Comunità di S.Egidio


 

30/01/2006

Una lunga tavolata per ricordare Modesta
Santa Maria in Trastevere: i volontari di Sant' Egidio a pranzo con i clochard

 

Si seppe subito di Modesta Valenti. Mor� la notte del 31 gennaio dell' 83, appoggiata a una vetrata della stazione Termini, dove viveva e dove si era sentita male. Era sporca Modesta. In giro dicevano che avesse i pidocchi. Quando la videro, gli uomini dell' ambulanza dissero che non potevano prenderla a bordo. L' abbandonarono e lei mor� poco dopo. Modesta � in cima all' elenco dei 400 senzatetto morti solo per essere dei senzatetto: di freddo, violenze, abbandono. Per ricordarli, i volontari della comunit� di sant' Egidio, li hanno chiamati uno ad uno per nome, ieri mattina, nella chiesa di Santa Maria in Trastevere. Poi il pranzo in via della Paglia (men�: lasagne, fettina, patate, insalata) nei locali messi a disposizione da don Vittorio. Di Modesta, la citt� seppe subito. Il 2 gennaio usc� sui quotidiani. Fu scattata una foto della vetrata e furono riportate voci dalla stazione. Modesta � diventata una casa. Via Modesta Valenti � l' indirizzo virtuale a cui i senzatetto romani possono intestare, se serve, il proprio domicilio. Un trucco per aggirare la burocrazia. Ma per tutti � un insegnamento gi� noto. Modesta. E tutti gli altri. Anche un odore pu� essere imbracciato come un' arma contro la solidariet�. La maggior parte degli uomini e donne seduti alla tavolata in ricordo di Modesta si sforza di non dimenticarlo. Magari � per questo che Giuseppe, anziano senzatetto, giacca a vento, sciarpa e maglione, trascina con cura un carrello della spesa pieno di buste. E' l� il controllo della sua infagottata esistenza. Si pu� sopravvivere ovunque, per il resto. In un camper su via Casilina come Antonio, 45 anni, di cui tredici vissuti in strada. In un parco di citt�, come faceva Patrizio, 38 anni. In un edificio sgomberato e pericolante in via Bravetta come Fernando, 54 anni. Pensando a due figlie perdute come Pina, 57 anni. A una moglie lasciata, come Franco. Ovunque si sopravvive. Ma senza compassione si muore.

Ilaria Sacchettoni