Comunità di S.Egidio


 

01/08/2006

Mons. Paglia racconta l�impegno della Comunit� di Sant�Egidio
IL CORAGGIO DELLA PACE

 

Mons. Vincenzo Paglia non � solo il vescovo di Terni, Narni e Amelia: � anche scrittore e giornalista, ma soprattutto � stato tra i fondatori, nel 1968, della Comunit� di Sant�Egidio a Roma, che oltre a operare a favore dei poveri e degli emarginati, si � fatta un nome in ambito internazionale per le brillanti operazioni di pace condotte in diversi Paesi, tra cui il Mozambico. Incontro questo dinamico monsignore sessantunenne dallo sguardo pieno di intelligenza e di umanit�, che per la sua indefessa attivit� a favore della comprensione fra i popoli e del dialogo interreligioso � stato insignito di numerosi riconoscimenti - fra cui, tre mesi fa, il Premio Orinzane Terra d�Otranto - e gli chiedo di parlarci della Comunit� di cui � tuttora una delle colonne.

�La Comunit� di Sant�Egidio - mi dice - composta soprattutto da laici, ha iniziato il suo lavoro nel 1968. Erano anni ruggenti in cui si sentiva forte lo spirito del Concilio e il desiderio di cambiamento della societ�. Questa miscela mi spinse a individuare tre dimensioni fondamentali in cui operare: nel solco del Vangelo, bisognava fare in modo che la Chiesa fosse vicina ai meno abbienti, aiutare i poveri delle borgate romane, instaurare con loro dei rapporti diretti, alieni da paternalismi. Bisognava rendere pi� umana Roma, una citt� che aveva allora pi� di ottantamila baraccati provenienti dal Meridione. Questo lavoro appassion� me e i miei collaboratori, e in seguito allargammo la nostra azione ad altre citt� d�Italia, e poi al Mozambico, al Salvador, dovunque ci fosse bisogno cli aiuto�.

Oggi in quanti Paesi � presente la Comunit�?

�In settanta Paesi, con gruppi cli giovani che si impegnano per rendere pi� vivibili le citt�, aiutare i pi� deboli,favorire il dialogo fra le religioni. E una grande tela umana, tessuta traendo la forza dal Vangelo. Se c�� una guerra, cerchiamo cli portare la pace; se l�Aids infierisce, tentiamo di conibatterlo. In Africa, per esempio, abbiamo il progetto Sogno, per aiutare la nascita di bimbi sani da madri infette. In poco pi� di un anno sono nati sani pi� di duemila bambini. quasi il cento per cento�.

Vi prodigate anche per gli immigrati?

�L�aiuto agli immigrati � stato sin dall'inizio una priorit� della Comunit�. A Roma la nostra mensa soccorre ogni giorno 1.200 persone. In Italia c�� stata una totale assenza di politica immigratoria.Il governo italiano si � svegliato solo durante le emergenze e oggi paghiamo le conseguenze di questo vuoto. La Comunit� si occupa anche dei bambini degli zingari e dei portatori cli handicap; e abbiamo istituito delle case-famiglia per gli anziani, cos� da rendere meno duri i loro ultimi anni di vita. E drammatico che una societ� allunghi la vita delle persone e poi gliela renda amara�.

La Comunit� di Sant�Egidio si adopera molto anche per il dialogo fra le diverse religioni...

�S�, sono ormai vent�anni, a seguito dell�incontro di Assisi, che organizziamo l�incontro annuale fra i capi religiosi cli tutto il mondo. Ne sono scaturiti distensioni e dialoghi che hanno favorito anche azioni di pace e sciolto ghiacciai che sembravano eterni. La conoscenza dell�altro � fondamentale per la pace. Nel Mediterraneo siamo vicini gli uni agli altri, ebrei e palestinesi, italiani, albanesi e arabi: siamo condannati a stare assieme, anche in tempi durissimi come questo, O ci capiamo o ci ammazziamo. Il dialogo � la sola alternativa alla guerra. E l�esperienza della Comunit� dimostra che ciascuno pu� portare la sua goccia di misericordia. Non � vero che il mondo lo possono cambiare solo i potenti: lo pu� cambiare chiunque. Un sapiente ebreo diceva: �vuoi cambiare il mondo? Comincia da te�.

Perch� tanti giovani trovano nella droga un rifugio al loro disorientamento?

�Si sono persi molti valori, o non siamo capaci cii insegnarli ai giovani. Per questo c�� urgenza di un sussulto spirituale, di rinascita di un umanesimo nuovo, perch� l�egoismo, il pensare a s� come unica legge della vita, oggi fa di ognuno un�isola. Il giovane che si droga � arrivato al capolinea di un cammino cli solitudine.

Che tipo cii societ� costruiamo, quali sono gli ideali che proponiamo a questi ragazzi? Bisogna ritrovare la spiritualit� della solidariet� per l�altro�, sapendo che non si potr� mai essere felici da soli e contro gli altri. Il problema non sta nel progresso economico n� in quello scientifico: il problema � sempre l�uomo, come l�essere umano usa i nuovi mezzi che ha a disposizione. Se li usiamo solo per soddisfare il nostro egoismo, entriamo in una spirale micidiale, per cui non ci baster� mai nulla�.

Un discorso che vale anche per la povert� di una gran parte del mondo: non c�era mai stata tanta ricchezza, e tuttavia non ci sono mai stati tanti poveri come oggi. Come rimediare a questo squilibrio?

�L�eccessiva attenzione dei Paesi ricchi per se stessi porta a squilibri internazionali pericolosissimi: in questo mondo divenuto un villaggio globale da una parte si spreca, dall�altra si muore di fame. E prima o poi, inevitabilmente, la parte colpita cos� drammaticamente dalla povert� si rivolter�. Nell�interesse di tutti bisognerebbe che ogni Stato e il mondo pi� ricco nel suo insieme promuovessero una pi� equa e solidale distribuzione dei beni. E questo, come mi disse una volta un mio caro amico, ex-governatore della Banca Mondixle, non solo per motivi umanitari, ma anche economici�.

Pensa che sar� mai possibile, un giorno, che nel mondo s�instauri quella pace di cui tanto si parla, ma che sembra un�Araba Fenice?

�Nel 1992 noi della Comunit� cli Sant�Egidio riuscimmo a far firmare la pace fra il governo del Mozambico e i ribelli dopo diciassette anni di guerra, un milione di morti e un milione e mezzo di profughi. Con ci� voglio dire che se la pace la si vuole davvero, � possibile raggiungerla. La pace abita nel cuore degli uomini, e nulla � impossibile a chi la persegue con tenacia e disinteresse. Bisogna trovare dei tavoli intorno a cui dialogare, perch� oggi il dramma delle guerre � raddoppiato: in passato morivano i soldati, oggi invece il numero maggiore cli vittime � quello dei civili. Non c�� guerra che possa dirsi giusta. E cos� come c�� bisogno di un sussulto spirituale, ci sarebbe bisogno anche di un sussulto di moralit� fra i responsabili della politica nazionale e internazionale, i quali dovrebbero capire che tutte le guerre sono evitabili�.

Non teme di coltivare un�utopia?

�Parto dall�assunto che nessun uomo � un mostro: siamo stati tutti creati da Dio e dunque c�� una scintilla di Dio in ognuno di noi. Il problema � trovarla, aiutarla a non spegnersi e magari, anzi, a bruciare un po' di pi�. Per questo non dispero e penso che la parola disarmata ma fermissima possa toccare anche il cuore degli uomini pi� induriti, se � accompagcita dall�amore�.

Andrea Grillini