Fucilati perch� cattolici. Fabianus Tibo (60 anni), Marinus Riwu (48 anni) e Domingus Da Silva (42 anni) , i tre indonesiani cristiani accusati di aver organizzato il massacro di 122 musulmani sull'isola di volta�si, in Indonesia, tra maggio e luglio 2000, ieri sera sono stati giustiziati in un luogo segreto, presso Palu, la citt� dove erano detenuti. Inutili tutti gli appelli fatti pervenire alle autorit� indonesiane - papa Ratzinger in testa � per bloccare l'esecuzione. La sentenza � resa nota dall'avvocato dei tre, Roy Rening, e diffusa in tarda serata dalla Comunit� di S. Egidio � � stata eseguita poco dopo la mezzanotte, le 18 di ieri in Italia, alla fine di una giornata convulsa, che ha visto prendere forma una inedita alleanza tra esponenti laici, cattolici e persino alcuni leader musulmani in difesa dei tre condannati a morte. Alleanza per molti versi sorprendente, perch� nata malgrado il clima di forte contestazione che ancora ieri aleggiava in molte aree mediorientali al discorso fatto da Ratzinger a Ratisbona. �Una notizia tristissima e dolorosa�, il primo commento a caldo del portavoce papale, il gesuita padre Federico Lombardi Nel ricordare �tutti gli sforzi� fatti dal Pontefice per salvare la vita ai tre, padre Lombardi ha aggiunto che �ogni volta che viene eseguita una pena capitale � una sconfitta per tutta l'umanit�. Fortemente deluso anche il cardinale Roger Etchegaray, presidente emerito de Pontificio consiglio di giustizia pace: �Il Santo Padre ha sperato fino all'ultimo che il suo appello venisse accolto. E' un triste momento per tutti. Al di l� della vicenda che non conosco a fondo, va sempre ricordato che la vita, dono d Dio, ha un valore incalcolabile Provo un dispiacere profondo�.
Oltre al Papa, in difesa della viti di Tibo, Riwu e Da Silva, era intervenuto anche il governo italiano con il ministro degli Esteri Massimo D'Alema con una richiesta fatta, due giorni fa, negli Usa al suo collega indonesiano. Ma appelli fino all'ultimo sono stati lanciati anche da Amnesty International, da numerose associazioni cattoliche indonesiane (rappresentano circa il 50 percento della popolazione), e persino da quattro leader musulmani che hanno preso parte al recente meeting interreligioso di Assisi organizzato dalla Comunit� di S. Egidio. Si tratta dell'ayatollah iraniano Mohammad Ali Tashiri, del giudice El Halabi Abbas, di Mohammad Sammak, consigliere politico del Gran Mufti del Libano, di Saoud El Maolua, rappresentante della fondazione libanese Shamseddine per il Dialogo. I quattro ieri avevano chiesto alle autorit� indonesiane un gesto di clemenza finalizzato a provare �ancora una volta � si legge nell'appello� che la giustizia � un principio fondamentale nell'Islam�. Tutto vano. Come pure inutili sono stati gli estremi tentativi fatti dalla Santa Sede, che gi� era intervenuta con Benedetto XVI presso il presidente indonesiano Susilo Yudhoyono il 12 agosto scorso, data fissata inizialmente per l'esecuzione, ottenendo solo un rinvio della sentenza. Il nunzio apostolico in Indonesia � si � appreso in Vaticano � ieri inutilmente ha tentato di farsi ricevere dal presidente indonesiano per rinnovargli l' appello del Papa. Anzi, sembra che le autorit� indonesiane abbiano preferito accelerare la �procedura�, negando persino �i conforti religiosi ai tre condannati a morte � lamenta padre Bernardo Cervelliera, direttore di AsiaNews, l'agenzia stampa del Pime, il Pontificio istituto per le missioni estere. �Sono stati condannati dopo un processo sommario � accusa Cervellera senza prove certe e senza i testimoni della difesa. Non sono stati autorizzati nemmeno i funerali per il timore di rivolte. E' stata una sentenza scritta da tempo, ma che gli integralisti islamici hanno fortemente voluto anche sulla spinta dell'attuale clima di violenza che si respira verso i cattolici e le istituzioni ecclesiali cattoliche�.
Orazio La Rocca
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