Comunità di S.Egidio


 

13/08/2006

Molti operatori sono immigrati: Bob, congolese, Harun, bengalese, Youssef marocchino, Monika � polacca
Progetto aiuto per duemila anziani
Trastevere e Testaccio, l'esperimento di Sant'Egidio contro la solitudine

 

Bob, che � congolese di Kinshasa, l'hanno rinominato Giobbe. Harun, un bengalese di Dacca, � a volte Aronne ma pi� spesso �l'indianino�. Youssef, un marocchino di Fez, � diventato Giuseppe. Monika, nata vicino ai laghi Masuri in Polonia, � ovviamente Monica ma per l'accento pensano che sia una sarda. E la rumena Johanna cosa vuoi che diventi a Trastevere e Testaccio? Giovanna. Fantasia degli anziani romani. Ecco tutti i modi in cui hanno ribattezzato gli operatori di quartiere del programma sperimentale �Viva gli anziani�, che la comunit� di Sant'Egidio sta portando avanti ormai da tre anni tra oltre duemila anziani ultra settantacinquenni dei due popolari rioni. Duemila sui 223 mila dell'intera citt�: un esperimento che guarda lontano.

Giuseppe-Youssuf parla al telefono dalla centrale operativa, al primo piano del San Gallicano, negli uffici in cui si � insediato il programma anziani dopo il trasferimento di parte dell'ospedale dermatologico a Mostacciano. Davanti a un monitor c'� Roberto Bortone, uno dei tre assistenti sociali insieme ad Olga e a Chiara. I coordinatori sono Daniela Pompei e Rita Cutini. �Hai preso le medicine? - chiede Youssuf all'anziana al telefono -. Mi raccomando, non dimenticartene...�.

�All'inizio il Comune ci ha fornito i dati anagrafici degli anziani ultra 75 anni di Trastevere e Testaccio - spiega Olga Madaro -. Erano 2.800 nomi. Ci abbiamo messo un po' di tempo e, scremando da quella cifra chi era ormai trasferito in istituti oppure era deceduto, siamo arrivati a poco pi� di 2000 persone, 1384 donne e 653 uomini. Li abbiamo verificati uno per uno. Come? Andando di casa in casa, parlando con portieri e negozianti, con farmacisti, medici e fornitori alimentari. Nel frattempo abbiamo dovuto superare la diffidenza e farci conoscere meglio. Lasciando lettere nelle cassete postali, organizzando feste, avvicinandoli a] mercato�.

Morale: sono almeno 700 gli anziani �soli�, quelli pi� problematici, di cui met� con problemi pi� seri e 140 quelli dichiaratamente pi� a rischio. In 150 non hanno il telefono. E su questi che si concentrano gli interventi pi� urgenti, ripetuti durante la settimana. A tutti gli altri provvedono contatti periodici, almeno sette all'anno, tra compleanni, feste organizzate, festivit� come Natale e Pasqua, pi� qualche telefonata durante i momenti stagionali pi� difficili (ondate di calore estive e di freddo invernale). �Ma a volte succede anche d'improvvisare per strada - spiegano gli operatori -. Durante l'ultima ondata di calore, dal 23 al 28 luglio (la precedente � stata dal 24 al 29 giugno) era in corso la serrata dei farmacisti. Abbiamo incontrato Giulia, se ne stava inerte di fronte a una saracinesca di farmacia abbassata, non sapeva come fare per i suoi cardiotonici. Per fortuna era aperta la farmacia di San Cosimato, l'abbiamo portata l� e cos� si � risolto il problema�. A Renata, a Trastevere, invece � bastato che le portassero le impegnative del medico a casa. Nicolina, dimessa dall'ospedale dopo una frattura alla vertebra, ha evitato l'istituto grazie all'intervento delle dimissioni protette del Comune. Una volta, uno di loro ha lasciato aperto il gas. Lamberto, in via delle Mantellate, ha invece il problema dell'ascensore che non c'�: ci vuole qualcuno per aiutarlo a scendere. Lo stesso per Mario.

�Il risultato? Abbiamo ridotto il tasso di mortalit� - spiegano i volontari -. E anche quello dell'assistenza domiciliare�. Loro, i vecchietti, ringraziano spesso al telefono. �Questo caro signore Youssuf - ha detto Antonino Campagna - � stato proprio una cosa unica...Detto tra noi nessun italiano ha mai fatto per me questo�.

Paolo Brogi