Clemenza, subito: la Comunit� di Sant'Egidio, i cappellani e i volontari delle carceri italiane hanno rivolto ieri un appello al mondo politico, affinch� il gesto di clemenza chiesto da Giovanni Paolo Il nella sua storica visita al Parlamento italiano nel novembre del 2002 trovi finalmente attuazione. Il documento porta in calce le firme di cinquantacinque fra responsabili di movimenti, organizzazioni di assistenza e cappellani che seguono la vita delle persone recluse in tutto il paese. E' una denuncia severa del sistema, in cui si rileva che �la condizione di vita nelle carceri italiane mette a dura prova il rispetto profondo della dignit� umana. Il sovraffollamento, la carenza di fondi sufficienti, rendono difficile l'impegno del personale carcerario, diventano occasione di violenza e di disperazione, sono spesso una pena aggiuntiva, fatta di invivibilit�, alla pena da scontare per chi � detenuto�.
I cappellani ricordano per� che una delle cause della sovrappopolazione degli istituti di pena � causata dalla lentezza con cui vengono emessi i giudizi: �Una parte consistente della popolazione carceraria non � mai stata condannata per il crimine di cui � accusata, ma � in attesa di giudizio. Molti sono in cattive condizioni di salute e moltissimi sono persone tossicodipendenti e alcol dipendenti�. Inoltre negli ultimi anni � venuto crescendo un fenomeno particolare: �Moltissimi sono immigrati. Molti meno di quelli che ne avrebbero diritto possono accedere alle misure alternative alla detenzione�.
Il documento cerca poi di superare le perplessit� e le opposizioni che si sono manifestate nel Parlamento e nel paese: �La certezza della pena non ha nulla da perdere da un provvedimento di clemenza, quando l'intero sistema giudiziario italiano � affetto da lentezza cronica e solo un processo su dieci arriva al suo termine, e spesso arrivano a sentenza e vengono colpiti quanti non possono permettersi una adeguata e costosa difesa legale�.
Di un segno di clemenza si era fatto promotore papa Wojtyla, e la sua richiesta aera stata ripetuta nel gennaio del 2003 dal presidente della Cei, il cardinale Camillo Ruini. L'appello di Sant'Egidio dei cappellani e dei volontari ricorda che �Giovanni Paolo II ha chiesto in maniera accorata al Parlamento italiano un provvedimento di clemenza e la richiesta � stata rinnovata, a Natale, dai vertici della Chiesa italiana, interpretando un sentimento diffuso e una necessit� per il paese�. La sua richiesta, commentano con amara ironia gli autori del testo, era stata onorata �con interminabili applausi e devozioni�, ma � stata ignorata e disattesa da �altri interessi e dal prevalere di interessi di parte, nei singoli e nei gruppi, fino ad oggi. La responsabilit� di questo ricade in maniera proporzionale su governo e par-lamento secondo autorit� e possibilit� non esercitata per cambiare le cose�. Un gesto di clemenza adesso potrebbe �ridurre il tasso di gesti disperati e di autolesionismo sempre pi� frequenti in carcere�; e anche �umanizzare nei limiti' del possibile, e subito, la condizione carceraria in Italia�.
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