Comunità di S.Egidio


 

25/12/2005


�SVEGLIATI, UOMO� � NATALE

 

Le parole di Benedetto XVI alla Curia Romana hanno collocato questo Natale nel nostro tempo. Ogni Natale � diverso dagli altri. Non � certo diverso il Vangelo che testimonia lo stesso evento e la stessa fede. Ma lo � la vita in cui risuona l'annunzio del Natale. Il buio (quello in cui erano i pastori o chi accoglie il messaggio) � differente di tempo in tempo. Diversa � la gioia con cui si vive il Natale. Diverse espressioni assume l'inaccoglienza della gente, quella che allora non fece trovare nessuno spazio a Ges� nella citt� di Betlemme, se non una mangiatoia.

Attorno al Natale, soprattutto nel secolo trascorso, si � sviluppato un vasto e intenso costume sociale: � divenuto la festa dei regali. Il consumismo se ne � impadronito, fino a svuotarlo della memoria di Colui che in questo giorno si ricorda. Benedetto XVI ha parlato giustamente di un �inquinamento commerciale che rischia di alterarne l'autentico spirito�.

Tuttavia la Chiesa celebra la memoria della nascita di Ges� nella liturgia del Natale. E una memoria che parla della �debolezza� di Dio nel Bambino Ges�. In un mondo in cui tutti si vogliono imporre con la loro forza, il Vangelo di questo Bambino appare umile, eppure singolarmente attrattivo. Il suo fascino ha toccato molti, anche perch� manifesta la prossimit� di Dio alle vicende dell'uomo, alla sua fragilit�, ai suoi dolori. Francesco d'Assisi, con la rappresentazione di Greccio, ha parlato alla sensibilit� dei semplici e di tutti, comunicando la viva consapevolezza del Dio tra noi nel Bambino Ges�. Questo senso di prossimit�, espresso dal presepe, resta caro al popolo cristiano e al suo sentire.

ll modo pi� autentico, per andare al cuore del Natale, � interrogarsi a partire dall'annuncio fondamentale del Vangelo della nascita di Ges�. Scriveva nel 1928 il teologo protestante svizzero Karl Barth, tutt'altro che sensibile alla religiosit� popolare: �La domanda vale per noi tutti, come � certo che siamo uomini, ed � questa: � vero che a noi � nato un Salvatore, dunque un soccorritore, anzi il Salvatore, il soccorritore, il vero, definitivo, Salvatore?�. ll Vangelo di Natale domanda di essere accolto e fatto crescere. � vero che � nato per noi il Salvatore?

Per tutti (giovani ma anche adulti e anziani) il Natale diventa un appuntamento da cui si pu� riprendere in modo nuovo il cammino della fede: insomma un nuovo inizio. Benedetto XVI ha aperto il suo discorso alla Curia con parole impegnative, quelle di sant'Agostino: �Svegliati, uomo, poich� per te Dio si � fatto uomo�. Ed ha avvertito che il Natale �ci interpella, ci invita a rinascere in lui perch�, insieme a lui, possiamo vivere serenamente nella comunione della Santissima Trinit�. Il Natale risveglia il cristiano e l'uomo alla fede. Cos� si percepisce, pur nel frastuono consumistico di questi giorni, l'intensit� spirituale con cui si vive questo Vangelo.

A partire da una ineliminabile dimensione personale, il Natale diventa anche la festa della rinascita della Chiesa che ritrova, nell'essenziale e eloquente semplicit� di questo messaggio, il cuore della sua vita e il punto di partenza del suo camminare. Leone Magno, eletto Papa nel 440 in un tempo di grandi turbamenti, ci ha lasciato varie omelie sul Natale. In una di esse affermava con forza: �La generazione di Cristo � anche l'origine del popolo cristiano: il Natale del capo � anche il Natale del corpo�. Il Natale, festa della nascita di Ges�, diventa tempo di rinascita del cuore del cristiano e, allo stesso tempo, della Chiesa tutta.

Il Natale � un evento intimo dei cuori e della Chiesa: non lo si pu� dimenticare. Tuttavia � un evento che si comunica. � cos� fin dal Vangelo di Luca, dove leggiamo: �tutti quelli che udirono si stupirono delle cose che � pastori dicevano loro� (2, 18). Lo stupore di chi ascolta l'esperienza del Natale mostra la forza rinnovatrice e attrattiva di questo annuncio. Non � la meraviglia indolente e superficiale che accompagna il consumismo natalizio. Ma - conclude Barth nelle sue meditazioni natalizie - �il vero stupore... potrebbe consistere anche in una profonda riconoscenza per quello che c� viene detto�. Nell'Eucaristia del Natale si esprime soprattutto la gratitudine dei cristiani per un dono e una gioia cos� grandi. In mezzo all'esaltazione consumistica natalizia in cui tutto si compra, si manifestano la riconoscenza e lo stupore per una gratuit� cos� profonda.

Andrea Riccardi