Comunità di S.Egidio


 

Il Corriere del Mezzogiorno

07/01/2006


IL CARDINALE AI DETENUTI: �MAI PERDERE LA SPERANZA�
Giordano celebra messa davanti a duecento reclusi di Poggioreale

 

NAPOLI � C�era grande attesa al carcere di Poggioreale per la visitra del Cardinale di Napoli Michele Giordano di ieri mattina. Per i detenuti un incontro che ogni volta si carica di emozione e di speranza. Poco pi� di duecento gli ospiti della casa circondariale presenti alla celebrazione (tanti ne pu� contenere la chiesa centrale). Il dieci per cento appena del totale: duemiladuecento. � Difficile scegliere fra tanti � ha sottolineato il direttore dell�Istituto, Salvatore Acerra � tutti avevano il desiderio di sentire che la Chiesa e tutta la comunit� sono vicine ai carcerati. Perch� purtroppo qui la solitudine pi� grande � proprio quella di sentirsi estranei alla societ� civile�. Un appello accolto dal cardinale che ha ribadito la volont� della Chiesa di essere vicina al mondo carcerario non solo in occasioni come questa, ma tutto l�anno, attraverso l�infaticabile lavoro dei quattro cappellani e dei volontari. �Carissimi � ha detto l�arcivescovo � lo dico proprio a voi perch� in modo del tutto particolare siete cari al mio cuore di vescovo. Il giorno del vostro arresto voi � innocenti o colpevoli - avete iniziato una strada dolorosa e angosciante, ma su questa strada non siete soli. Con voi c�� il Signore. Non lasciatevi prendere dal dubbio dell�incredulit� o dall�inquietudine della disperazione. Il mio augurio � che non perdiate mai la certezza che il Signore continua a venire per donare a tutti la sicura speranza di una esistenza libera da ogni ingiustizia, e che possiate rivedere presto le vostre famiglie, una volta riconquistata quella libert� che tanto desiderate�. Nelle brevi intenzioni lette dai detenuti la voglia di ritrovare la dignit�, di �rifarsi� vita, di ottenere clemenza. E alla clemenza invitava anche l�appello della comunit� di Sant�Egidio e dei cappellani del carcere: l�amnistia e l�indulto � si leggeva tra l�altro � non mettono in libert� i delinquenti, ma sono il minimo necessario per limitare i danni di inutili ingressi in carceri gi� invivibili. � Certo il problema del sovraffollamento esiste ma la prospettiva dell�amnistia e dell�indulto mi sembrano ancora lontane � ha commentato il direttore Acerra � stiamo lavorando per operare trasferimenti mirati, e pur tra mille difficolt�, riusciamo a realizzare percorsi di rieducazione. Ultimo quello che stiamo portando avanti con l�Unione Industriali e con la Camera di commercio: il progetto Creare Impresa, che per noi rappresenta una sfida: inserire i detenuti in libert� o con misure alternative in progetti di lavoro autonomo�. Dopo la celebrazione l�arcivescovo ha incontrato anche i detenuti dell�alta sicurezza; per ognuno una parola di conforto, il segno di una presenza. �Una presenza necessaria � ha concluso il cappellano, don Franco Esposito � perch� ai detenuti spesso manca tutto, anche un paio di scarpe per poter uscire nell�ora d�aria; alla povert� del carcere talvolta si aggiunge l�emarginazione degli extracomunitari o dei tossicodipendenti. Allora la presenza del sacerdote diventa non solo segno visibile di Dio, ma speranza futura di fronte ad una vita ormai segnata dalla sofferenza�.

Elena Scarici