Comunità di S.Egidio


 

19/03/2006


A Firenze la testimonianza di due compagne della donna che dedic� la sua vita a un�opera di testimonianza cristiana

 

Chi era Madeleine Delbr�l? Ci hanno aiutato a scoprirlo due religiose francesi, Suzanne Perrin e Francette Rodary, sue compagne della prima ora, in un incontro organizzato il 9 marzo dalla Comunit� di Sant�Egidio presso la chiesa di San Tommaso in via della Pergola a Firenze. Tema della serata era "La gioia di credere: Madeleine Delbr�l, il Vangelo, i poveri", spunto ideale per ripercorrere le vicende storiche che hanno segnato la vita di questa donna di Dio, definita dal cardinal Martini "una delle pi� grandi mistiche del XX secolo".

Nata nel 1904 a Mussidan (Francia) ed educata in un ambiente borghese e scristianizzato, a soli quindici anni Madeleine si dichiarava atea e pessimista: "Il mondo � un assurdo. La vita un non-senso". Dopo gli studi di filosofia a Parigi, verso i vent�anni, entra in contatto con alcuni cristiani e si riavvicina al mistero di Dio-Crocifisso, un Dio che non se ne sta lass� a guardare dal cielo le sofferenze umane, ma che si fa "compagno" del dolore degli uomini, condividendolo nella carne. Madeleine racconta cos� la propria conversione: "Triste, angosciata, inquieta, decisi di pregare: non potevo pi� lasciare Dio nell�assurdo". E la preghiera conduce la giovane Madeleine dal nulla del mondo al tutto di Dio. "A vent�anni fui letteralmente abbagliata da Dio - confesser� pi� avanti - ci� che avevo trovato in Lui non l�avevo trovato in nient�altro".

Come racconta Suzanne Perrin per un breve periodo Madeleine pens� di entrare tra le Carmelitane, ma per gravi motivi familiari (la cecit� del padre) dovette rinunciarvi. "Fu il suo padre spirituale - ha detto la religiosa - padre Lorenzo, che sugger� a lei e ad altre giovani di vivere in comunit�: nel celibato, nella preghiera, nel lavoro e nella testimonianza del Vangelo, mandandole ad Ivry, cittadina operaia e marxista alla periferia di Parigi". Ivry era una citt� divisa in due: da una parte un pugno di cattolici, soprattutto anziani e benestanti, e dall�altra una moltitudine di militanti comunisti, poveri e lontani dalla Chiesa.

La Perrin ha spiegato che "Madeleine scorse in questa chiamata un segno: e il mondo divenne cos� il suo monastero. In un�epoca in cui l�unica scelta per Dio era all�interno di un�istituzione religiosa, la strada intrapresa da Madeleine e dalle sue compagne appare molto coraggiosa e non facile da comprendere". Si prodig� instancabilmente fra i pi� poveri, come assistente sociale, battendosi per i diritti degli operai e dei minori sfruttati. Fu animatrice di movimenti e associazioni ecclesiali - fra cui la JOC (Jeunesse Ouvri�re Catholique) e l�Azione Cattolica - e frequent� attivamente anche il sindacato sostenendo l�attivit� missionaria di molti preti-operai.

Dopo un�esistenza spesa al servizio di Dio e degli uomini mor� nel 1964, lasciando un�eredit� preziosa contenuta negli scritti, che sono una testimonianza vibrante di Vangelo vissuto.

Riguardo allo spinoso problema del rapporto con il marxismo usava dire: "In base al Vangelo, i comunisti sono il mio prossimo da amare, e allora io li amo e basta!".Come riferisce Francette Rodary, la Delbr�l era molto sensibile ad altre forme di povert�: "Oltre alla povert� materiale e alla miseria ella dedic� molti articoli all�analisi delle miserie. La miseria della masse proletarie la colpiva molto, queste vivevano in uno stato di miseria spirituale singolarmente comparabile allo stato di miseria sociale; per noi cristiani infatti il nutrimento di ogni giorno non � solo il pane, ma la possibilit� donata ad ogni uomo di conoscere il suo destino. In un mondo dove l�ipotesi dell�esistenza di Dio fosse liquidata, la ragione umana "morirebbe" di fame e disperazione. Lottare contro la miseria dello spirito � una forma della carit� fraterna a cui Madeleine era molto attenta". "Noialtri, gente della strada - ha scritto Madeleine Delbr�l nel libro "Ville marxiste, terre de mission" - crediamo con tutte le nostre forze che questa strada, che questo mondo dove Dio ci ha messi � per noi il luogo della nostra santit�. Noi crediamo che niente di necessario ci manca. Perch� se questo necessario ci mancasse Dio ce lo avrebbe gi� dato".

Giovanni Semino