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Apcom |
20/12/2005 |
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Ricostruire almeno 18 scuole in Indonesia per aiutare gli studenti sopravvissuti quasi un anno fa al maremoto che ha messo in ginocchio il Sud-Est asiatico: � questa l'iniziativa avviata dalla Comunit� di Sant'Egidio, il movimento romano di laici a cui aderiscono pi� di 50.000 persone, impegnato nella comunicazione del Vangelo in pi� di 70 paesi del mondo, e rivolta a tutti gli istituti italiani per sostenere le scuole delle aree colpite dallo tsunami. Il progetto "Adottiamo una scuola in Indonesia", realizzato assieme al settimanale Tuttoscuola, viene rilanciato ad un anno di distanza da quello avviato all'indomani della tragedia e che, grazie al contributo dato da ben 350 istituti italiani, ha permesso di raccogliere gi� 380.000 euro.I fondi sono serviti per ricostruire quattro scuole: in Indonesia, due a Pancasila,una a Semarang e una a Wonogiri, ed altrettante in India, nei villaggi Kuthenguli, Virapandiapatanam, Uvari e Tuticorin, colpiti della regione del Tamil Nadu, di fronte allo Sri Lanka. Nella sua opera, la Comunit� di Sant'Egidio, impegnata non solo a ricostruire istituti formativi, ma tutto ci� che permetta di tornare a vivere una vita dignitosa, si avvale di un nutrito numero di volontari indonesiani ed indiani, disposti a partecipare alla ricostruzione delle scuole praticamente a costo zero.L'obiettivo che si pone per il 2006 la Comunit� di recupero � ancora pi� ambizioso: ricostruire altre 18 scuole nella zona ancora disastrata creando, se possibile, delle "stazioni" di collegamento con studenti e docenti studenti italiani, attraverso computer, internet e webcam,. Stavolta per� servir� un impegno maggiore, si stimano oltre un milione di euro. Ogni scuola italiana, ma anche una singola classe, che aderir� all'iniziativa potr� indicare le modalit� di utilizzo dei fondi raccolti: per le iscrizioni scolastiche, per le divise, per gli esami, ma anche per le scarpe, i quaderni, le borse, le sedie e le lavagne. "Fondamentalmente l'adozione delle scuole in India ed Indonesia - spiega ad Apcom Alberto Quattrucci, tra gli organizzatori della Comunit� e del progetto che coinvolge le scuole italiane - consiste nella ricostruzione di alcune strutture scolastiche, dotate di arredi, banchi e strumentazione didattica. Lo scopo � quello di dare un reale sostegno alle 'scuole di pace', centri formativi completamente gratuiti, che permettano attraverso il coinvolgimento delle famiglie di sostenere il bambino o l'adolescente nell'inserimento scolastico.Mettere in sesto una scuola significa anche dare morale ai ragazzi indonesiani per permettergli di investire nella speranza, affinch� ritrovino quella fiducia nel futuro che il maremoto ha spezzato".Durante alcune visite in India e Indonesia, Quattrucci ha constatato come le zone devastate dal maremoto siano composte da "villaggi di pescatori dove la maggior parte della gente, anche chi ha ancora la casa, ha perso tutto il necessario per vivere.Sono villaggi cristiani, si tratta infatti della zona della prima evangelizzazione in India. Alla povert� di sempre si � aggiunto il dramma della devastazione: la Caritas locale ha distribuito aiuti di prima necessit� e costruito dei rifugi provvisori per la gente che ha perduto la casa, ma c'� ancora tantissimo da fare".Per questo, secondo la Comunit� di Sant'Egidio gli aiuti non andrebbero limitati alle zone colpite dallo tsunami: "vi sono cento, mille 'tsunami' di povert� e di miseria in tanti Paesi del lontano Oriente che negano la speranza del futuro ai giovani - prosegue Quattrucci - e il futuro per quei giovani pu� venire, ancora una volta, da quattro mura e un tetto per ospitare una scuola. In vista del Natale per tanti bambini e ragazzi gi� poveri di quelle zone sfortunate, ecco un terreno sul quale possono ancora impegnarsi in questi giorni le scuole italiane".Il progetto "Adottiamo una scuola in Indonesia", che ha visto anche l'apprezzamento del presidente della Repubblica Ciampi, nasce come una risposta all'appello rivolto dal ministro Moratti agli istituti italiani ad impegnarsi in "concrete azioni di solidariet� verso le popolazioni del Sud Est asiatico colpite dal maremoto". "Rilanciare a un anno di distanza dal maremoto che ha ucciso oltre 230mila persone e provocato miliardi di dollari di danni, il progetto � particolarmente importante - continua Quattrucci, recatosi diverse volte sui luoghi della ricostruzione - del resto l'adozione di una scuola, come quella di una persona, non � un atto 'una tantum'. Oggi, rispetto a un anno fa, i ragazzi che possiamo aiutare hanno un nome, un volto, li abbiamo conosciuti attraverso la comunit� e ancora pi� forte � il loro richiamo. E' evidente che nel corso del progetto terremo informate le scuole italiane sulle azioni messe in atto grazie a questi contributi".Una delle zone visitate dal volontario della Comunit� � stata quella del Sud Est dell'India, di fronte allo Sri Lanka: "Kuthenguli � il primo villaggio che abbiamo visitato - conclude Quattrucci - a circa 110 chilometri a Sud di Tuticorin. Abbiamo incontrato le 80 famiglie che vivono nei rifugi provvisori. Si tratta di baracche fatte di una specie di cartone ondulato con tetto in lamiera. C'� un unico serbatoio di acqua e due zone di cucina da campo. Gli uomini hanno detto che non hanno pi� nulla, solo i vestiti che indossavano il 26 dicembre di un anno fa. Una donna spera di riavere le case, il prima possibile". I bambini anche una scuola.
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