Assisi. Nessuno ha il diritto di usare il nome di Dio per guerre "sante" e terrorismo. Dio deve �unire e non dividere�. Serve una �efficace pedagogia di pace� per fermare gli "shahid", i giovani kamikaze islamici che cercano nel Corano la giustificazione del loro agire di morte.
A 20 anni dallo storico summit voluto da Giovanni Paolo II ad Assisi per avviare il dialogo tra le grandi fedi in tempi non sospetti, quando il mondo era ancora diviso in due blocchi, nella cittadella di san Francesco convergono ancora una volta imam, rabbini, vescovi, buddisti e scintoisti per un fare un bilancio di quel gran consulto.
Nei dibattiti che si alternano, nelle numerose tavole rotonde ospitate dai frati, si mettono a fuoco le sfide che interrogano cristiani, ebrei e musulmani in questo terzo millennio segnato da sanguinosi attacchi terroristici. Attivit� di morte, questa, ormai globalizzata, come sta a dimostrare ci� che � avvenuto tanto a New York, che a Madrid, Londra, Mumbay, Kenia, Bali, Istanbul, Sharm el Sheik.
La giornata si � aperto con un denso messaggio di Benedetto XVI in cui ha rinnovato il valore dello �spirito di Assisi� - profetica intuizione di Papa Wojtyla capace di spronare la mutua collaborazione tra spiriti di buona volont�.
Serve la forza di tutti per vincere il terrorismo ed evitare lo scontro tra civilt�, ha fatto sapere. �La religione non pu� che essere foriera di pace, come ha insegnato il Concilio� ha scritto il pontefice insistendo sul valore dell'accoglienza reciproca, l'amicizia tra i popoli, l'educazione delle nuove generazioni ma mettendo qui e l� qualche paletto al dialogo inter-religioso perch� non pu� trasformarsi in sincretismo dando vita a �inopportune confusioni� tra una fede e l'altra.
La strada della mutua comprensione tra Occidente e Islam � per� tutta in salita come hanno dimostrato le parole accusatorie nei confronti dell'Occidente di Ahmad al Tayyeb, rettore delluniversit� di Al Azhar, il massimo centro sunnita del mondo. �Ci rattrista che sotto la falsa copertura di trattati e organismi internazionali� non solo �non si attua nulla� ma si opprimono interi popoli. Colpa di una societ�, ha detto, dimentica del valore di Dio e dunque �cieca�.
Laicit� dello Stato e marginalizzazione delle religioni nelle societ� occidentali sono stati temi ricorrenti, al centro anche di un dibattito.
Protagonista in assoluto il ministro Giuliano Amato, autore assieme a monsignor Vincenzo Paglia, fondatore di Sant'Egidio, di un libro sul dialogo tra credenti e non credenti. Amato, invitato a dare una risposta sulle posizioni estremiste assunte di recente dall'Ucooi all'interno della Consulta, si � limitato a far notare che purtroppo ci sono ancora nodi �da sciogliere�, come a dire che la parziale autocritica sul paragone tra Israele e il nazismo non basta.
Alcune autorevoli voci cattoliche (padre Bianchi, priore di Bose e padre Vincenzo Coli, portavoce del Sacro Convento) interpellati in materia hanno fatto sapere che cos� facendo i musulmani dell'Ucoii rischiano di farsi buttare fuori dalla Consulta.
Franca Giansoldati
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