Comunità di S.Egidio


 

28/04/2006

RELIGIONI E CULTURE
Il coraggio contro la paura
A Washington l'Incontro mondiale promosso dalla Comunit� di Sant'Egidio

 

"Abbiamo percorso una lunga strada che ci ha portato da Assisi a qui". E' la strada di "un patto di dialogo" stretto da "uomini e donne che prima si ignoravano ed ora hanno cominciato a vedersi fratelli e sorelle". Con queste parole il fondatore della Comunit� di Sant'Egidio, ANDREA RICCARDI ha aperto il 26 aprile a Washington, l'incontro mondiale tra le religioni per la pace che quest'anno, si celebra per la prima volta negli Stati Uniti, nel ventesimo anniversario della Giornata di preghiera per la pace di Assisi. Era il 1986 quando Giovanni Paolo II invit� i leader mondiali delle religioni a pregare ad Assisi per la pace. Anno dopo anno, la Comunit� di Sant'Egidio ha promosso nello spirito del 1986 incontri mondiali tra le religioni nelle principali citt� italiane e capitali europee. "Oggi siamo a Washington - ha detto Riccardi - dovevamo venire dopo l'11 settembre" per dire che "lo spirito di Assisi � un vento che soffia e rompe le barriere" e che "le differenze non possono essere la ragione per odiarci. Dio non vuole l'odio: non pu� volere la guerra e la violenza". L'incontro si svolge nella Georgetown University e vi partecipano un centinaio di esponenti delle principali religioni del mondo provenienti da oltre 30 Paesi del mondo, con una forte presenza da Paesi di frontiera del Medio ed Estremo Oriente. Sono presenti il rabbino capo di Haifa Shear-Yashuv Cohen e il rettore dell'Universit� di Al Azhar, Ahmend Al Tayyib, numerosi cardinali e patriarchi, il presidente del Consiglio metodista mondiale Sunday Mbang e il presidente della Conferenza delle Chiese europee Jean Arnold de Clermont. Dell'incontro, il SIR ne ha parlato con MARIO MARAZZITI , portavoce della Comunit� di Sant'Egidio.

Il tema centrale "Religioni e culture: il coraggio del dialogo" nella sede di Washington assume un significato particolare, in risposta alla proclamazione del cosiddetto "scontro di civilt�". Si vuole forse dire che l'Europa, o meglio, le radici cristiane europee hanno molto da dire in proposito?

"Il primo incontro di uomini di religioni e culture diverse in America, nello spirito di Assisi, � un'apertura di un'altra sponda del dialogo. Il centro degli incontri degli anni passati, a partire dall'oggettivit� geografica, � stato il mondo del Mediterraneo. La necessit� di costruire una globalizzazione con un'anima non pu� lasciare fuori il grande mondo dell'America. Tre grandi istituzioni come la Georgetown University, la diocesi di Washington, la Comunit� di Sant'Egidio uniscono le loro forze per ritrovare gli elementi per costruire le vie della riconciliazione, che sicuramente vanno in direzione alternativa allo scontro di civilt�".

Nel 2000 l'incontro interreligioso si � svolto in due tappe a Gerusalemme e Roma. A Washington saranno presenti il rabbino capo di Haifa, Shear-Yashuv Cohen e il rettore dell'Universit� di Al Azhar, Ahmend Al Tayyib. � evidente il tentativo di non escludere la concretezza dei problemi dal dialogo interreligioso. Quale il ruolo delle religioni sulla scena internazionale?

"A partire dalla delegittimazione di quanti usano in maniera blasfema la religione per la guerra, lo scontro e il terrorismo si deve arrivare all'idea di una grande alleanza spirituale che non ha nulla a che vedere con il dialogo teologico o con il sincretismo. Piuttosto le grandi religioni danno il loro contributo per uscire da un' impasse culturale in cui l'altro � spesso demonizzato. Questo obiettivo � nell'interesse del pianeta, per il quale le sfide devono essere piuttosto l'abolizione della povert� e la cura delle pandemie mondiali. Temi che, infatti, verranno affrontati anche in questa sede. Le religioni non devono governare il mondo e non hanno alcuna ambizione in questo senso. In questi giorni di riflessione a Washington interrogano se stesse per aiutare a trovare le vie per non pensare all'altro come a un nemico irriducibile. Non dimentichiamo che la tentazione del fondamentalismo � in tutte le culture religiose e laiche, non ultime le derive induiste".

Eventi gravi, pi� e meno recenti, in Afghanistan, ma anche nel "moderato" Egitto e in Turchia, in Nigeria e in Indonesia, hanno riportato alla ribalta il grave problema delle minoranze cristiane nei Paesi a maggioranza islamica. Si parla di reciprocit�, parola rischiosa anche per le istituzioni democratiche occidentali che accolgono minoranze di altre religioni. Per tutti � stato, forse, il risveglio circa le minoranze cristiane?

"La libert� religiosa � un diritto fondamentale dell'uomo. Con la Comunit� di Sant'Egidio abbiamo lavorato in Mozambico, perch� le Chiese potessero tornare alla loro attivit� quando non avevano la libert� neanche di suonare le campane. Oggi Sant'Egidio ha visto crescere molte sue Comunit� in Paesi a maggioranza islamica e non solo. Sappiamo cosa vuol dire stare vicino alle minoranze religiose. In questo senso, con l'incontro negli Stati Uniti, i quali gi� hanno dato risposte significative sulla libert� religiosa, ci saranno passi avanti nel sentire comune e di come ogni credente deve vedere anche l'altro. Infine, il cristianesimo si fonda sull'amore e non sulla reciprocit� burocratica".

Lia Mancini