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16/02/2006 |
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Cinque morti instrada nel corso di questo inverno, 5 persone che secondo la Comunit� di Sant'Egidio rappresentano le vittime di una �strage silenziosa� che avviene a riflettori spenti. Se, invece, qualcuno decidesse di accendere queste luci, probabilmente tante vite umane si potrebbero salvare. Di qui un appello e una serie di proposte per aiutare chi vive nel disagio. Circa 500 persone, rappresentanti di associazioni di ogni ispirazione, rappresentanti della realt� ecclesiale napoletana, artisti, intellettuali, chiedono risposte adeguate alle esigenze di chi vive per strada. Aprono la lista dei firmatari Annamaria Ackermann, Peppe Barra, Regina Bianchi, Benedetto Casillo, Marcello Cirillo, Liliana Cosi, Eduardo De Crescenzo, Jacques Tibert Trio, Francesco Malapena, Claudio Mattone, Mariella Nava, Alexandr Serov, Valentina Sella, Tiberio Timperi, Clara Ventura, Manuela Villa, Sal Da Vinci, Serena Albano. Tutti uniti da un unico obiettivo: evitare che la gente continui a morire di freddo e di stenti. L'elenco delle persone stroncate si apre con un cittadino polacco di 21 anni che viveva al Molosiglio morto nel mese di ottobre per mancanza di soccorso. Nell'elenco, poi, c'� un immigrato di circa 45 anni trovato senza vita all'esterno della stazione della metropolitana di Cavalleggeri Aosta alla vigilia di Natale. E poi, un altro extracomunitario, 40 anni, morto in uno stabile ad Agnano. C'� poi una persona non identificata trovata cadavere sui binari della stazione di Campi Flegrei. A questi va aggiunto il caso del piccolo Christian nato nella notte di Natale e morto a Torre del Greco tra le braccia della madre 18enne rumena. A scampare alla morte � stata invece una cittadina italiana di 68 anni giunta all'ospedale Cardarelli in condizioni critiche. Secondo i rappresentanti della Comunit� di Sant'Egidio le necessit� di chi vive per strada sono tante, prima fra tutte proteggersi dal freddo e dalla fame. Soccorrere chi non trova riparo per la notte pu� evitare che muoia di stenti. Quali sono le proposte? Tenere aperti luoghi di ricovero, edifici pubblici, stazioni ferroviarie e marittime, terminal di mezzi di trasporto. Attivare bus riscaldati che fanno la spola nei luoghi di maggior concentramento dei senza dimora dove si possa trascorrere la notte, ricevere bevande calde e coperte, assistiti da operatori sociali. E poi la distribuzione di pasti e bevande calde, coperte, impermeabili, sacchi a pelo e la sospensione immediata degli sgomberi di senza dimora.
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