La fine di 18 anni di spaventosa guerra civile nel Nord dell'Uganda � adesso un po' pi� che una speranza. Ieri, una delegazione governativa di Kampala e un'altra di rappresentanti della milizia ribelle Lra (Lord's resistance army) hanno sottoscritto un protocollo per �cessare le ostilit� in vista di un definitivo approfondimento del processo di pace. La guerra ha gi� provocato decine di migliaia di vittime, soprattutto civili, e costretto oltre un milione e mezzo di sfollati ugandesi a cercare riparo in una miriade di campi profughi, spesso esposti a loro volta alla violenza degli scontri cos� come a brutali massacri e rapimenti in massa di bambini da parte dell'Lra. In quest'inferno nel cuore dell'Africa centrale potrebbe aprirsi adesso un varco di luce, se le promesse dell'accordo appena siglato reggeranno alle profonde tensioni nella regione. L'inizio della tregua � stata fissata per marted� prossimo al mattino e l'articolazione dell'accordo provvisorio pare all'insegna di un promettente pragmatismo. Varie clausole aggiuntive, in particolare, sorreggono l'impegno principale di arrestare le ostilit�. Le parti, ad esempio, promettono di �cessare le campagne ostili di propaganda sui media e di altro tipo�. Le stesse che hanno gi� cos� tante volte amplificato gli effetti dei conflitti nell'Africa centrale. Al contempo, � convenuto che tutti i miliziani dell'Lra (fra cui tanti bambini irregimentati con la violenza, dopo essere stati rapiti) �usciranno allo scoperto dovunque siano presenti�. Un punto cruciale, quest'ultimo, se si tiene presente che l'Lra ha condotto negli armi la propria guerriglia sfruttando la conoscenza delle aree accidentate e delle foreste comprese fra il Nord ugandese, il Nord congolese e il Sudan meridionale (dove l'Lra ha fissato la propria principale retroguardia). I miliziani presenti in Uganda e Sudan, secondo l'accordo, dovranno raggrupparsi entro tre settimane a Owiny-ki-Bul (localit� sudanese di frontiera situata sulla riva orientale del Nilo), mentre quelli presenti in Congo dovranno dirigersi a Ri-Kwangba (riva occidentale). A scortare i miliziani sar� l'esercito sud-sudanese scaturito dallo Spia (entrato nel governo di Khartum dopo la firma della storica pace fra potere centrale e indipendentisti del Sudan meridionale). Il monitoraggio del processo e la gestione delle controversie sar� Invece affidato a una squadra mista di osservatori delle due parti e internazionali (col concorso, in particolare, dell'Unione africana). Lo Spia, fra l'altro, si impegna a prendere sotto tutela le due aree di raggruppamento. Il troncone di miliziani Lra che protegge il comandante storico Joseph Kony si troverebbe attualmente all'interno del parco nazionale della Garamba, nell'estremo Nord della Repubblica democratica del Congo. Un rifugio finora non abbandonato dal comandante anche perch� Kony, assieme ai pi� stretti luogotenenti, � ricercato dalla Corte penale internazionale (Cpi) con l'accusa si crimini di guerra e contro l'umanit�. Quest'ultimo punto rappresenta solo uno dei tanti aspetti ancora in sospeso che invitano tutti osservatori a una generale prudenza. Il documento firmato ieri, in un hotel di Juba (capitale del Sudan meridionale), non rappresenta ancora un cessate il fuoco definitivo e non parla di disarmo.Sempre senza Kony, le difficili discussioni dovrebbero riprendere gioved� prossimo ancora a Juba, dove sono in corso gi� da settimane.Del pool internazionale di mediatori fa parte anche la Comunit� di Sant'Egidio che giudica il protocollo appena siglato come una �primo significativo passo�. L'Lra, da tempo estremamente indebolito, aveva gi� dichiarato un cessate il fuoco unilaterale a inizio agosto.
Kampala, da parte sua, ha invece inviato a Juba il proprio ministro dell'Interno Ruhakana Rugunda. I segnali incoraggianti, dunque, non mancano. Ma non � ancora pace.
I GUERRIGLIERI
Molti minori trai 5.000 �effettivi�
Il Lord's resistance army sarebbe attualmente costituito da circa 5.000 effettivi (un migliaio di questi � nelle retrovie sudanesi, il resto � invece schierato nel Nord Uganda). Anche se nato nei 1988, il movimento ha trovato aiuti e mezzi dal governo sudanese (che formalmente da pi� di un anno ne ha preso le distanze) a partire dal 1994: e proprio dodici anni fa sono iniziati i sequestri di giovani da reclutare. Nonostante i proclami e le garanzie di sicurezza offerte alla popolazione da parte del governo del presidente Museveni, l'esercito regolare non ha mai contrapposto ai guerriglieri pi� di 4.000 uomini concentrati intorno ai campi di raccolta degli sfollati in cui le condizioni ci sopravvivenza sono estreme. Il "progetto politico" dell'Lra � a dir poco demenziale: il leader del gruppo, Joseph Kony, ha dichiarato ripetutamente la volont� di sostituite i principi della Costituzione ugandese con il decalogo del Vecchio Testamento. Da anni lo scopo delle incursioni � per� quello di compiere razzie e sequestrare giovani leve da reclutare: il 90% dei ribelli � infatti minorenne e dal 1994 sono ormai ventimila i bambini finiti nelle mani del movimento armato. Al recupero dei ragazzi, sfuggiti a pi� riprese dall'Lra, hanno lavorato in questi anni molti religiosi e organizzazioni cattoliche.
Daniele Zappal�
|