"Per un mondo di pace, religioni e culture in dialogo". Questo il titolo del XX incontro interreligioso promosso dalla Comunit� di Sant'Egidio, in collaborazione con la Conferenza episcopale umbra, che si svolger� il 4 e il 5 settembre nella citt� di San Francesco. L'evento � stato vissuto in questi anni in citt� e capitali europee, da Roma a Bucarest, da Bari a Lione, da Milano ad Aachen, e si � progressivamente affermato come un appuntamento annuale del dialogo interreligioso. Accanto alla partecipazione di leader religiosi e personalit� della cultura, dell'economia e della politica, numerosissima � la partecipazione di gente comune: 10mila persone in Germania, 20mila a Milano, per citare solo alcune edizioni. Il SIR ne ha parlato con mons. AMBROGIO SPREAFICO , della Comunit� di Sant'Egidio e rettore della Pontificia Universit� Urbaniana.
Venti anni di "preghiera per la pace" nello Spirito di Assisi come incidono sul prossimo incontro?
"A venti anni dalla preghiera interreligiosa convocata da Giovanni Paolo II ad Assisi nel 1986, l'appuntamento del 4 e 5 settembre vuole sottolineare come, nella costante successione degli incontri, si sia sviluppata una rete di rapporti, ricca di personalit� che hanno cercato le vie del dialogo, pur nell'affermazione della propria identit�, perch� convinti che il dialogo non esiste senza un'identit� precisa. Per questo ci sembra importante insistere ancora una volta sulla necessit� di costruire dei ponti, delle interrelazioni culturali proprio a partire da alcuni temi sia specificatamente cristiani, come i temi ecumenici, sia relativi alla societ� di oggi: il tema della povert�, quello della globalizzazione. Religioni e famiglia, Amore di Dio e amore per il prossimo, Civilt� del convivere: questi sono alcuni degli argomenti che verranno affrontati. Poi anche tematiche pi� specificatamente religiose come il grande tema della preghiera. Tra i partecipanti attendiamo il card. Paul Poupard, mons. Giuseppe Chiaretti, mons. Stanislaw Dziwisz, Karekine II, catholicos di tutti gli Armeni, il metropolita Vladimir, del Patriarcato di Mosca, Ismael Noko, segretario generale della Federazione Luterana mondiale, Jean-Arnold de Clermont, presidente della CEC".
Coloro che hanno partecipato agli incontri interreligiosi nello "Spirito di Assisi" sono stati promotori di iniziative di dialogo nei loro contesti di provenienza?
"La partecipazione a questi incontri ha sviluppato, ad esempio, nei rabbini ortodossi un atteggiamento di rispetto e stima nei confronti non solo della Comunit� di Sant'Egidio, ma anche nei confronti della Chiesa cattolica e della realt� in cui viviamo. Non � senza significato che il rabbino capo di Haifa, Cohen , che partecipa ai nostri incontri da pi� di dieci anni, sia capo delegazione da parte del Gran Rabbinato d'Israele per la Commissione mista con la Santa Sede, per il dialogo tra religiosi delle due parti. Gli incontri della Comunit� sono una via attraverso cui tanti uomini di religione hanno compreso, talvolta, la ricchezza di un rapporto pi� positivo con la Chiesa cattolica. C'� anche l'esempio del recente Summit interreligioso di Mosca, organizzato dal Patriarcato della Chiesa russa-ortodossa: la presenza del fondatore della Comunit� di Sant'Egidio, Andrea Riccardi, in quell'incontro � stata anche l'occasione di incontrare tanti rappresentanti religiosi che negli anni hanno partecipato agli incontri di Sant'Egidio".
Come si svolger� la preghiera per la pace ad Assisi?
"Un'assemblea d'inaugurazione, dove si lancia il messaggio che guider� la riflessione dei giorni successivi, aprir� il convegno con interventi di leader religiosi e di un rappresentante del mondo politico. Seguiranno poi sessioni diverse di tavole rotonde dove affrontare alcuni temi, occasione per i partecipanti di intervenire. Dopo queste giornate di incontro che ad Assisi saranno il luned� pomeriggio e il marted� mattina, si concluder� il convegno con la cerimonia finale costituita da due parti. In una prima parte i rappresentanti delle varie religioni si incontreranno per una sosta di preghiera: i cristiani formuleranno una preghiera ecumenica, gli ebrei come gli islamici e le religioni orientali si incontrano in locali approntati per l'occasione. Nel corso di questi momenti di preghiera separati (non abbiamo mai fatto un momento di preghiera comune tra le diverse religioni, consapevoli che non si tratta di costruire un modello religioso unico) ognuno secondo la propria fede si rivolger� a Dio per invocare la pace. Poi in processione si raggiunger� la piazza antistante la basilica inferiore. Dopo la lettura dei messaggi e dell'appello per la pace, ognuno dei leader religiosi apporr� la firma di adesione all'appello e accender� uno dei ceri del candelabro che con la sua luce formata da tante fiammelle, vuole esprimere la ricerca dell'impegno comune per la pace all'interno dei mondi in cui ciascuno vive"
Lia Mancini
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