Comunità di S.Egidio


 

09/09/2006

Assisi: l'incontro promosso dalla Comunit� di Sant'Egidio
Religioni e culture in dialogo per la pace

 

Nei giorni scorsi si � svolto ad Assisi il primo dei tre eventi che quest'anno ricordano il XX anniversario dell'Incontro Interreligioso di Preghiera per la Pace, voluto il 27 ottobre 1986 da Giovanni Paolo II. Si tratta di un Incontro organizzato dalla Comunit� di sant'Egidio, con la Conferenza Episcopale Umbra e la Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino.

Pregando gli uni accanto agli altri, parlando gli uni con gli altri, duecento leader religiosi si sono riuniti per due giorni ad Assisi in un Incontro dal titolo: �Per un mondo di pace. Religioni e culture in dialogo�. Nell'appello finale, firmato da tutti i partecipanti, � scritto tra l'altro: �Gli uomini e le donne credenti non sono ingenui. Il secolo che � trascorso ci ha mostrato come guerre mondiali, la Shoah, genocidi di dimensioni non immaginabili, oppressione di massa, ideologie totalitarie, hanno rubato milioni di vite umane e non hanno rinnovato il mondo come promettevano�. Per questo - scrivono i leader delle grandi religioni mondiali - �nessuno scontro � un destino inevitabile, nessuna guerra � mai naturale�. Nel loro appello finale essi invitano a considerare che la guerra �non � inevitabile�, che �le religioni non giustificano mai l'odio e la violenza� e che �chi usa il nome di Dio per distruggere l'altro si allontana dalla religione pura�. Ecco un frutto maturo di quell'iniziativa �audace e profetica� voluta da Giovanni Paolo Il, che Benedetto XVI ha evocato nel suo lungo messaggio ai partecipanti al convegno, accolto con grande attenzione per i profondi contenuti espressi.

Il momento finale del Convegno si � svolto nella piazza antistante la Basilica inferiore di san Francesco, come nell'ottobre 1986. Qui, mentre il sole tramontava regalando una cornice suggestiva, l'Arcivescovo Domenico Sorrentino ha proposto il cantico delle creature a cristiani, musulmani, ebrei e ai capi delle altre religioni. Era presente anche il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano, giunto appositamente per la cerimonia finale dell'Incontro. Sono ritornate alla memoria le parole che Giovanni Paolo II rivolse a tutti nel ricordo di Francesco: �Mai come ora nella storia dell'umanit� � divenuto a tutti evidente il legame intrinseco tra un atteggiamento autenticamente religioso e il grande bene della pace�.

Ad Assisi Giovanni Paolo II � stato ricordato con affetto da tutti, con accenti di grande intensit� negli interventi di Serafim, Metropolita ortodosso del Patriarcato di Romania, di Ren� Samuel Sirat, della Conferenza dei Rabbini d'Europa, e Mohammed Amine Smaili, teologo musulmano dell'Universit� di Rabat in Marocco, e, ancora, da Gijun Sugitani, esponente giapponese del Buddismo Tendai. Era una grande visione in Giovanni Paolo II quella di Assisi, spiega Andrea Riccardi, fondatore della Comunit� di sant'Egidio: evocare �la dimensione spirituale irrinunciabile della pace, che tutti interroga e che nemmeno la potenza e la cultura della guerra fredda potevano soverchiare. Oggi la predicazione e la pubblicistica dell'odio e del disprezzo che si dicono veritiere perch� allarmanti vorrebbero affermare che il conflitto viene dalla natura di alcune civilt� e religioni�. Ma i conflitti �non sono un destino metafisico. Ci sono responsabilit� politiche, culturali, di uomini, che preparano i conflitti, che scavano abissi e lasciano incancrenire le guerre�.

Nel suo Messaggio, Benedetto XVI ha affermato: �La pace va costruita nei cuori�. Grande compito delle religioni, sottolinea Riccardi, � perci� costruire la pace nei cuori. Per esse la pace, anche nel mezzo della guerra, resta un'aspirazione irrinunciabile, il sogno di un mondo finalmente umano. La politica, la cultura, le relazioni tra popoli come la vita quotidiana, �hanno bisogno di spirito, di soffio: di sogni di pace, della prospettiva di un futuro migliore e pi� giusto da costruire�. La preghiera di Assisi � stata compiuta in luoghi differenti - come ogni anno dal 1986 -, perch� diverse sono le religioni; ma non � avvenuta gli uni contro gli altri, nemmeno gli uni ignorando gli altri.

Qui gli uomini di fede non hanno ignorato l'Africa, la cui voce � stata portata all'inizio dei lavori dal Presidente della Repubblica del Burkina Faso Blaise Compaor� e, alla fine, da Melissa Nagadja, ugandese, figlia di un Paese che � stato devastato da guerra e violenza, specialmente nel Nord. �Per 20 anni - racconta - i bambini non sono mai stati felici. Sono cresciuti con i cuori feriti. Le donne sono sempre state trattate come delle schiave. I fucili e i coltelli sono stati l'identit� della gente in ogni luogo. I rifugiati si contavano a migliaia. Ma oggi da quella parte del mondo proviene una buona notizia.

La pace non � ancora completa, ma io spero che tutta questa violenza e tutto questo dolore possano finire con il cessate-il-fuoco firmato due settimane fa�. Dopo un minuto di silenzio in memoria delle vittime della guerra, del terrorismo e di ogni violenza, la somala Zeinab Ahmed Dolal, membro della consulta islamica italiana, ha letto l'appello di pace che i leader religiosi hanno consegnato a bambini di diversa nazionalit� e questi, a loro volta, lo hanno portato agli ambasciatori e alle autorit� che rappresentavano le Nazioni del mondo intero e, in particolare, quelle che si affacciano sul Mediterraneo.

L'Arcivescovo di Napoli, il Card. Crescenzio Sepe, ha rivolto un invito, accolto da un lungo applauso, a por-tare lo spirito di Assisi, il prossimo anno, nella citt� partenopea. Non si vuole un muro nel mare Mediterraneo, mare unitivo, mare che conosce la tragedia di tanti immigrati ma anche la loro speranza di un mondo senza guerre e miseria. E l� nella platea, il Card. Sepe ha individuato un �napoletano d'eccezione�: il Presidente della Repubblica, esponente di quell'umanesimo laico che rappresenta un versante di incontro decisivo negli incontri della Comunit� di Sant'Egidio.

Il Mediterraneo evoca il Libano, la Terra Santa. �Noi non siamo ingenui - ha detto il Card. Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unit� dei Cristiani -. Siamo a conoscenza dei problemi concreti politici, economici e religiosi; conosciamo le origini ben lontane nel tempo di questo annoso conflitto. Sappiamo della strazione accumulata, della disperazione, della paura, dell'ingiustizia e anche dell'odio. Sappiamo che le buone parole da sole non possono risolvere i problemi. Una soluzione sembra superare oggi le possibilit� umane. E per questo non siamo cos� ingenui da pensare che si possano risolvere i problemi con i missili, le bombe e le granate. I missili, le bombe e le granate non risolvono nulla e portano solo distruzione e morte. La guerra non conduce alla pace. La guerra � spesso la madre di altre guerre. Con queste guerre si creano pi� terroristi di quanti se ne uccidano. La guerra � sempre una sconfitta, � la sconfitta dell'umanit� e la sconfitta della speranza e delle attese di pace di tanti�. Mesrob II, Patriarca armeno di Costantinopoli, commentando un passo della lettera di S. Paolo, ha detto: �In verit�, l'unico "potere" su cui un cristiano pu� far affidamento � il potere dello Spirito Santo, e la manifestazione dello Spirito Santo � l'amore. Di conseguenza siamo chiamati a vincere sui Principati, le Potest�, i dominatori di questo mondo di tenebra e sugli spiriti del male con il potere dell'amore�. Per questo il dialogo interreligioso e culturale � �di primaria importanza ed anche di assoluta necessit� - ha osservato il Card. Paul Poupard, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso - in un mondo purtroppo sempre segnato da violenze, terrorismo, guerre e che, talvolta, � anche vittima di strumentalizzazioni estremiste religiose�. Lo spirito di Assisi parla a tutti, credenti e non. Abuna Paulos, Patriarca della Chiesa ortodossa d'Etiopia, ha riconosciuto che concretizza nel �costruire ponti. E costruire una nuova civilt�, la civilt� del convivere, in pace, nel rispetto reciproco e con il dialogo�. E il passaggio all'�altra riva� compiuto da Ges�, ricordato da Richard Chartres, Vescovo anglicano di Londra.

Ahmad Al-Tayyeb, Rettore dell'Universit� di Al-Azhar, in Egitto, � preoccupato di una civilt� che nega le religioni perch� �� impotente a garantire i diritti umani�. In un tempo in cui il mondo soffre dolori e disagi a causa del terrore e della violenza, dice il rabbino capo di Israele Yona Metzger, �noi capi religiosi abbiamo l'obbligo di sentire e condividere il dolore e la sofferenza degli altri - e un grande capo religioso non sente solo il dolore del proprio popolo, ma anche quello di altri popoli�. Metzger ha condannato le azioni denigratorie nei confronti dei musulmani e dei credenti. �In modo analogo, mi aspetto che i leader religiosi musulmani condannino qualsiasi leader politico musulmano che si prende gioco dell'Olocausto e che chiede che uno stato venga cancellato�. Metzger ha chiesto anche il rilascio dei prigionieri di tutte le parti: �Garantisco che far� tutto ci� che � in mio potere per far s� che da parte Israeliana e Ebraica ci sia il rispetto di ci�. Faccio appello agli altri leader religiosi del Medio Oriente affinch� facciano tutto il possibile perch� ogni genitore possa essere informato sul destino dei suoi figli�. Possa essere anche un dono dello spirito di Assisi la pace in Medio Oriente.