte societ� cercano di trovare una giustificazione ed una scorciatoia rispetto ai loro fallimenti, in tema di politiche sociali e di integrazione, che sono alla base dell'emarginazione e delle violenze che ne nascono. Molti condannati a morte sono sovente persone affette da disturbi psichici, ovvero minorenni e quasi sempre membri dei ceti pi� poveri e svantaggiati dei paesi in cui vivono�. Il dibattito � stato poi nobilitato dalla testimonianza di una persona grande quale David Atwood, impegnata in prima persona nella lotta contro la pena di morte negli Stati Uniti. Si tratta di un operatore umanitario - che sfidando i pregiudizi dominanti in un paese in cui ben il 66% della popolazione � favorevole alla pena di morte - ha deciso di conoscere personalmente i detenuti rinchiusi nei �bracci della morte�, instaurando con loro un delicato rapporto psicologico. Persone che sono logorate da una lunga attesa verso un destino che appare ed � sovente ineluttabile. Uomini che hanno quasi sempre alle spalle esperienze molto dure, nel contesto delle quali si comprende il meccanismo infernale che li ha condotti a imbattersi nella dannazione del crimine. In alcune ipotesi degli innocenti che sono stati vittime di errori giudiziari, per le cause pi� svariate. �In ogni caso la pena di morte � ha chiarito David Atwood � non � mai la soluzione. La violenza dello stato non pone rimedio alla violenza dei criminali anzi pu� innescarne di nuove, in un cortocircuito perverso dominato da un'aspra logica vendicativa�. Il pubblico presente � rimasto profondamente colpito dai messaggi dei testimoni che hanno offerto la condivisione della loro personale esperienza di vita nel contrasto alla cultura della violenza, contrapponendo a essa quella della vita, della riconciliazione, del perdono. Condividiamo il loro sconcerto nei confronti di quest'aspetto deteriore della societ� statunitense. Una societ� in cui si afferma di credere in Dio anche nei fogli di carta moneta, in cui il Presidente all'atto dell'insediamento giura sulla Sacra Bibbia. Ma nella quale sotto questo punto di vista, il messaggio cristiano � totalmente disatteso. Non � quindi per pregiudizio antiamericano che parlare di pena di morte e della sua abolizione significa parlare soprattutto degli Stati Uniti; la superpotenza democratica, cristiana, pi� ricca e sviluppata del pianeta nella quale contraddittoriamente sopravvive una cultura della vendetta legalizzata che tutto pu� dirsi fuorch� coerente con i principi della democrazia e del cristianesimo. Quel cristianesimo per la cui affermazione concreta si impegnano nel quotidiano i membri della Comunit� di Sant'Egidio.

Alfredo Iannazzone