Comunità di S.Egidio


 

23/07/2006

San Bartolomeo all'Isola Tiberina, scrigno di preziose memorie
Martiri e testimoni del '900 Una basilica come custode

 

Il 19 agosto del 1943, un contadino austriaco viene decapitato in un carcere vicino Berlino. Franz J�gerst�tter, questo era il suo nome, si opponeva alla guerra. Era cattolico. E pi� volte si era espresso contro il Fiihrer e il nazionalsocialismo. �N� il carcere, n� le catene e neppure la morte - scriveva poco prima di morire, - possono separare un uomo dall'amore di Dio e rubargli la sua libera volont�. Cos� Franz, padre di tre figli, moriva a soli 36 anni. La sua � la storia di un martire della fede, una vittima delle persecuzioni religiose che, nel XX secolo, hanno segnato drammaticamente il cammino di tutti i continenti: dal genocidio degli armeni nel 1915, ai massacri di Timor Est del 1999, al comunismo bolscevico, al nazismo. E ancora: i regimi dittatoriali dell'America latina, le tragedie dell'Africa, l'oppressione dell'islam integralista. Con storie di sofferenza e di testimonianza di fede, spesso sconosciute, che hanno coinvolto milioni di persone. Ora simbolicamente presenti nello stesso luogo: per volont� di Giovanni Paolo II, numerose reliquie, di laici e religiosi, cattolici, ortodossi ed evangelici, sono custoditi nella chiesa di San Bartolomeo all'Isola Tiberina. Da sempre legata alla testimonianza dei martiri, la basilica, da dodici anni affidata alla Comunit� di Sant'Egidio, fu voluta dall'imperatore Ottone III di Sassonia, dopo il 998, in onore del santo Adalberto, che diffuse il cristianesimo tra boemi, polacchi, prussiani e mor� martire nel 997. Vi furono traslate anche le reliquie dell'apostolo Bartolomeo, e di due diaconi umbri, martirizzati nel IV secolo: Esuperanzio e Marcello. Attualmente sono sei le cappelle della chiesa dedicate alle memorie dei martiri e testimoni della fede provenienti da tutto il mondo, come spiega il rettore, don Angelo Romano. Oltre alla lettera autentica di Franz J�gerst�tter, consegnata l'anno scorso dal cardinale Sch�nborn, la basilica custodisce il messale di monsignor Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo di San Salvador, ucciso sull'altare, nel 1980, mentre celebrava l'Eucaristia. Nella cappella dedicata ai martiri della Spagna e del Messico, c'� anche il pastorale del cardinale Juan Jesus Posadas Ocampo, arcivescovo di Guadalajara in Messico, ucciso nel 1993 da un gruppo di uomini armati.Tra le reliquie, numerose anche le lettere di martiri che hanno vissuto la prigionia e la tortura.

Come la lettera ai familiari del pastore evangelico Paul Schneider, scritta dal lager nazista di Buchenwald, nel 1938. Dietro l'altare maggiore - che poggia su un'antica vasca di porfido, nella quale sono deposte le reliquie di San Bartolomeo - nell'icona ecumenica dei �nuovi martiri e testimoni della fede�, realizzata dall'iconografa Renata Sciach�, sono rappresentati circa 150 martiri, realmente vissuti. Ma, sottolinea don Angelo, �essi hanno una funzione evocativa�: richiamano alla memoria tutti i martiri del XX secolo. �L'icona - spiega Sciach� - esprime la fiducia che non � il male a vincere, ma � l'amore, che prepara un futuro di pace e di unit� tra gli uomini�.

Graziella Melina