Comunità di S.Egidio


 

15/01/2006


La solidariet� contro il disagio

 

In questi giorni ho partecipato ad un raduno organizzato dalla Comunit� di Sant'Egidio nel cuore del centro storico di Napoli. Una comunit� nata a Roma nel 1968, per iniziativa di un giovane, allora meno che ventenne, Andrea Riccardi. Inizi� riunendo un gruppo di liceali, come era lui stesso, per ascoltare i bisogni della gente mettendo in pratica il vangelo. Da allora il piccolo gruppo � molto cresciuto, e oggi � diffuso in pi� di 70 paesi di 4 continenti. Anche Napoli vive da anni questa esperienza, guidata da un meraviglioso prete, Mariano Imperato.

Un'esperienza a servizio della citt�. Anche il dormitorio pubblico ha beneficiato dell'umanit� di questa famiglia che si fa carico delle necessit� dei fratelli, mettendosi accanto ad ogni uomo senza guardare n� il colore della pelle n� il credo religioso. Cos� a sera nella stazione centrale come nel carcere di Poggioreale, la loro presenza d� coraggio e fiducia a quanti vivono situazioni di disagio.

Nel loro racconto fatto di esempi e testimonianze concrete, mi ha molto impressionato, nella sala del complesso San Nicola a Nilo, la presenza accanto a tanti vescovi e sacerdoti, di esponenti di altre confessioni cristiane e anche di altre religioni. Erano l� per testimoniare il loro affetto e la loro vicinanza alla Comunit� e per pregare insieme. Questa presenza � certamente il frutto di un impegno comune. Dal 18 al 25 gennaio inizier� la settimana di preghiera per l'unit� dei cristiani. E questo fatto ha confermato dentro di me quanto sia importante la testimonianza dell'unit�. Dopo il Concilio Vaticano II ha preso grande impulso il dialogo ecumenico e il confronto tra i teologi per trovare punti di incontro che accelerino il cammino dell'unit�, affinch� vi sia quanto prima un �solo ovile e un solo pastore�. Per�, credo che all'importante lavoro dei teologi, vada affiancato il fondamentale dialogo della vita. In fondo quello che ci unisce con tutti gli altri fratelli cristiani � molto pi� di quello che ci divide: condividiamo infatti la fede nello stesso Ges�. Ed � vero quello che � scritto nel Vangelo: �Da questo vi riconosceranno � dice Ges� �dall'amore che avrete gli uni per gli altri�. Allora dobbiamo potenziare l'ecumenismo della vita, l'ecumenismo di popolo. L'unit� vissuta e testimoniata tra noi cristiani di diverse chiese sar� il pi� forte acceleratore anche del dialogo teologico. Mi ha sempre affascinato l'esperienza che i Focolarini portano avanti in Germania a Ottmaring, dove cattolici e luterani vivono insieme in una cittadella del Movimento, proprio per testimoniare l'unit� fra i cristiani.

Penso alla nostra citt�: in questa settimana ci saranno tante iniziative di preghiera. Ci ritroveremo con il nostro Arcivescovo e con i loro Pastori. Ma sarebbe bello poter continuare questa vita, conoscerci di pi�, collaborare insieme. Gi� lo facciamo in tante parti della citt�. Penso al pastore Massimo Aprile e a tante presenze dei fratelli evangelici anche nelle periferie e nei quartieri pi� difficili. Lavoriamo insieme, facciamoci vedere uniti a dare la nostra vita per i pi� bisognosi, per i poveri, per tutti quelli che Ges� ci ha affidato. L'unit� tra noi ci render� credibili e daremo il nostro contributo migliore anche alla nostra citt�.

Luigi Merola