|
05/09/2006 |
|
|
|
� ASSISI � IL DESIDERIO, e l�ambizione, di rilanciare al mondo quello �spirito di Assisi� che venti anni fa (il 27 ottobre 1986) commosse Giovanni Paolo II, tenace demiurgo di un incontro fra le religioni della terra. Oggi gli aneliti di quel fervore sono riemersi nel messaggio che Benedetto XVI ha inviato alle migliaia di convegnisti internazionali affluiti nella citt� di San Francesco per partecipare ai tanti confronti programmati dalla Comunit� di Sant�Egidio sotto il proclama Per un mondo di pace. Religioni e culture in dialogo. Il tornare al confronto delle convinzioni e delle fedi � anche concentrato nella voglia � come rileva Ratzinger � che, malgrado i giorni bui della nostra epoca, �le speranze e il sogno apparsi allora a Giovanni Paolo II, non sono tramontanti�. Anzi, con la determinazione di chi non s�arrende pur posto di fronte a �scenari di terrorismo e di violenza�, il Pontefice attribuisce all�iniziativa voluta dal suo predecessore �il carattere di una puntuale profezia�. ED ESALTA, nella grandiosa affluenza registrata ieri da Assisi, un appuntamento nel quale perfino alte autorit� cattoliche temettero il rischio di un sincretismo incompatibile con gli irrinunciabili valori di chi � animato da fede cristiana. In quel lontano giorno del 1986, papa Wojtyla dimostr� a tutti chenel minimo comun denominatore degli aneliti teligiosi c�� fortissima la spinta verso la solidariet� e la preghiera, recitata da ognuno come sa. C�ERANO IL DALAI LAMA e i musulmani, gli ortodossi e i confuciani. Rannicchiata in un angolo della basilica di San Francesco una donna piccola e chiara � Teresa di Calcutta � quasi nascondendosi alle telecamere, sprigion� una straordinaria forza unificatrice. L�assise che � tornata ad adunarsi in queste ore mostra la voglia di cogliere l�incitamento del Santo Padre: �Malgrado le differenze che caratterizzano i cammini religiosi, il riconoscimento dell�esistenza di Dio non pu� non disporre i credenti a considerare gli altri essere umani come fratelli�. E POI: �A nessuno � lecito assumere il motivo della differenza religiosa come presupposto, o preteso, di un atteggiamento bellicoso verso altri essere umani�. Alla pi� istintiva delle obiezioni (�E allora come la mettiamo con le guerre di religione di cui � piena la stopria?��) il Papa risponde separando la religione dai �limiti degli uomini� che pretendono di interpretarla. Spiega: �Quando il senso religioso raggiunge la maturit� non pu� non promuovere tra gli uomini relazioni di universale fraternit�. Lunghissimi gli applausi. E dal palco hanno risposto s� il buddista Gijun Sugitani, il patriarca della Chiesa ortodossa d�Etiopia Abune Paulos, il rettore dell�Universit� egiziana di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb, il rabbino capo di Israele Yona Metzger, il presidente delBurkina-Faso Blaise Compaor�. Oggi ci sar� il presidente Giorgio Napolitano.
Gianfranco Ricci
|