Comunità di S.Egidio


 

09/09/2006


Tregua in Uganda, in festa i bambini soldato

 

Il 29 agosto � entrato in vigore l'accordo per la cessazione delle ostilit� firmato dal governo dell'Uganda e il Lord's Resistance Army (Lra), l'esercito di resistenza del Signore. Scattano cos� tre settimane di tempo per le truppe dell'Lra che si devono radunare nelle due aree stabilite dall'accordo. Si tratta di un primo risultato della mediazione condotta dal governo del Sud Sudan e dalla Comunit� di Sant'Egidio, a juba in questi mesi. La guerra del Nord Uganda � tristemente nota: � il conflitto simbolo atroce dell'utilizzo dei bambini soldato. Forse 25.000 bambini sono stati rapiti in questi anni per combattere. Molti altri sono stati mutilati per non poterlo mai fare. Le immagini dei night commuters, dei pendolari della notte, sono state mostrare tante volte: bambini che per sfuggire ai rapitori, la sera dai loro villaggi vanno a dormire nella citt� di Gulu, capoluogo. della regione. Si accalcano in stanzoni vuota o per strada per poi tornare alle loro case all'alba.

Sull'Lra � stato scritto molto in questi anni: una setta mistica, un capo folle che auspica una nazione retta sui 10 comandamenti ma mette un nome musulmano al figlio (Salim) e utilizza riti tribali ancestrali per iniziare i suoi

combattenti. Di vero c'� che l'Lra e in particolare i suoi capi, non sono mai stati facilmente avvicinabili, per lungo tempo. Si tratta di una generazione cresciuta nella foresta.

Lo stesso leader Joseph Kony ha circa 40 anni, combatte dall'et� di 20, non ha studiato che pochi anni, e da due decenni vive braccato. La sua guerra � stata condotta in nome delle rivendicazioni del popoli acholi, che rappresenta la maggioranza della popolazione del Nord Uganda.

Gli acholi sono culturalmente nilotici e accusano le altre etnie del Paese, tutte bant�, di discriminarli. E vero che l'esercito ugandese non � stato tenero con loro in Nord Uganda e che 1,7 milioni di persone (su 2 milioni) vive in orribili campi profughi, rifugiati in casa loro. Ma � altrettanto vero che Kony e i suoi hanno mietuto vittime essenzialmente tra gli acholi stessi e che i bambini rapiti sono acholi: in caso contrario non potrebbero divenire combattenti fidati.

Incontrando i bambini soldato nella foresta in questi mesi di mediazione abbiamo ascoltato storie terribili raccontate senza emozioni: il rapimento, l'arruolamento forzato, l'iniziazione, il battesimo del fuoco, la guerra. Sembra un destino fatalmente accettato, con una grande tristezza negli occhi.

L'Lra, per quanto sia un movimento efferato, ha saputo fare anche una sua politica delle alleanze: ha ricevuto aiuti da Khartoum, il governo islamico del Sudan del Nord. Ora per�, con la pace in Sudan, ha perso appoggi e si � indebolito.

Oggi c'� una concreta speranza di pace, per la prima volta. Cosa ha portato questa mediazione ad avere successo, almeno per ora? Due sono gli elementi di novit�. Per la prima volta l'Lra accetta non solo una tregua (era gi� successo) ma di mostrarsi e di radunare le sue forze in aree prestabilite. E il segno che Kony stesso ha scelto seriamente di provare a percorrere la via del dialogo. E spinto dall'isolamento? Dal fatto di essere ricercato dal tribunale penale internazionale? Forse, ma altre volte l'Lra ha attraversato momenti difficile senza cedere.

L'altra novit� sta nel modello di mediazione: le due parti hanno acconsentito a che una terza parte faciliti il processo. I tentativi precedenti si erano svolti in Uganda, senza interventi decisivi dall'esterno. In tali condizioni era facile che fossero deboli o destinati al fallimento. Ora c'� un quadro di mediazione internazionale, il GoSS, Sant'Egidio, accademici africani. Osservano il processo anche le Nazioni Unite. Alcuni governi stanno progressivamente decidendo di sostenere il processo, tra cui la Norvegia, la Svizzera, la stessa Italia. Il team di mediazione lavora in stretta sinergia: � il risultato dell'esperienza maturata negli anni, per cui non ci deve essere competitivit� nella costruzione della pace ma collaborazione. Al contrario di quello che si pu� credere, � possibile cooperare tra entit� istituzionali (come il governo del Sud Sudan) e non istituzionali (come Sant'Egidio), tra africani e europei, e fare anche un buon lavoro assieme. Non sempre questa lezione � presa sul serio in altre occasioni.

Le prossime tre settimane saranno decisive per il prosieguo dei lavori a Juba. La gente a Gulu ha fatto festa all'annuncio della firma del cessate il fuoco. Lo stesso numero due dell'Lra ha chiesto per radio ai suoi di dirigersi verso le due aree mentre il presidente Museveni ha ordinato alle sue truppe di non attaccare i ribelli. I primi movimenti delle truppe sono zia monitorati dall'esercito del Sud Sudan che verificher� e riferir�.

Il cammino � ancora lungo ma forse gi� ora i bambini non dovranno pi� scappare.

Mario Giro � responsabile per le relazioni internazionali della Comunit� d� Sant'Egidio.

Mario Giro