Comunità di S.Egidio


 

27/10/2006

L'intuizione di Giovanni Paolo II
Le religioni sarebbero diventate protagoniste

 

Assisi, 27 ottobre 1986: Giovanni Paolo II invit� i leader cristiani e delle religioni mondiali a pregare gli uni accanto agli altri (non pi� �precis�- gli uni contro gli altri) sul colle di San Francesco. Disse: �Qui noi stiamo agendo come gli araldi della coscienza morale dell�umanit� come tale, umanit� che aspira alla pace, che ha bisogno di pace�. Sono passati vent�anni. Il mondo � cambiato: non pi� la guerra fredda; non pi� l�URSS; un forte terrorismo di matrice religiosa. L�incontro del 1986 fu �secondo Benedetto XVI- �un messaggio vibrante a favore della pace�. Era una ripresa d�iniziativa della Chiesa su questo terreno. Esprimeva un�intuizione profonda del Papa: le religioni stavano assumendo un ruolo notevole per sacralizzare la guerra o fondare la pace. L�opinione europea, imbevuta dal dogma sociologico, �pi� modernit� meno religione�, non si accorgeva di quanto avveniva. Le religioni diventavano protagoniste della scena pubblica e internazionale. Una chance o un pericolo? Papa Wojtyla propose un incontro nella pace. Non un omaggio a mode sincretistiche o a un progressismo dialogista. Ma la percezione delle correnti profonde della storia.

Il suo successore, Benedetto XVI ha scritto, vent�anni dopo: quell�iniziativa �assume il carattere di una puntuale profezia�. E� ancora attuale? Nel mondo di oggi ormai genti di religione diversa vivono insieme. Toccati dal processo di globalizzazione, tanti gruppi hanno riaffermato la loro identit�. Le religioni esercitano un forte ruolo su queste identit�, talvolta antagoniste. Il grande problema � oggi come vivere insieme: sulle frontiere del mondo e nelle periferie urbane. Il messaggio di Assisi nel 1986 � rifiuto del conflitto in nome della religione e pedagogia per vivere insieme. E� una proposta semplice, ma di grande significato, che parte dalla preghiera: �questo valore della preghiera nella costruzione della pace �ha scritto Papa Ratzinger- fu testimoniato da esponenti di diverse tradizioni religiose, e ci� avvenne non a distanza, ma nel contesto di un incontro. In questo modo gli oranti delle varie religioni poterono mostrare, con il linguaggio della testimonianza, come la preghiera non divida ma unisca, e costituisca un elemento determinante per un�efficace pedagogia della pace, imperniata sull�amicizia, sull�accoglienza reciproca, sul dialogo tra uomini di diverse culture e religioni�.

Assisi non celebr� una �super-religione�, quella che studiosi, visionari e mercanti hanno ricercato in tutti i tempi con i loro bricolage. Fu la scelta consapevole di donne e uomini, radicati nella loro fede. Fu quella di un Papa che aveva il Vangelo nel cuore e che, per questo, seppe avere l�intuizione spirituale di un cos� gran giorno. Assisi � l�incontro di un giorno, non di ogni giorno. Nella ferialit� si prova a costruire una vita pacifica. Ma, per questo, ogni anno, si � voluto ricordare quell�evento, per non smarrirsi nella logica di odi recenti e di antichi rancori, trasmessi come un�eredit� avvelenata a ogni nuova generazione. Dopo l�11 settembre 2001, Giovanni Paolo II volle di nuovo i leader religiosi ad Assisi. Sono ancora attuali le parole di papa Wojtyla nel 1986: �La pace attende i suoi profeti. Insieme abbiamo riempito i nostri sguardi con visioni di pace: esse sprigionano energie per un nuovo linguaggio di pace, per nuovi gesti di pace� La pace attende i suoi artefici�. La guerra, antica e cattiva compagna della storia umana, non fa scomparire mai gli artefici e i profeti di pace. Non � il destino n� di un popolo n� di una civilt�. E� scelta di uomini e di gruppi dirigenti. La grande speranza di pace del 1986 continua ad essere quella della Chiesa di Benedetto XVI. Questa, dopo vent�anni di prove, � ancor pi� convinta che �a nessuno � dunque lecito assumere il motivo della differenza religiosa come presupposto o pretesto di un atteggiamento bellicoso verso gli altri�.

Andrea Riccardi