Comunità di S.Egidio


 

06/11/2006


ANDREA RICCARDI
�La mia fede vissuta tra la gente, senza croci o catenine Classi islamiche? No ai divieti con la scusa dei permessi�

 

�La mia era una famiglia laica. Mio padre Alberto, un uomo di finanza, leggeva Il Mondo di Mario Pannunzio. Mia madre, quando avevo 14 anni e provai a farmi crescere la barba � come tutti gli adolescenti � tent� di impedirmelo, e io la porto da quarant�anni. Fra i11967 e il 1968, iniziai, per conto mio, a leggere il Vangelo. Ci ritrovammo poi, con altri studenti del liceo Virgilio, a pregare insieme e a fare le prime esperienze di volontariato... Non riesco ad immaginare una fede vissuta in solitudine, senza gli altri. Cattolico significa universale, diffuso in tutte le terre, ovvero: una religione dalle mille forme. C'� il cattolicesimo dei movimenti, quello del popolo, quello dei santuari e delle manifestazioni spettacolari e rituali che appartengono a tanta nostra tradizione. Siamo un mondo plurale. Anche per questo, io non porto simboli, croci o catenine al collo: mi sembra di non averne bisogno�.

Una fede vissuta in pubblico, al servizio della citt� prima e del mondo poi. Per Andrea Riccardi, fondatore e presidente della Comunit� di Sant'Egidio, il percorso religioso dei cristiani, �che sono 2 miliardi e 217 milioni, nel pianeta, di cui soltanto un miliardo e 57 milioni cattolici�, � affascinante proprio perch� sempre diverso, sempre originale, sempre tormentato e impossibile da codificare. La Comunit� di Sant'Egidio, oggi diffusa in 70 Paesi e 4 continenti, con decine di migliaia di aderenti, � nata dalle scuole popolari di Ponte Marconi: l�, in mezzo alle baracche sul fiume Tevere, Riccardi, Mario Marazziti e gli altri sessantottini cattolici insegnavano a leggere e a scrivere ai bambini, anche ai rom che allora tutti ignoravano e detestavano.

I comandamenti della Comunit� sono essenziali e molto semplicemente riassunti su Internet al sito www.santegidio.org: Preghiera, Comunicazione del Vangelo, Comunit� senza frontiere e senza muri, Amicizia con i poveri, Servizio alla pace e alla umanizzazione del mondo. La sede storica, alle spalle della basilica di Santa Maria in Trastevere, ha accolto, negli anni, capi di Stato italiani e stranieri, diventando una sorta di Onu parallela in grado di dialogare senza rete nella politica estera, al riparo da occhi indiscreti. Il successo pi� clamoroso: la pace in Mozambico. Il grande salto, dalla comunit� locale alla dimensione diplomatica internazionale, sotto il pontificato di Giovanni Paolo Il. Riccardi � uno dei primissimi interlocutori privilegiati del papa polacco: la costruzione degli incontri di Assisi, per il dialogo interreligioso, nasce da quella intesa speciale.

�Il Santo Padre aveva intuito per primo che, con la crisi delle ideologie � che precede di anni il crollo del muro di Berlino � rischiavamo la guerra fredda delle religioni. I non credenti avevano invece immaginato che, con la globalizzazione, al trionfo della modernit� e della tecnologia avrebbe corrisposto una caduta del senso religioso. E avvenuto esattamente il contrario! E oggi, siamo poco attrezzati ai

conflitti fra le identit�. Quando eravamo ragazzini, i marchi delle magliette e le bibite bastavano a connotare quartieri, redditi, educazione. Erano una protezione troppo leggera per reggere all'assalto dei �diversi� che arrivavano dall'altro mondo. Con gli induisti sotto casa, mettersi una Lacoste o bere CocaCola non basta per dimostrare di essere occidentali. E cos�, � partito un processo profondo che, da almeno quindici anni, attraversa le coscienze di tutti�.

Lo scontro fra civilt� e la minaccia dell'Islam sono, secondo Riccardi, �conflitti che non vanno esageratamente drammatizzati. E comunque, quale che sia l'origine storica della situazione attuale, dobbiamo trovare la forza di farne un momento di crescita per il traguardo di una convivenza civile. E impossibile vietare il velo alle donne che vogliono coprirsi, o chiudere una scuola araba con la scusa dei permessi non in regola. E naturale che, con la fine dell'ideologia socialista, l'area musulmana sia entrata in una fase di turbolenza e che si ridefinisca in modo antagonista. Ma non possiamo identificare un miliardo e duecentomila islamici con qualche centinaio di terroristi. L'Islam ci far� soffrire, se dimentichiamo che il cristianesimo si fonda su un principio spirituale universale: ama i tuoi nemici, un chiaro invito a superare la propria identit�. Vede, noi abbiamo nei cromosomi, nel Dna, la storia di una comunit� religiosa di perseguitati. E, come disse il teologo Ratzinger, in un bellissimo discorso, "il cristianesimo, fattosi legale, nel 313 d.C., rimane rivoluzionario e non pu� considerarsi identico ad alcuno stato�.

Per convivere tra diversi, la soluzione proposta da Riccardi consiste �nella fondazione di una Scuola Comune Europea, laica ma non chiusa alle religioni. Dobbiamo evitare di diventare come la Francia, non possiamo vietare per legge il velo e non possiamo neppure diventare il Libano, una somma di minoranze messe alla rinfusa l'una accanto all'altra. Gli Stati nazionali si sono formati con la scuola e il servizio militare uguali per tutti, l'Europa deve costituirsi come una grande nazione in grado di allevare cittadini con pari diritti e doveri�. I pericoli, secondo il professore della comunit� di Trastevere, vengono dall'Estremo Oriente: �Il confronto con i cinesi sar� durissimo. La loro � un'identit� non spirituale, ma fortissima, illiberalmarxista. La grande sfida la lanceranno loro: non si integrano, non dialogano, non si accostano ai nostri servizi scolastici o sanitari, ma vivono accanto a noi. Per ora, in silenzio�.