|
Corriere del Giorno |
06/12/2006 |
|
|
Trentasette mesi nel braccio della morte, condannato alla pena capitale negli Stati Uniti per doppio omicidio. Poi, la scarcerazione, che ha fatto giustizia della sua innocenza. E� un testimone d�eccezione Joaquin Jos� Martinez, un ex condannato a morte, ospite della Comunit� di Sant�Egidio, marted� sera alla Cittadella della Cultura per la conferenza "Non c�� giustizia senza vita". Trentaquattro anni, padre di due figlie, Martinez abita adesso in Spagna ed � stato il primo spagnolo ad uscire dal braccio della morte di un carcere della Florida. Per la sua scarcerazione, avvenuta nel 2001, si sono mobilitati anche il re di Spagna e il Papa, oltre alla stessa Comunit� di Sant�Egidio. Proprio in segno di ringraziamento nei confronti del movimento, quindi, Martinez viene spesso in Italia, che considera oramai la sua "seconda patria", per portare la sua testimonianza contro la pena di morte. "Io sono stato fortunato - ha detto - perch� ho avuto il supporto di tanti in Spagna, in Italia e nel Parlamento europeo, ma questo non succede per tutti i carcerati". E ricorda tanti altri compagni di sventura, uno in particolare, Frank Smith: "Dopo 20 anni di carcere, ha perso il senso della realt�, era solo, abbandonato da tutti ed � morto solo. Solo dopo un anno dalla sua morte, dal test del dna si � dimostrato che non era colpevole, ma oramai era troppo tardi". Di storie simili ce ne sono tante. Storie di ingiustizie e di solitudine. Storie di ordinaria amministrazione in un Paese come gli Stati Uniti che ammette in molti dei suoi stati la pena capitale: "Fin dalla tenera et� si insegna ai bambini che la soluzione contro il crimine � la pena capitale, - ha spiegato Martinez - andare contro la pena di morte significa andare contro l�America, non potersi inserire nel suo contesto sociale. Ecco perch� � importante il lavoro di sensibilizzazione che si promuove in Europa, perch� possa essere un deterrente anche per gli Usa". Prima di incappare nella giustizia americana, d�altronde, anche Martinez era favorevole alla pena di morte, mentre adesso si batte per la sua abolizione. Una storia di mancata esecuzione della pena capitale pi� vicina a Laterza � quella di Pietro Venezia, laertino d�origine emigrato negli Stati Uniti, il quale, macchiatosi di omicidio, fugg� in Italia dove � stato poi condannato a 22 anni di reclusione. A parlare per lui � stato l�avvocato difensore Leonardo Pugliese: "Pietro � cosciente di essersi sottratto all�esecuzione capitale - ha detto - non vuole essere n� un eroe, n� un modello, ma nel suo caso l�interessamento dello stato italiano per evitare l�estradizione dimostra il giusto atteggiamento da parte di uno stato. Per questo bisognerebbe intervenire anche in quegli stati dove vige ancora la pena di morte". In prima linea su questo fronte la Comunit� di sant�Egidio, che si batte per l�abolizione della pena di morte soprattutto nei paesi pi� poveri, perch� "c�� pi� pericolo per i poveri e in condizioni di guerra" - come ha spiegato Corrado Petrachi, referente della Comunit� di sant�Egidio di Roma. In questi anni, inoltre, la Comunit� ha promosso la corrispondenza epistolare con i condannanti a morte, perch� "per vincere il male - sentenzia Petrachi - bisogna ritrovare il volto umano di ogni persona". Quel volto che spesso la giustizia nasconde: "Credo nella legge degli uomini, - ha detto Martinez - ma sono anche convinto che la vita non possa essere tolta dagli uomini, n� tantomeno posso credere in un sistema che approva la morte per punire un crimine".
Annalisa Carrera
|