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l'Umanit� |
28/03/2006 |
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'Eccellenza, scrivo la mia profonda preoccupazione in merito alla sentenza che ha condannato a morte Fabianus Tibo, Dominggus da Silva e Marinus Riwu, senza tener conto di nuove prove emergenti a loro favore e senza che sia stata fatta piena luce sugli eventi sanguinosi di Poso, in particolare sui mandanti. La esorto ad intervenire affinch� sia scongiurata tale crudele e disumana punizione. La imploro perch� tale crudele e disumana sentenza non venga eseguita'. Recita cos� l'appello reso noto dall'agenzia vaticana Fides e inviato dalla Comunit� di Sant'Egidio per la salvezza di Fabianus, Dominggus e Marinus, tre indonesiani cattolici condannati a morte in seguito al conflitto civile dell'area di Poso degli anni 2000-2002. 'La Comunit� di Sant'Egidio - scrive Fides - invita tutti ad aderire al proprio appella per salvare la vita dei tre, sottoscrivendo il testo e inviandolo alle competenti autorit� indonesiane'. Fabianus, Dominggus e Marinus, indonesiani cattolici, abitanti nell'isola di Sulawesi, sono stati arrestati nel 2000, con l'accusa di omicidio, nel corso di disordini a sfondo religioso che insanguinarono la citt� di Poso nello stesse anno. Il 5 aprile 2001 sono stati condannati a morte dal tribunale regionale d� Palu. Il 20 dicembre 2001, la Dichiarazione di Malino mise fine al conflitto, nel quale molti fra la popolazione locale furono coinvolti. 'I tre condannati, persone povere e analfabete - afferma Sant'Egidio - sono probabilmente solo dei capri espiatori, in quanto, in seguito all'emersione di nuove prove, non � sicuro siano gli esecutori materiali dei delitti compiuti, mentre gli ideatori degli scontri cruenti di Poso risultano tuttora ignoti'. Di recente il Vescovo d� Manado, Mons. Suwatan, ha portato ai tre cristiani condannati a morte in Indonesia la benedizione di Benedetto XVI. che ha voluto far giungere loro l'espressione della sua sollecitudine e la sua vicinanza spirituale. Mons. Suwatan ha parlato della profonda commozione dei tre cristiani la cui situazione e' molto diffide. Si moltiplicano, infatti, le notizie di una imminente esecuzione, nonostante alcuni positivi sviluppi del processo di appello.
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