Comunità di S.Egidio


 

12/02/2006

Nella Basilica di San Giovanni in Laterano il Card. Ruini celebra il 38� anniversario della fondazione della Comunit� di Sant'Egidio
Alla scuola della carit� di Cristo per vivere il Vangelo tra i poveri

 

In una gremita Basilica di S. Giovanni in Laterano, Cattedrale di Roma, ha avuto luogo gioved� 9 febbraio una solenne liturgia Eucaristica per il 38� anniversario della Comunit� di Sant'Egidio. La celebrazione � stata presieduta dal Card. Camillo Ruini, Vicario di Sua Santit� per la diocesi di Roma e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Il tradizionale appuntamento, a cui hanno partecipato qualche migliaio di membri della Comunit� di sant'Egidio e di amici della Comunit�, pi� di cento Vescovi e alcuni Cardinali, autorit� politiche e civili nazionali e cittadine, ambasciatori, poveri di Roma, ha voluto ricordare i primi passi della Comunit� iniziata dal prof. Andrea Riccardi nel febbraio del 1968 a Roma. Da allora Sant'Egidio si � diffusa in pi� di 70 paesi del mondo con oltre 50.000 membri, tutti volontari. In ogni paese del mondo in cui ]a Comunit� opera, � presente con persone locali e questo ne fa una realt� non comune, dove missione e inculturazione si intrecciano con naturalezza e dove globalizzazione e solidariet� camminano assieme.

Ha detto il Card. Ruini: �La Comunit� di Sant'Egidio infatti non ha, fin dall'inizio, voluto essere un'associazione specializzata in un campo d'azione, fosse pure quello del volontariato: ha inteso essere una realt� di cristiani che, nella citt� e nel mondo, seguivano il Signore Gas�, lasciandosi interrogare dalle situazioni concrete e mettendo al primo posto la ricerca di Dio�.

Un anno di vita della Comunit�, quello appena trascorso, che si conclude a ridosso del martirio di un amico della Comunit�, don Andrea Santoro, un testimone disarmato dell'amore e del dialogo, che non voleva che la bellezza del Vangelo smettesse di creare simpatia e vita nelle terre che hanno visto nascere San Paolo e i1 cristianesimo.

Un anno difficile da sintetizzare, di cui si pu� dar conto solo in parte. L�anno della malattia di Giovanni Paolo II, della preghiera con tanti Vescovi al Policlinico Gemelli, del dolore per la perdita di un padre che ha accompagnato la vita della Comunit� in maniera intima e affettuosa fin dalla sua prima visita a una parrocchia romana alla Garbatella, nel novembre 1978, e l'anno in cui un nuovo Papa, Benedetto XVI � stato donato alla Chiesa universale e, con la diocesi di Roma, alla Comunit�. Un Papa che ha messo al centro del suo Pontificato l'amore e che ha ricordato a tutti, ai cristiani e al mondo che l'amore � possibile e che questo � il nome stesso di Dio.

Alcuni brani dell'omelia del Card. Ruini sono stati dedicati alla recente Enciclica del Papa Benedetto XVI: �L'enciclica Deus caritas est, che Benedetto XVI ci ha recentemente donato, trova un'eco profonda nell'esperienza della Comunit�. Da molti anni essa ha creduto che la carit� non andasse ideologizzata o ridotta a mera professionalit�. In questo modo invece si � esaurito l'impegno, pur generoso, di tanti. Voi avete creduto nella carit� che viene dal Vangelo e si pratica con umanit�, con amicizia, con prossimit��.

Un bilancio della vita delle Comunit� di Sant'Egidio in Italia, in Europa e nel mondo potrebbe essere un elenco di azioni, iniziative e, in qualche caso di risultati. Ma il filo che lega tutto, la vita difficile di piccole comunit� di cristiani in terre complicate come il Pakistan, l'India, l'Indonesia, o comunit� che vivono la loro amicizia con i meno abbienti e la preghiera serale nelle citt� europee, � stato lo sforzo di vivere con i bisognosi l'amore di Ges� per i poveri. I poveri come amici di Ges�. Lo ha sottolineato il Card. Ruini: �Non si spiegherebbe la fedelt� ai poveri, tante volte in situazioni umane al limite, senza la fede in quel Ges� che si ritrova in, ogni uomo nudo, affamato, carcerato. E la fedelt� scritta nella storia di Sant'Egidio. II Papa ha affermato: �chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino�. E pi� volte insiste su quel legame, che voi stessi vivete, tra solidariet� e spiritualit�� .

A Roma la preghiera pi� nota della Comunit� di Sant'Egidio, nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, � diventato un luogo di pellegrinaggio e di preghiera nella citt� di Roma, con circa 300.000 presenze in un anno. Altro punto di riferimento spirituale nella citt� animato dalla Comunit� e la chiesa di San Bartolomeo all'Isola Tiberina, che ospita il primo memoriale dei �nuovi martiri� del XX secolo. E� un altro centro aperto a tutti per la preghiera e ritrovare il senso profondo di un amore che non risparmia se stessi e che parla a tutti.

Un anno che si pu� guardare dal particolare punto di vista di chi � escluso dalla convivenza civile: il lavoro nelle carceri in Italia, in Africa, in America Latina, ha portato a migliorarne le condizioni di vita, ha accompagnato migliaia di detenuti. Tra gli 80.000 poveri che hanno potuto celebrare il Natale anche con la festa a tavola della Comunit�, alcune migliaia sono prigionieri in carceri africani E quasi 2.000 sono i detenuti nel braccio della morte seguiti individualmente dalla Comunit� negli Stati Uniti, in Africa, in Giappone, nei paesi arabi e in altre zone del mondo.

Altro aspetto dell'impegno della Comunit� ricordato dal Card. Ruini � stato quello per l'Africa: �Dare speranza all'Africa � uno del maggiori impegni di Sant'Egidio e non da oggi: si sviluppa sul piano concreto e su quello spirituale. La speranza � sostenuta da varie azioni di

pace, tra cui ricordiamo tutti quella in Mozambico. La speranza � il miglior antidoto per le giovani generazioni africane, che, disperate, abbandonano i loro paesi per la via drammatica dell'emigrazione. Il futuro dell'Africa e dei suoi giovani ci riguarda come cristiani e come europei: occorre costruire l� situazione vivibili�.

Se l'Africa � spesso dimenticata, Sant'Egidio parla di Eurafrica, e cio� di un'alleanza che offre all'Europa un significato e un ruolo oltre il mercato, e che � indispensabile all'Africa per uscire da guerre, sottosviluppo, carestie e Aids. Il programma DREAM, per la cura dell'AIDS, si � consolidato come il pi� efficace programma di cura globale di questa pandemia nell'Africa sub-sahariana. Dal Mozambico si � esteso ad altri 5 Paesi, ma soprattutto � diventato un modello operativo di riferimento per la lotta all'AIDS in Africa, studiato e sostenuto dall�Organizzazione Mondiale per la Sanit� a da numerosi governi e sanit� pubbliche. Oltre 1.500 persone, medici, tecnici, infermieri, informatici, assistenti domiciliari si sono formati con lo staff internazionale di DREAM e questo sta rendendo possibile, finalmente, l'allargamento del numero dei pazienti in cura nel continente africano. Il programma copre il 4 per cento di tutte le persone in cura e assistenza nell'Africa sub-sahariana e riesce a far nascere 97 bambini su cento senza virus HIV da madri che hanno il virus nel sangue, fa vivere le madri coprendole con la terapia, interrompe la catena che ha visto il numero degli orfani di AIDS arrivare a 14 milioni.

Per Sant'Egidio, Africa vuole dire anche sforzo per la pace e lo sviluppo: in Togo, dove la Comunit� ha riavviato un negoziato tra governo e opposizione, lotta alla carestia che colpisce la zona di Sofala e il Malawi, dove un terzo della popolazione di un Paese gia svuotato dall'AIDS di giovani e di professionalit� � a grave rischio.

Ma � stata la pace e il dialogo l'altra dimensione che, con la preghiera, ha attraversato la vita di tutte le Comunit� di Sant'Egidio. La marcia del primo dell'anno, che ha visto una mobilitazione di circa 500.000 persone nel mondo e quindicimila a Roma, ha raccolto il primo messaggio per la pace di Papa Benedetto XVI in un momento di gravi incertezze per il mondo e per la pace stessa. Impossibile dire i modi, l'amicizia, gli incontri fatti di collaborazione concreta, le scuole della pace per i bambini musulmani e non cristiani in Africa, Indonesia, altre parti del mondo, che rappresentano la faccia quotidiana di un dialogo che � l'alternativa permanente alla tentazione della scontro tra le civilt�, l'apertura di un canale di comunicazione che aiuta a evitare le semplificazioni e la caricaturizzazione dell'altro, e che � il modo strutturale per resistere alla follia di un terrorismo che chiede scontro, violenza e guerra per alimentare se stesso e legittimarsi di fronte ai propri mondi di riferimento. Il momento pia alto � stato sicuramente, per�, i1 diciannovesimo incontro mondiale interreligioso per la pace, nello �spirito di Assisi�, che si �tenuto per la prima volta in Francia, a Lione.

�NeI nome di Dio, cercate la pace e rifiutate l'odio� � stato il messaggio centrale di una ricerca che ha visto i leader delle grandi religioi mondiali e esponenti della cultura laica raccogliere insieme le sfide della globalizzazione, per costruire le vie di un comune �umanesimo di pace�. I membri della Comunit� di Sant"Egidio raccolti in preghiera a S. Giovanni in Laterano hanno espresso il loro desiderio e la loro volont� di continuare a essere amici di tutti e particolarmente dei poveri a Roma e nel resto del mondo.

S. E.