Comunità di S.Egidio


 

09/01/2006


Il cardinale Martino: i politici dicano subito s� alla clemenza
Il presidente del Consiglio vaticano di giustizia: gravissimo un rinvio, nelle carceri situazione disumana

 

CITTA' DEL VATICANO - �Vorrei appellarmi ai politici e all'opinione pubblica perch� venga votato al pi� presto, dal Parlamento, appena riprendono i lavori, il provvedimento di clemenza per i carcerati. E' vero che la legislatura � agli sgoccioli, ma mi dicono che il tempo sarebbe ancora sufficiente, se ci fosse la volont� di farlo. E ci dovrebbe essere,

quella volont�! Perch� si tratta di andare incontro a una sofferenza inenarrabile e di sventare grandi rischi. Un rinvio di sei mesi o di un anno sarebbe gravissimo�. Il cardinale Renato Raffaele Martino, presidente del Consiglio vaticano di Giustizia e pace, che parla cos�, �a nome dell'incarico che ricopro e in memoria di quanto ebbe a dire Giovanni Paolo II durante la sua visita al Parlamento italiano�.

Eminenza, quale esperienza ha lei del problema carcerario?

�Ho visitato carceri in Italia e in tutto il mondo e ovunque la situazione � semplicemente disumana e negatrice di ogni dignit� umana. Mi scrivono i detenuti degli istituti che ho visitato: � incredibile la quantit� di lettere che ricevo. Ma � soprattutto la visita alle celle che ti istruisce: se non vedi non credi�.

Che cosa ha visto, eminenza?

�L'indescrivibile. Conosciamo la statistica del sovraffollamento delle carceri italiane: stanno in '70 mila in istituti progettati per accoglierne 40 mila. Ma detto cos� non � nulla.

Per rendersi conto di ci� che significa bisogna entrare - come mi � appena capitato - in una cella per due dove stanno in sei e tra i letti non c'� neanche lo spazio per stare in piedi dunque quei sei devono stare tutto il giorno draiati sui letti. Che vita � se devi stare sdraiato, escluse le due ore di aria?�

Se Io sono cercato, dice il benpensante... �Chi pensa cos� � un malpensante, perch� - anche a non considerare chi � in attesa di iudizio - una cosa � la pena secondo giustiia e un'altra � una pena che viola la dignit� e diritti. La pena � privazione della libert� e al legislatore � concepita come riabilitativa. la se � scontata in condizioni disumane, cole avviene quasi ovunque, nel mondo e in Itaa, alla privazione della libert� si accompagna il furto della dignit� e ogni altra possibile essazione. Non si fa riabilitazione e si scatena la ferocia�.

In giro per il mondo che cosa ha trovato?

�In America Latina, Africa e Asia ci sono situazioni anche peggiori che in Italia, come � facile comprendere. La folla diventa moltitudine seminuda e affamata. Ne riporti immagini che fanno spavento a ripensarle�.

Ne ha parlato con il nuovo papa?

�S�, all'inizio della scorsa estate. Il Santo Padre ha poi accennato al nostro colloquio durante la conversazione con i sacerdoti di Aosta, quand'era in vacanza sulle Alpi. Per incarico del papa, che � molto sensibile a questa materia, il Consiglio che presiedo sta preparando un documento�.

Che direbbe a chi si oppone al gesto di clemenza in nome della legge, dell'ordine e della sicurezza dei cittadini?

�Dico che non � sensato opporsi in nome della sicurezza a un provvedimento che rimedierebbe, almeno in parte, a una situazione che si va esasperando e che i competenti gi� descrivono come esplosiva. Di certo non si chiede un provvedimento indiscriminato. Si dovranno fare le giuste eccezioni per reati particolarmente odiosi. Ma c'� tutta la possibilit� di dare sollievo e speranza senza vanificare la legge e il diritto�.

Lei � per l'amnistia o per l'indulto?

�Io parlo in nome della massima di Ges�: "Ero prigioniero e mi avete visitato" e dunque non entro nella disputa sul come. Chiedo un gesto di clemenza, vedano i parlamentari quale sia il pi� opportuno. E trovino il coraggio di agire. Faccio mio quanto ha detto ultimamente il vescovo Vincenzo Paglia in un'intervista al Corriere della Sera e quanto hanno affermato in un documento la Comunit� di Sant'Egidio, i cappellani e i volontari delle carceri�.

Sia il vescovo Paglia sia quel documento criticavano la mancanza di coraggio dei politici. Lei per esempio come giudica il comportamento del presidente della Camera Casini?

�Non spetta a me giudicare i politici e il mio intento � piuttosto di incoraggiare loro e l'opinione pubblica che li dovrebbe spronare forse con maggiore forza. Mi auguro che l'impegno gi� mostrato dal presidente Casini possa intensificarsi e condurre a un buon risultato�.

Luigi Accattoli