Comunità di S.Egidio


 

02/09/2006

ASSISI/VERSO IL MEETING DELLA COMUNITA� DI SANT�EGIDIO
Mons. Paglia: �Il frutto cresce se si semina la pace�

 

ASSISI - Ad Assisi, a venti anni dallo storico incontro di Preghiera per la Pace convocato da Giovanni Paolo II, numerosi leader religiosi mondiali si confronteranno, il 4 e 5 settembre, sul tema del dialogo tra culture diverse in occasione del meeting internazionale: �Per un mondo di pace: religioni e culture in dialogo� promosso dalla Comunit� di Sant�Egidio e dalla Conferenza Episcopale Umbra. Un dialogo come chiave per lo svuotamento dello scontro di civilt�, per uno sviluppo e una globalizzazione capace di mettere al centro le legittime aspirazioni dell�uomo e di interi popoli, in un confronto tra cultura laica e religione. Il meeting sar� aperto dall�assemblea inaugurale il 4 settembre e proseguir� nei sedici panel di approfondimenti e dibattiti. Il 5 settembre la cerimonia di chiusura davanti alla basilica di San Francesco alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e di rappresentanti di tutte le confessioni cristiane d�Oriente e Occidente. Torna cos� forte lo �spirito di Assisi�, quale appello alle religioni perch� siano strumenti di pace in un mondo di violenze e di guerre, nel clima di fraternit� universale che avvolge e si respira nella citt� di san Francesco. Un�iniziativa da sempre stata sostenuta con vigore da mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni Narni Amelia.

Mons. Paglia, a venti anni dallo storico incontro del 1986, che cosa rappresenta lo �spirito di Assisi�?

�Lo �spirito di Assisi� � una luce sempre viva, che illumina il cammino per la pace; � l�avvicinamento di diversi mondi religiosi sulla via del dialogo per raggiungere la comune m�ta della pace tra i popoli. Nel 1986, l�intuizione di Giovanni Paolo II fu formidabile: radunare ad Assisi tutti gli uomini di religione per invocare quella pace che gli uomini faticano a trovare. Da allora lo �spirito di Assisi� si � allargato e irrobustito pur in scenari internazionali che sono assai cambiati. Infatti nel 1986 il mondo era ancora diviso in due tra Est e Ovest, c�era ancora il muro di Berlino, crollato nell�89 e che ha segnato una nuova apertura per la costruzione di ponti di pace. In quegli anni, anche se erano in corso conflitti come in ex Jugoslavia o in altre zone dell�Africa, diversi sono stati i segnali che hanno riqualificato il messaggio di pace di Assisi e che ne hanno distinto il cammino. Nel terzo millennio lo scenario � cambiato ancora. L�11 settembre ha segnato un drastico cambiamento con il flagello del terrorismo. Allora il papa ha detto: �Mai pi� la guerra� e lo �spirito di Assisi� � divenuto un faro di luce per la pace. Oggi il nuovo contesto internazionale, con i conflitti in Medio Oriente, in Africa, con lo scontro di civilt�, rende buio l�orizzonte del mondo. Ancora una volta a rischiararlo c�� l�icona di Assisi, che se una prima volta si � levata per dire �mai pi� il mondo diviso in due�, poi per dire �mai pi� la guerra�, oggi si leva ancora forte per dire �mai pi� lo scontro di civilt�� per convivere dialogando gli uni accanto agli altri�.

Gli incontri interreligiosi della comunit� di Sant�Egidio sono stati, in questi anni, banco di prova per il dialogo e la pace. Con che risultati?

�Il frutto cresce se si semina la pace. In una terra come l�Umbria questo mistero si comprende bene, basti pensare alla seminagione di san Francesco. In questi 20 anni abbiamo visto frutti singolari cresciuti dall�incontro tra religioni diverse, momenti di pacificazione nello �spirito di Assisi� come quello in Mozambico ed recentemente in Uganda, l�incontro tra ebrei, cristiani e musulmani a Gerusalemme, l�aiuto all�Albania. L�influsso di Assisi va alimentato come dimostrano le tante persone cresciute nel segno della pace. Lo �spirito di Assisi� � una luce che non si � pi� spenta. Ed anche se � ancora buio, tante candele continuano ad accendersi per farci sperare di poter sognare sempre un futuro di pace�.

Umbria terra di pace, � solo uno slogan?

�Non solo. E� una lettura profonda della nostra storia. Non dobbiamo dimenticare che dall�Umbria, all�inizio del primo millennio, nacquero quei pellegrinaggi che giunsero fino a Roma e che spinsero paesi, citt� e famiglie a ricomporsi e unirsi nella pace. E� da questa terra che poi sbocci� quello straordinario fiore che fu Francesco di Assisi, conosciuto nel mondo come uomo di pace, riconciliazione e fraternit�. Il fatto che oggi l�Umbria torni ad essere luogo ove ci si ritrova da tutto il mondo per la pace, � un�ulteriore interrogazione per noi umbri, talora poco attenti se non dimentichi delle energie spirituali che affondano nelle nostre radici e che riescono a comporre anche tradizioni diverse. La stessa esperienza di Aldo Capitini e di altri uomini di pace spinge noi umbri a fare della dimensione della pace uno dei cardini della nostra cultura e anche della nostra politica. Penso che tutti dovremmo, con maggiore audacia e generosit�, unirci a questo straordinario pellegrinaggio di pace, che non a caso porta il nome di Assisi�.

Pace � anche dialogo tra culture diverse. Nel meeting saranno affrontati questi argomenti?

�E� questo un elemento nuovo che si � aggiunto dopo Assisi �86 negli incontri internazionali �Popoli e religioni�. Una dimensione diversa, generata dal mutamento culturale internazionale, � stata la presenza di uomini non credenti o di culture diverse. Si � compreso che di fronte ai nuovi scenari, tutti gli uomini di buona volont�, anche non credenti, dovessero partecipare a questo pellegrinaggio verso un mondo di pace. Nessun uomo e nessuna donna, a qualunque cultura o fede appartengano, pu� estraniarsi oggi da questo impellente bisogno di pace. La divisione non passa tra buoni e cattivi, credenti e non credenti, anche se le separazioni esistono. Piuttosto la vera divisione passa tra chi vuole immaginare un futuro del mondo nella pace e chi invece vuole immaginare un futuro che difenda i propri interessi. Ormai la pace � globalizzata: o � per tutti o nessuno pu� ritagliarla per s�.

All�incontro di Assisi sar� presente il Capo dello Stato Giorgio Napolitano.

�In questo momento in cui l�Italia � chiamata a porre attenzione alla situazione Mediorientale, in particolare al Libano, la sua presenza mostra lo spirito all�interno del quale questa missione si svolge. Non c�� dubbio che l�Italia e l�Europa debbano guardare al Medio Oriente con responsabilit�, non solo per il passato talora non sempre chiaro, ma per una diversa prospettiva, perch� il Mediterraneo, luogo d�incontro delle grandi religioni, torni a rappresentare la possibilit� di una pace che contagi tutti�.

Quale sar� l�appello di pace di Assisi 2006?

�Un mondo dove sia possibile, per persone di religione e di culture diverse, vivere e apprendere sempre pi� l�arte dello stare insieme pacificamente�.

Elisabetta Lomoro