Comunità di S.Egidio


 

01/07/2006

Allarme della Comunit� di Sant'Egidio dopo il successo registrato dall'iniziativa a Trastevere e a Testaccio
�Viva gli anziani�: rischio di chiusura per mancanza di fondi

 

Il programma �Viva gli anziani!�, ideato e realizzato dalla Comunit� di Sant'Egidio, sperimentato �con successo� in due quartieri di Roma e quindi �esportabile� in altre realt� del territorio nazionale, rischia lo stop il 21 luglio prossimo, proprio nel bel mezzo dell'emergenza-caldo, quando scadranno i finanziamenti. L'allarme � di Mario Marazziti, portavoce della Comunit�.

Il programma-pilota, avviato nel marzo 2004 nei quartieri romani di Testaccio e Trastevere - ha spiegato Marazziti - ha monitorato in poco pi� di due anni la situazione di 3.109 ultrasettantacinquenni, allo scopo di prevenire l'isolamento sociale e la mortalit�, costruire un tessuto e una rete di supporto e di aiuto, aiutare gli anziani ad affrontare eventi critici come il caldo e il freddo.Fino ad oggi, la Comunit� di Sant'Egidio ha inviato quasi 19 mila lettere, effettuato pi� di 11.500 telefonate per l'emergenza caldo o freddo e quasi 35 mila telefonate di monitoraggio, e inoltre 4.361 visite domiciliari. Pi� di 450 i progetti di intervento per problemi specifici, 31 quelli a favore degli anziani sfrattati, 15 per le persone senza riscaldamento o aria condizionata.

�Grazie alla rete creata dal progetto - ha spiegato Marazziti - nel 2005 il tasso di mortalit� tra gli anziani monitorati � stato molto basso: il 5,8% contro ad esempio il 7,6% del 2002, anno in cui si � registrata la mortalit� italiana pi� bassa degli ultimi anni.

Nei primi mesi del 2006, poi, si � registrata un'ulteriore diminuzione rispetto ai dati gi� positivi del 2005�.

Un progetto, dunque, che secondo Sant' Egidio potrebbe essere �esportato� su tutto il territorio nazionale, �con innegabili benefici per gli anziani e risparmio di risorse pubbliche�.

Secondo i calcoli della comunit�, infatti, costa molto meno aiutare gli anziani in questo modo piuttosto che metterli nelle residenze sanitarie assistenziali. �Ma � chiaro - ha detto Marazziti - che sono in ballo interessi forti che impediscono di cambiare rotta, e siccome finora si � sempre scelta la strada residenziale si continua a fare in questo modo�.