Il Papa all�Angelus di domenica ha definitivamente chiarito il suo pensiero: la frase "incriminata" � dell�imperatore Manuele II Paleologo e Benedetto XVI se ne dissocia totalmente: �Sono vivamente rammaricato per le reazioni suscitate da un breve passo del mio discorso, ritenuto offensivo per la sensibilit� dei credenti musulmani. Si trattava della citazione di un testo medievale che non esprime in nessun modo il mio pensiero personale�.
Queste parole del Papa, ben pi� radicali di una scusa, vanno al cuore del problema e permettono di cogliere il senso vero del suo discorso. E direi che le reazioni che si sono avute mostrano ancor pi� l�urgenza di esso: ossia, che c�� un bisogno estremo della ragione o, se si vuole, di ragionare, di mettersi in dialogo e non di scontrarsi fino alla violenza. Il filo rosso che lega i vari discorsi di Benedetto XVI in Baviera (ma non solo) � il richiamo a Dio: �Senza Dio, i conti sull�uomo e sul mondo non tornano�.
Il Papa riecheggia cos� il dramma dell�umanesimo ateo: dopo aver eliminato Dio, elimina anche l�uomo. E la storia dell�Europa ne � una triste conferma. Questo porta il Pontefice a dire agli europei che i popoli dell�Asia e dell�Africa non hanno paura della scienza dell�Occidente, ma della sua negazione di Dio. Questo � stato il cuore del discorso a Monaco: le societ� hanno bisogno di Dio. Nell�Universit� di Regensburg potremmo dire che lo prosegue fermando l�attenzione su quale Dio. E mette in guardia i credenti da un Dio potente ma lontano o, peggio, che spinge alla guerra. Il Dio a cui il Papa si riferisce � un Dio dal volto umano, che ama l�uomo e che l�uomo pu� ricambiare. Insomma, un Dio che entra nei confini della ragione. La conseguenza � logica: un Dio che spinge alla "guerra santa" � da chiunque essa sia proclamata � � contro la ragione. Questo � il cuore della lezione di Regensburg. Purtroppo, l�interpretazione di una frase del Paleologo, estrapolata dal contesto senza neppure leggere l�intero testo, ha portato a cortocircuiti che sono stati poi pericolosamente strumentalizzati.
Non � la prima volta che il Papa condanna la "guerra santa" fatta in nome di Dio. E non cessa di esortare le religioni a prendere le distanze da ogni violenza. Gi� nel messaggio inviato all�incontro promosso dalla Comunit� di Sant�Egidio per i 20 anni di Assisi aveva scritto: �La guerra non � attribuibile alla religione, ma ai limiti culturali con cui la religione viene vissuta e con cui si sviluppa nel tempo�. Erano presenti anche autorevoli leader religiosi islamici, e tutti assieme abbiamo applaudito a queste parole. Il Papa ci ha spronato semmai a capire �i limiti culturali� di ciascuna religione, e comunque a non lasciarsi mai strumentalizzare dalla violenza, che � sempre contro la ragione che contro la fede.
Per sostenere questo argomento si � servito della frase del Paleologo: �Non agire secondo ragione (con il logos) � contrario alla natura di Dio�. Il passaggio, in effetti, � straordinario! Benedetto XVI, parlando di Dio, difende in maniera appassionata il valore della ragione. Perch�? Perch� � preoccupato che i credenti (anche i cristiani!) si affidino a una fede fatta di sentimentalismo, di volontarismo, di irrazionalit�.
Una fede sgangiata dalla "critica" della ragione porta al fondamentalismo. E una ragione slegata dalla fede diviene totalitaria. Fondamentalismo e totalitarismo � entrambi sempre violenti! � derivano dal divorzio tra la fede e la ragione. Il Papa esorta a raccordarle e sostiene: �Dio non diventa pi� divino per il fatto che lo spingiamo lontano da noi in un volontarismo puro e impenetrabile, ma il Dio veramente divino � quel Dio che si � mostrato come logos e come logos ha agito e agisce pieno di amore in nostro favore�.
La ragione � una compagna necessaria della fede; il loro divorzio provoca danni irreparabili. � urgente ritrovare tra loro un�armonia: solo cos�, termina il Papa, �diventiamo capaci di un vero dialogo delle culture e delle religioni, un dialogo di cui abbiamo un cos� urgente bisogno�. � ben lontana perci� da Benedetto XVI l�idea di uno scontro tra le religioni. Al contrario, il Papa ritiene che il dialogo tra le religioni � indispensabile, ma ha bisogno che fede e ragione tornino a incontrarsi. L�Europa, ove cristianesimo e umanesimo si incrociano, � abilitata pi� che altri a condurlo.
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