Comunità di S.Egidio


 

06/09/2006

Religioni e pace
Rialzare gli occhi
Al termine dell'Incontro interreligioso l'appello per la pace

 

Si � concluso, il 5 settembre, l'Incontro interreligioso promosso dalla Comunit� di Sant'Egidio, la Conferenza episcopale umbra e la diocesi di Assisi. Duecento rappresentanti di religioni diverse, oltre tremila partecipanti riuniti nella citt� di San Francesco in occasione del XX anniversario della Giornata di preghiera per la pace voluta da Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986. Un evento quello del 1986, che si � rivelato "puntualmente profetico", come ha scritto Benedetto XVI nel messaggio inviato ai partecipanti. "Da quel momento di generale speranza di pace - si legge nel messaggio letto nell'assemblea inaugurale da mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi - si � aperto poi un terzo millennio colmo di scenari di terrorismo e di violenza. Il fatto poi, che tali scontri si svolgono soprattutto sullo sfondo di tensioni geopolitiche pu� favorire l'impressione che, non solo le diversit� culturali, ma le stesse differenze religiose costituiscano motivi di instabilit� o di minaccia per le prospettive di pace".

TUTTO � POSSIBILE CON LA PACE. "Uomini e donne di differenti religioni, ci siamo ritrovati ad Assisi, citt� di Francesco, santo della pace, in un momento difficile del nostro mondo, cos� carico di tensioni, conflitti, minacce terroristiche". Inizia cos� l'appello per la pace, firmato dai rappresentanti religiosi, alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. "In questi giorni - � scritto nell'appello, letto durante la celebrazione conclusiva da Zeinab Ahmed Dolal (Somalia) - ci siamo chinati sulle nostre diverse tradizioni religiose che, in modo differente, testimoniano un messaggio di pace dalle radici antiche", mostrando "come la preghiera non divide, ma unisce: abbiamo pregato gli uni accanto agli altri, non pregheremo mai gli uni contro gli altri. Abbiamo rivolto la nostra attenzione a tante situazioni di conflitto e di dolore, che coinvolgono migliaia di persone, tante famiglie, tanti popoli. Ne abbiamo condiviso la sofferenza. Non vogliamo dimenticarle n� rassegnarci al loro dolore. I problemi sono tanti nel mondo di oggi. Ma, per questo non ci rassegniamo alla cultura del conflitto, secondo cui lo scontro sarebbe l'esito inevitabile del prossimo futuro di intere comunit� religiose, di culture e civilt�". "Vogliamo aiutare ogni uomo e ogni donna, chi ha responsabilit� di governo - si legge ancora nell'appello - a rialzare gli occhi oltre il pessimismo, e scoprire come la speranza � vicina se si sa vivere l'arte del dialogo". Nei gironi di Assisi, "tutti noi, esponenti di religioni diverse, abbiamo affermato il valore del dialogo, del vivere in pace, mentre lo abbiamo praticato lungo questi giorni in spirito di amicizia, come modello ed esempio ai fedeli delle nostre comunit�. La guerra non � inevitabile. Le religioni non giustificano mai l'odio e la violenza. Chi usa il nome di Dio per distruggere l'altro si allontana dalla religione pura". "Niente � perduto con il dialogo - cos� si conclude l'appello - tutto � possibile con la pace".

UN SOGNO DA ILLUSI. "La pace - ha detto ANDREA RICCARDI , fondatore della Comunit� di Sant'Egidio, prendendo la parola nella cerimonia conclusiva dell'incontro - pu� sembrare oggi un sogno da illusi. Cos� appare sugli scenari mediorientali e non da oggi. Dopo la crisi delle ideologie, il fallimento di tante utopie - ha aggiunto Riccardi - c'� come una reticenza, un profondo timore a pensare un mondo dove la pace e una maggiore giustizia siano possibili. C'� il timore di non essere realisti, quasi si divenisse indifesi di fronte a un mondo ostile", ma "i conflitti non sono un destino. Da questi giorni di dialogo tra gente di religione diversa, di cultura differente, di Paesi lontani, talvolta senza rapporti tra di loro, emerge un messaggio di pace: prima di tutto spirituale, ma che coinvolge l'uomo e la donna nella loro interezza". Oggi la pace, ha evidenziato Riccardi, "ha bisogno che si impari a vivere insieme tra gente diversa. Ovunque c'� questa sfida: o vivere insieme nel rispetto della libert� altrui oppure scivolare, attraverso una cultura del conflitto, in veri e propri scontri".

LA FORZA DELLA PREGHIERA. "Domandate pace per Gerusalemme", ha esortato il card. WALTER KASPER , durante la meditazione formulata nella preghiera dei cristiani riuniti a San Rufino. "Sappiamo - ha aggiunto il cardinale - che le buone parole da sole non possono risolvere i problemi, n� siamo cos� ingenui da credere che si possono risolvere i problemi con i missili, le bombe, le granate", ma "la guerra � sempre una sconfitta dell'umanit�, della speranza e delle attese di pace di tutti". Nel corso della cerimonia finale, infine il card. CRESCENZIO SEPE , arcivescovo di Napoli, ha rinnovato l'invito a tenere la prossima edizione dell'Incontro nel capoluogo partenopeo, citt� che "vuol essere l'Europa aperta al Mediterraneo, all'Africa, al mondo".

Lia Mancini