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AGI |
10/08/2006 |
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I vescovi cattolici, le chiese cristiane dell'Indonesia, il Consiglio degli ulema musulmani e la Comunit� di Sant'Egidio si mobilitano affinch� sia bloccata l'imminente esecuzione capitale di Tibo, Marinus e Dominggus, il cui caso � stato portato all'attenzione dell'opinione pubblica mondiale da AsiaNews, l'agenzia del Pontificio Istituto Missioni Estere. I tre cristiani sono gi� stati condannati a morte e la loro fucilazione � fissata per il 12 agosto prossimo. 'Nuove testimonianze giuridiche fatte presenti nel processo presso il tribunale di Palu il 9 marzo 2006, non sono state menzionate n� considerate come prove che possano far emergere la verit� in questo cas�, spiega il vescovo di Manado, mons. Suwatan, che ha fatto pervenire alla Comunit� di Sant'Egidio l'appello firmato insieme al capo degli ulema musulmani ed al presidente dell'associazione delle chiese protestanti per la sospensione dell'esecuzione e la prosecuzione del procedimento giudiziario. I leader religiosi sono unanimi nel dichiarare che 'le prove raccolte per spiegare i fatti del 23 maggio del 2000 a Moengko sono sicuramente non ver�. 'Il nostro senso di verit� e giustizia - si legge nel testo - � turbato. Come uomini di religione e a nome di tutta la societ� rivolgiamo con forza un appello affinch� il diritto alla vita sia riconosciuto come un diritto universale, che non pu� essere tolto da nessuno cos� come stabilisce la convenzione mondiale per il diritto universale alla vita e cos� come dovrebbe essere stabilito nella Costituzione della Repubblica Indonesiana e riconosciuto nelle leggi che regolano la vita della societ� all'interno dello Stato della Repubblica d'Indonesia. Secondo vescovi, pastori e ulema 'non � stata fatto luce sulla verit�: a nostro giudizio - affermano - veramente � stata una scelta errata accusare Tibo e attaccare in questo modo la localit� di Moengko, che, si noti bene, � dove sono situati il luogo di culto, le scuole ed i dormitori della sua gente'. 'imploriamo gli esecutori della condanna a morte - conclude l'appello - di voler attendere le risoluzioni del nuovo Codice della Costituzione della Repubblica che sono ancora in discussione presso i rappresentanti del nostro Parlamento. L'errore di condannare a morte un essere umano la cui vita a donata come grazia da Dio Padre Onnipotente, non potrebbe non portare ripercussioni all'immagine della Giustizia della Legge ed al buon nome dello Stato e del popolo indonesiano in mezzo alle grandi famiglie dei popoli del mondo'.
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