Coltivare il dialogo � un atteggiamento che richiede coraggio. Questa � l'�eroicit� di chi sa far convivere culture e religioni diverse. Il messaggio giunge da Washington, capitale degli Stati Uniti. Qui, oggi e domani, rappresentanti di fedi diverse, studiosi e politici si sono dati appuntamento per l'incontro internazionale di preghiera per la pace promosso dalla Comunit� Sant'Egidio, con l'arcidiocesi di Washington, la Georgetown University e l'Universit� Cattolica d'America.
�Religioni e culture: il coraggio del dialogo� � il tema al centro del convegno organizzato nell'ambito del ventennale dalla prima Giornata mondiale di preghiera per la pace che nell'ottobre del 1986 vide Giovanni Paolo II chiamare a raccolta ad Assisi i rappresentanti delle grandi religioni.
La particolarit� di questo evento promosso dalla Comunit� di Sant'Egidio, che da 20 anni anima citt� e capitali d'Europa con il consueto appuntamento �Uomini e religioni�, � che per la prima volta esso sbarca Oltreoceano portando negli Stati Uniti l'occasione per riflettere sul rapporto tra fede e vita pubblica, tra religioni e rapporti internazionali.
Un dibattito che si aprir� oggi quando in Italia l'orologio indicher� le undici della sera (le cinque a Washington). All'interno degli spazi offerti dalla Georgetown University (ateneo di ispirazione cattolica fondato dai Gesuiti) l'incontro internazionale avr� un'introduzione musicale, cui seguiranno i saluti da parte del cardinale Theodore McCarrick, arcivescovo di Washington, di John J. DeGioia, rettore della Georgetown University, e di Andrea Riccardi, fondatore della Comunit� Sant'Egidio. Per ricordare i 20 anni dall'incontro di Assisi verr� proiettato un video cui seguiranno le testimonianze di Jean-Arnold de Clermont, presidente della Conferenza delle Chiese europee, di Busime Mudekereza, della Repubblica Democratica del Congo, e di Jeaninna Angelica Carcamo Carranza, di El Salvador. Dopo un interludio musicale seguir� una discussione sul tema �Le persone di fede e il coraggio del dialogo�, a cui prenderanno parte il rabbino capo di Haifa, Shear-Yashuv Cohen, l'arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin e l'imam Warith D. Mohammed, dell'Associazione islamica americana.
Domani il programma prevede tre sessioni di lavoro, due in mattinata e una nel pomeriggio. In ognuna di esse sci saranno cinque tavole rotonde alla presenza di personalit� come il cardinale di Baltimora, William Keeler, il cardinale di Douala (Camerun) Christian Tumi, il nunzio apostolico negli Stati Uniti Pietro Sambi, il nunzio presso l'Onu Celestino Migliore, il custode di Terrasanta, Pierbattista Pizzaballa, alcuni membri della Comunit� di Sant'Egidio, il senatore Giuliano Amato, e rappresentanti delle comunit� ortodosse, evangeliche, ebraiche e islamiche. Molti i temi degli incontri: �Le religioni e il pluralismo nella democrazia�, �La libert� religiosa: un diritto spesso negato�, �Le religioni e la cultura della vita�, �Il contributo religioso alla prevenzione dei genocidi�, �Le religioni davanti al terrorismo�, �Mass media: le religioni, la pace e la guerra�, �Bibbia, spiritualit�, umanesimo�, �Spiritualizzare la politica senza politicizzare la religione�, �Il dialogo tra religioni e culture: � ancora rilevante?�, �La preghiera come fonte di pace�, �Risolvere l'emergenza dell'Hiv/Aids�, �Vivere insieme in un mondo globalizzato: il ruolo delle religioni�, �Il coraggio del dialogo negli Stati Uniti�.
Domani sera, poi, si terr� la celebrazione finale: alle 17,30 (23,30 in Italia) le diverse religioni si troveranno per pregare ognuna secondo i propri riti. Tutti si ritroveranno poi per la processione della pace verso l'Healy Lawn alla Georgetown University. Qui alle 19 avr� luogo la cerimonia conclusiva, con i discorsi finali. Infine verr� letto, firmato e consegnato l'�Appello per la pace di Washington 2006�.
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Marazziti: �Per gli Usa l'inizio di qualcosa di nuovo. Per noi i vent'anni di un forte messaggio pubblico�
Il portavoce della comunit� fondata da Riccardi: �Oltre l�autosufficienza qui c�� ancora la voglia di confrontarsi. A settembre torneremo nella citt� del poverello�
�Abbiamo la sensazione di trovarci in un contesto, gli Stati Uniti, che spesso appare autosufficiente ma che in realt� dimostra la voglia di confrontarsi e di discutere�. Cos� Mario Marazziti, portavoce della Comunit� di Sant'Egidio, descrive il clima dell'incontro internazionale che si apre oggi a Washington e che vedr� i rappresentanti delle maggiori religioni del mondo impegnati nella riflessione sul tema �Religioni e culture: il coraggio del dialogo�.
Perch� proprio Washington?
�Si tratta di una nuova "conquista" dello spirito dell'incontro di Assisi del 1986, che arriva in America per la prima volta. Qui si confronter� con una societ� che ha fatto del multiculturalismo e della libert� religiosa quasi una "religione". Per questo contesto speriamo si tratti di un inizio di qualcosa di nuovo. Ci troviamo, inoltre, all'interno di un'istituzione storica per gli Usa, una voce autorevole, la Georgetown University�.
Non siete lontani dalla Casa Bianca, che effetto vi fa?
�Da qui vediamo i simboli del potere americano. Ma non abbiamo cercato un contatto diretto con l'amministrazione americana, anche se ci sar� qualche voce alle tavole rotonde che la rappresenter�. La nostra si propone, invece come una presenza discreta, una testimonianza sul valore del dialogo�.
Un tema che � diventato il vostro tesoro in questi venti anni.
Certo. Esso va inteso come la capacit� di scendere al nucleo pi� vero della propria identit�, senza rinunciarvi. Parte da qui l'incontro con l'altro e la capacit� di costruire una pace nel contesto internazionale.
Tracciando un bilancio di questi venti anni, cosa emerge?
�Ci siamo impegnati nel dialogo tra le religioni e siamo riusciti a fugare ogni dubbio sul rischio di un sincretismo religioso. Abbiamo chiarito anche l'intenzione di non interferire con il dialogo teologico riuscendo invece a mettere in campo uno spazio in cui ogni religione ha potuto affermare la sua contrariet� nell'uso distorto della fede e nella giustificazione religiosa della violenza. Siamo riusciti a lanciare un messaggio pubblico forte�.
Avete trovato anche dei compagni di viaggio?
�Diverse personalit� del mondo ebraico e islamico sono diventate interlocutori abituali nei nostri incontri. Un risultato che, guardando alla difficolt� iniziale di far stare nella stessa stanza persone con segni religiosi diversi, stupisce. In questi venti anni abbiamo avuto la fortuna di assistere a diverse "prime volte". L'ultima l'anno scorso a Lione: nella chiesa dove sono riportate tutte le eresie, tra cui appare anche quella di Lutero, abbiamo posto una lapide, un segno di unit� in un luogo di divisione�.
La prossima tappa?
�L'incontro ad Assisi a settembre. Completeremo cos� la memoria dello storico evento del 1986�.
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Un'eredit� lasciata da Papa Wojtyla
La Comunit� di Sant'Egidio ha raccolto lo spirito della Giornata mondiale di preghiera di Assisi, convocata da Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986. In quello storico incontro con i rappresentanti delle maggiori religioni del mondo il Papa lanci� un forte invito: �Continuiamo a diffondere il messaggio della pace e a vivere lo spirito di Assisi�. Da quell'evento sono nati gli incontri internazionali interreligiosi �Uomini e religioni�, che hanno toccato diverse citt� europee. L'evento, che si svolge ogni anno tra settembre e ottobre, torner� ad Assisi tra il 4 e il 6 settembre prossimi per ricordare i 20 anni dall'incontro voluto da Wojtyla.
Matteo Liut
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