Comunità di S.Egidio


 

01/12/2006


�La mia lotta contro il boia�
Il racconto di Graham riconosciuto innocente Cinque anni in attesa della pena capitale, oggi si batte per l�abolizione

 

PESCARA. Il problema � che la prigione te la porti dentro per sempre, � una catena ti stritola il cuore. � il giorno pi� duro che si ripete all�infinito, anno dopo anno, dentro una cella del braccio della morte, cos� oscuro da non potere essere dimenticato neppure quando la vita ti riafferra.

Shujaa Graham, il condannato innocente, il ragazzo ribelle che avrebbe dovuto morire giustiziato nel carcere di San Quentin, in California, � un uomo libero da 25 anni. Ma il ricordo di quei milleottocento giorni nel reparto rifiuti dell�umanit� � una pena troppo grande a cui solo le lacrime danno sollievo. Piange, e dentro il suo pianto, c�� la sua storia. �Quando sono entrato in carcere avevo 18 anni. Ho passato 14 anni in prigione e quando sono uscito � stato tutto, e tutto � ancora, molto diffile. Il mondo si muoveva troppo rapidamente. Per me era impossibile dormire, anche perch� alle tre o alle quattro del mattino volevo alzarmi per vedere la luna, vedere le stelle, e poi l�alba. Erano le cose semplici a rendermi felice�.

Era la luce che riaffiorava dal buio, cinque anni in attesa del boia: �Ogni mattina alzarsi ed essere pronti a un nuovo giorno pieno di dolore e di limitazioni, e tuttavia tenere duro, mentre senti le urla degli altri prigionieri che non vogliono vivere. Tutti coloro che ho conosciuto volevano vivere, ma erano cos� stufi di quell�esistenza che desideravano lasciare il mondo. Il carcere negli Stati Uniti contribuisce solo al circolo della violenza, perch� non � fatto per correggere, ma per punire�.

Shujaa Graham arriva a Pescara da Roma, dove il sindaco Walter Veltroni l�ha accolto in Campidoglio per la quinta Giornata mondiale �City for life�, la grande manifestazione promossa da Comunit� di Sant�Egidio e Amnesty International contro la pena di morte che quest�anno coinvolge oltre 500 citt�. � il testimonial di un grande movimento internazionale che si batte per la fine delle esecuzioni capitali e che ogni anno conquista alla sua causa un nuovo Paese. � per questo che Graham continua a viaggiare e ad andare ovunque ci sia chi voglia ascoltare la sua voce. �Per molti anni non ho voluto parlare della mia esperienza nel braccio della morte. Oggi non cerco pi� di reprimere i ricordi, per quanto doloroso possa essere, perch� voglio che le nuove generazioni comprendano che cosa significa la pena capitale, cosa significa giudicare in modo sbagliato un essere umano. Io sono un sopravvissuto. E se devo sacrificarmi e soffrire perch� la pena di morte sia abolita, sono pronto a farlo�.

Nato da una umile famiglia di contadini, Shujaa trascorre la sua adolescenza nei sobborghi poveri di Los Angeles e il ghetto divora le sue speranze. A 18 anni si aprono per lui le porte del penitenziario di Soledad: in prigione impara a leggere e a scrivere, studia la storia, diventa un leader del movimento Black Prison, collegato al partito delle Pantere nere. Nel 1973, mentre si trova a Stockton, viene ritenuto responsabile dell�omicidio di una guardia carceraria e condannato a morte: �Fu a causa delle mie convinzioni e perch� denunciavo le condizioni di vita in prigione� afferma con convinzione. Ma lui non si arrende. �La solidariet� delle persone mi ha tenuto in vita. Quando entrai nel braccio della morte, due ragazzini di 16 e 17 anni, Brian e Sidney, promisero di aiutarmi. Io pensai: cosa possono fare contro lo Stato? Ma per cinque anni i due ragazzini hanno organizzato un comitato di difesa, e dopo quattro processi sono stato riconosciuto innocente e rilasciato. Nonostante il sistema, grazie al potere delle persone. Oggi sono qui anche per ringraziare la popolazione italiana che ci ha sostenuto nella nostra battaglia: di questo sar� riconoscente per sempre. Io sono stato danneggiato come essere umano, ma ho fiducia nei giovani. Loro cambieranno le cose�. Graham ha preso su di s� un impegno. Nel suo personale inferno, la redenzione passa attraverso la battaglia quotidiana per chi resta in prigione, in attesa del giorno della fine o di una improvvisa salvezza: �Per molti anni io stesso ho contribuito ad alimentare il circolo della violenza. Dopo tutto quello che ho sofferto, voglio vivere il resto della mia vita per dare un contributo al progresso dell�umanit�. Ogni giorno lotto per sentirmi un buon essere umano: non � facile, quando vivi in mezzo all�odio, ma io credo che da qualche parte ci debba sempre essere qualcuno ha il coraggio di alzarsi e dire basta alla violenza. E io sono uno di quelli: uno di quelli che dicono �basta, adesso vogliamo vivere in pace��.

Maria Rosa Tomasello