A margine dell'Incontro interreligioso che si � svolto in questi giorni ad Assisi, il SIR ha chiesto ad esponenti delle tre fedi monoteiste delle riflessioni a cinque anni dall'11 settembre. Ne abbiamo parlato con il card. Paul Poupard, presidente dei Pontifici Consigli della cultura e del dialogo interreligioso, con Enzo Bianchi, priore di Bose, con Jean-Arnold De Clermont, presidente della Conferenza delle Chiese d'Europa, con Giuseppe Laras, presidente dei rabbini d'Italia, con Mohammed Esslimani, teologo musulmano in Algeria.
UNA CONSAPEVOLEZZA NUOVA. "Di fronte a tante tragedie - ha detto il card. PAUL POUPARD - bisogna ripartire da una giornata come quella vissuta qui ad Assisi, tra uomini e donne di religioni e culture diverse. Infatti, in occasioni come queste nasce, negli esponenti di religioni e della cultura laica, una consapevolezza nuova della comune appartenenza alla fraternit� umana". Dai convegni nello Spirito di Assisi, dunque, "emerge la necessit� di fare tutto il possibile per incontrarci, scoprirci a vicenda. E le ragioni dell'incontro possono essere trovate nelle radici della propria religione e cultura: fondamenti di questa convivenza pacifica per costruire insieme la civilt� dell'amore per tutti gli uomini di buona volont�". A cinque anni dall'11 settembre, ha aggiunto il card. Poupard, "il messaggio di Benedetto XVI ad Assisi 2006 � di portata storica, proprio perch� il Papa ha rinnovato l'impegno preso dal suo predecessore Giovanni Paolo II, venti anni or sono, in favore del dialogo, con nuovo vigore, definendolo di necessit� vitale". Qui ad Assisi, ha riflettuto il card. Poupard, "� di grande importanza lo spirito di preghiera, un compito faticoso che richiede forze giovani. Pertanto il lavoro in questa direzione dei Pontifici Consigli della cultura e del dialogo interreligioso continua con i prossimi incontri".
LA PACE SI ALLONTANA. "A cinque anni dall'11 settembre - ha dichiarato padre ENZO BIANCHI - si fa sempre pi� profetica la parola di Giovanni Paolo II, che diceva di non rispondere con la violenza anche di fronte alle provocazioni gravi come quella del terrorismo". Purtroppo, per�, ha proseguito il priore di Bose, "gli scontri sono cresciuti di fatto in tutto il Medio Oriente. E quella guerra che � stata aperta non solo non � conclusa, ma la ferita si allarga e cresce". "Papa Benedetto XVI - ha sottolineato infine Enzo Bianchi - ha ripreso lo stesso magistero del predecessore, con parole molto forti nei confronti delle guerre. Tuttavia, finch� non c'e ascolto da parte dei potenti, la guerra crescer� e la pace sar� pi� lontana".
LA CAPACIT� DI NEGOZIARE. "Da subito - ha detto JEAN-ARNOLD DE CLERMONT , riferendosi all'11 settembre - ho temuto ed ho effettivamente visto l'Occidente chiudersi in se stesso per la paura. E questo, cinque anni dopo, � quello che � avvenuto: il dominio della paura". "Tuttavia - ha ripreso il presidente delle Chiese evangeliche - partecipare agli incontri nello Spirito di Assisi significa coltivare la capacit� di negoziato: un elemento prioritario, anche per approfondire meglio la nostra identit�".
CONTINUARE A SPERARE. "Pensare all'11 settembre oggi ad Assisi, luogo in cui ci si trova per elaborare sempre nuove strategie di pace - ha detto il rabbino GIUSEPPE LARAS - potrebbe sembrare paradossale, ma non lo �, perch� qui � familiare il principio della speranza. Gli uomini di religione vivono questo paradosso non come sinonimo di impossibilit�, ma come via di una pace concreta. Non ci scoraggiamo, ma continuiamo a coltivare questa pianta". Attraverso la preghiera, ha continuato Laras, "guardiamo a Dio, e cerchiamo in noi la forza di essere convincenti, nelle forze migliori della nostra anima e della nostra ragione. Essere qui in tanti rappresentanti di religioni e Paesi diversi assume un valore simbolico molto importante. Occorre trovare universalmente il modo di convergere, superando questo presente contingente e la triste memoria dell'11 settembre".
ASPIRAZIONE ALLA DEMOCRAZIA. "La risposta urgente da dare alla storia, che sta seguendo l'11 settembre, � - per MOHAMMED ESSLIMANI - una triade da realizzare: la libert�, la giustizia e la pace, che sono inscindibilmente unite". "Sono sia islamici sia cristiani i giovani orientali - ha ricordato il professore universitario - consapevolmente uniti da un unico destino e rischiosamente in fermento come la lava di un vulcano inattivo. In questo l'Occidente pu� fare molto, senza esitazioni: � indispensabile il suo intervento per colmare l'aspirazione dei giovani alla democrazia".
Lia Mancini
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