Comunità di S.Egidio


 

12/11/2006


La citt� � una risorsa

 

Venerd� sera in una basilica di Santa Chiara stracolma di gente c�� stata la presentazione della lettera del cardinale Sepe sul "Sangue e la speranza" organizzata dalla Comunit� di Sant�Egidio, con la presenza del suo fondatore, il professor Andrea Riccardi. Mi ha molto colpito il suo approccio alla situazione di Napoli. La Comunit� opera in citt� da molti anni ed � radicata nei suoi quartieri pi� marginali, ne conosce le storie, i volti, i percorsi, la voglia di riscatto, le ricchezze umane.

E Riccardi con grande sensibilit� e sapienza ha tracciato una identit� della nostra Napoli, che davvero ne esalta la sua storia e i suoi talenti. Riccardi in sintesi ha detto: �Napoli non � un problema, ma una risorsa per l�Italia, per l�Europa, per il Mediterraneo. Napoli � una capitale per chi vuole investire nel rapporto con il Sud del mondo e il Mediterraneo. L�Europa, troppo settentrionalizzata, ha bisogno di Napoli e di approdi nel Mediterraneo�.

� vero, oggi i pi� grandi conflitti religiosi, politici, economici e culturali sono tutti concentrati nel bacino del Mediterraneo. Dobbiamo imparare a �pensare meridiano�, come diceva ancora Riccardi. E per questo bisogna passare da Napoli, dalla sua storia, dalla sua capacit� di accoglienza della diversit�. �C�� una modernit� nell�esperienza napoletana, che � data dalla sua ricchezza di risorse culturali, relazionali, linguistiche, umane�. Credo che riuscire a guardare a Napoli con questi occhi e questa visione possa cambiare completamente l�approccio anche ai problemi che stiamo vivendo in questi giorni difficili. Riccardi parla di �un�ora buia� della citt�, preceduta da molte altre. Ci si accorge delle ore buie solo quando si accendono i riflettori della stampa o del dibattito nazionale, per poi dimenticare quando i riflettori si spengono. Questo non ce lo possiamo pi� permettere. Il messaggio del cardinale Sepe vuole essere uno sprone forte a non mollare, a non piegare pi� la testa e a risolvere definitivamente i problemi di questa citt�.

La nostra citt� vive da sempre di contraddizioni e di eccessi: �il sangue e la speranza�, appunto. Ma la speranza va organizzata e per organizzarla serve gente che abbia la capacit� di guardare a questa citt� con occhi nuovi, con la concretezza dell�amore e la cultura della responsabilit�.

In questi giorni, invitato alla Facolt� di Giurisprudenza, proponevo alla platea presente, tra i quali alcuni assessori regionali, di puntare su pochi progetti, sui quali spendere tutte le risorse. Uno potrebbe essere la riorganizzazione della piazza del Plebiscito, simbolo pi� importante della citt�. Si potrebbero aprire pub e ristoranti, negozi e luoghi di ritrovo, e affidarne la gestione ai giovani disoccupati, che pur avendo tanti sogni e tante capacit�, non hanno i mezzi e le strutture per realizzarli. Bisogna fare sintesi senza disperdere risorse ed energie.

Riccardi nel suo intervento indicava due strade per realizzare un cambiamento vero per la nostra citt�: �Una � proprio il tempo della strada, guardare ai giovani, specie i periferici. Questi sono caduti nella violenza e nella criminalit� perch� non hanno una comunit� a cui aggrapparsi�. Creare luoghi sani di aggregazione � una soluzione efficace per togliere la manovalanza alla camorra. Perci� investire nel sapere e saper investire, specie nelle scuole, parrocchie, e in tutti quelle strutture che tante volte rappresentano oasi di solidariet� nel deserto della vita. Fare di pi� � la parola d�ordine. L�altra strada che Riccardi ha tracciato �: �Napoli come interlocutore nazionale, politico, di grande rilievo�. Napoli, crocevia italiano ed europeo con il Sud, anzi con i Sud che si incontrano nel Mediterraneo. Dunque un ruolo insostituibile quello della nostra citt�. Per ora su questo ruolo ancora non si � insistito e non si � investito. Ha detto bene il cardinale: �Dio non ci volta le spalle�. Facciamo in modo di non voltare noi le spalle alla citt� e a Dio.

Luigi Merola